È un oggetto se vogliamo marginale, il portaombrelli, di cui facciamo facilmente a meno quando non è disponibile, o che releghiamo nel dimenticatoio quando la bella stagione ci mette al riparo dall’incombenza della pioggia.
Gli assoluti: 20 portaombrelli imperdibili
Tipologia di complemento troppo spesso sullo sfondo, continua a rappresentare un terreno fertile di sperimentazione per astute intuizioni progettuali. La nostra selezione di 20 portaombrelli che hanno fatto la storia del design.
Faggio curvato; disponibile laccato con gambaletto in faggio naturale. Vaschetta colore neutro trasparente. Dimensioni 40,6 x 40,6 x 74 cm
Betulla e ottone. Dimensioni 28 x 24,5 x 48 cm
Terraglia forte a cottura unica a colaggio, smaltata in rosso e nero. Altezza cm 60
Polipropilene, alluminio, acciaio verniciato. Dimensioni 31 x 31 x 87,5 cm
Abs Trasparente Colorato In Massa O Verniciato. Dimensioni 25 x 25 x 60 cm
Plastica ABS. Dimensioni 34 x 34 x 39 cm
Ferro. Altezza 49 cm
Alluminio e ferro verniciati a polvere in bianco o nero, polistirene. Dimensioni 18 x 18 x 144,5 cm
Plastica ABS. Dimensioni 16 x 16 x 50 (diametro aperto 32 cm)
Alluminio. Dimensioni 22 x 22 x 8.7 cm
Alluminio pressofuso ed acciaio verniciato con polveri epossidiche. Dimensioni 32 x 32 x 60 cm.
Metallo verniciato a polvere, ABS. Dimensioni 30 x 30 x 85 cm
Acciaio inossidabile lucido, polipropilene. Dimensioni 25 x 25 x 56 cm
Lamiera piegata verniciata. Dimensioni 41,6 x 36,5 x 57 cm
Marmo di Carrara o marmo nero Marquina. Dimensioni 45 x 24 x 55 cm
Plastica, tessuto. Dimensioni 10 x 50 x 81 cm
Ottone. Dimensione 24 x 24 x 53 cm
Acciaio verniciato. Dimensioni 20 x 25 x 48 cm
Curved beech, black Marquina marble, also available in grey resin. Dimensions 30 x 30 x85 cm
Resina sintetica, lastra in acciaio. Dimensioni, 21,8 x 11,5 x 18 cm
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- Giulia Zappa
- 18 novembre 2020
Eppure, questo contenitore di taglia modesta non si prende solo carico di un oggetto, l’ombrello, tra i più antichi e ricchi di significato della storia dell’uomo – un simbolo delle élite, un oggetto sacro per molte civilizzazioni, un elemento ricorrente nell’opera di tanti artisti, allo stesso tempo qualcosa di democratico e realmente “per tutti” – ma si presta con piacere al continuo esercizio di reinvenzione esercitato dai designer, che continuano a cambiargli aspetto seguendo l’evoluzione di materiali, gusti e tecnologie. Perché se è sotto forma di legno curvato che il portaombrelli ha cominciato a diventare un oggetto in serie, è con l’avvento della plastica che si è prestato ad un’invasione della casa e dell’ufficio, assecondando l’uso di registri più compassati per il settore contract, o richiamando con esplicite forme pop un mondo fantastico e votato all’umorismo.
Il suo rinnovamento non passa solo dalle maglie del gusto, ma intercetta anche astute innovazioni che potremmo definire linguistiche. Per sua natura un contenitore, ci diverte quando rinuncia a presentarsi come forma accogliente, regalandoci l’immagine di un ombrello sospeso nel vuoto. O ancora, ci stupisce quando non riesce a liberarsi dall’ossessione mimica dell’oggetto che deve contenere, riproponendone la silhouette o confondendosi volutamente in un gioco schermato di manici, aste e semisfere. Perché sì, forse più di altri, quest’oggetto schivo ha saputo rinnovarsi negli ultimi anni in maniera un po’ più temeraria, senza avere paura di citazioni o prestiti da altre tipologie o funzioni. Testimoniando, dopo anni di forme geometriche pure, una inclinazione al sorriso che, pur rimanendo discreta, sembra essergli diventata innata.
Portaombrelli atemporale dalle linee epurate – diversamente da altri portaombrelli della produzione Thonet di quegli anni, che fanno dello sfoggio di riccioli in legno curvato il loro tratto distintivo – Cloud porta benissimo i suoi 130 di storia, dimostrando una insospettabile capacità di mimetismo anche in ambienti contemporanei inclini al minimalismo.
