Pirotecnico, geniale e dal gran cuore, Chris Bangle è uno dei designer automobilistici più importanti degli ultimi 50 anni. Non ha paura di dire che le auto di oggi sembrano tutte uguali, di emozionarsi quando parla di uno dei suoi colleghi scomparsi prematuramente né di limitarsi all'oggi. Le sue sono automobili che guardano avanti, spesso troppo. “Ricordo che i primi tempi perdevo sempre”, ci racconta Bangle, “Per scegliere il design delle vetture si fanno delle gare tra designer e io perdevo, ma poi vedevo che alcune idee del mio team venivano applicate da altri. Mi ricordo che, quando iniziai in Fiat, il mio capo di allora mi disse: ‘Stai facendo un lavoro fantastico. Il tuo lavoro è essere l'arma stilistica degli ingegneri, tu devi dimostrare cosa si può fare, devi motivare la tua concorrenza nel design a superare i propri limiti’”.
Il tour delle sue opere più iconiche non può che partire dall'Opel Junior, un concept del 1983 di cui l'allora 27enne Bangle (è nato a Ravenna, in Ohio, nel 1956) aveva curato gli interni. “Allora era appena arrivata in Germania, ma io mi ero ispirato comunque a Ikea”, racconta, “Era un’auto giovane e l’idea era che arrivasse nuda al cliente, praticamente vuota e poi ognuno poteva riempirne gli interni come voleva, per poi acquistare, come in Ikea, i vari pezzi come l’autoradio, il contagiri, gli indicatori della temperatura dell'olio o dell'acqua e aggiungerli man mano secondo i propri gusti”.