Un classico tra i portaombrelli dall’eleganza discreta, si distingue per la pianta triangolare e la forma smussata delle due doghe curvate che contengono le tre aste cilindriche verticali. Il contrasto tra la betulla e il piatto in ottone, destinato a raccogliere l’acqua, offre un inaspettato tocco di preziosità.
Tra le più grandi sperimentatrici della ceramica italiana del Novecento, Antonia Campi lavorò indefessamente alla creazione di forme aperte e generose attraversate dalla compenetrazione di pieni e di vuoti. In linea con questo approccio formale, questo portaombrelli dimostra al contempo una intelligenza funzionale probabilmente non calcolata. Adattandosi a tutte le tipologie di ombrello, permette infatti di ospitare anche i compatti, da infilare nei fori più bassi.
Primo oggetto, insieme a Servofumo, della grande famiglia dei servi concepita dai fratelli Castiglioni, si offre come aiutante domestico discreto ed altamente funzionale – le doti auspicate, del resto, da qualsiasi collaboratore domestico di valore. La linea ondulata saldata al sostegno verticale può essere usata per appendere o appoggiare il manico degli ombrelli, mentre la base in polipropilene che serve da zavorra è inserita in una vaschetta che raccoglie l’acqua.
Forse tra i più celebri di sempre, questo portaombrelli cilindrico stampato ad iniezione di Colombini è tra le prime sperimentazioni nel mondo della plastica a raggiungere un grande successo commerciale. I suoi colori accesi e brillanti diventeranno un viatico per entrare nelle case degli anni ’60, ma allo stesso tempo la sua versatilità lo imporrà anche per l’uso in esterno negli spazi pubblici o come gettacarte nel mondo dell’ufficio.
Se Artemide è soprattutto conosciuta come azienda di illuminotecnica, i suoi arredi e complementi degli anni ’60 e ’70 testimoniano una sperimentazione della plastica perfettamente inserita nello spirito più avanguardista del tempo. Ne è un esempio emblematico Dedalo, cilindro con testa semisferica, cavo al suo interno, che permette di inserire sette ombrelli negli altrettanti buchi circolari.
Tra i prodotti più asciutti e rigorosi del maestro dell’architettura secessionista, si distingue per un’inedita base esagonale e l’impiego di lamiera di ferro, trasformate in piccole note decorative. Il portaombrelli fa parte di un più vasto set di oggetti da scrivania in lamiera di ferro rieditate dal marchio italiano Bieffeplast.
Mobile contenitore polivalente celato sotto la forma totemica di una stele cilindrica, combina la funzione di appendiabiti, portaombrelli e svuotatasche, offrendosi come il complemento perfetto per l’ingresso di casa. Le mensole e vaschetta per l'acqua sono rimovibili.
Altro grande esemplare della stagione della plastica nel complemento d’arredo, nasconde dietro un cilindro in materiale plastico una forma decostruita grazie a sei dischi girevoli che possono ospitare all’occasione altrettanti ombrelli.
Volume compatto in alluminio pressofuso, Rainbowl è soprattutto un oggetto astuto che, rinunciando ad offrirsi come contenitore, assolve alla sua funzione in maniera discreta quanto innovativa ed efficiente. Gli ombrelli possono infatti essere riposti inserendone il puntale nei fori dedicati, restituendo l’inedita sensazione di essere sospesi. Una volta riempiti tutti i buchi, gli ombrelli formano a loro volta un perimetro che a sua volta può contenere altri ombrelli.
Portaombrelli per il settore ufficio e contract, fa parte di una linea integrata che include anche un appendiabiti e un divisorio da ufficio. La silhouette semplice e atemporale gioca con il gusto dei dettagli ed il contrasto tra i metalli impiegati – la ghisa, acciaio cromato e alluminio lucidato.
Parte di una più ampia linea di oggetti per l’ufficio accomunati dalla ripetizione dei medesimi elementi formali, il portaombrelli Binkan gioca con la classica forma del manico d’ombrello, utilizzandolo come facile presa per afferrare e spostare l’oggetto nello spazio.
Portaombrelli dalla forma esagonale, si ispira all’omologo cestino Sicilia di Munari del 1959. Dispone di una vaschetta rimovibile per raccogliere le gocce d’acqua e sfrutta le proprietà riflettenti dell’acciaio inossidabile per interagire con lo spazio circostante.
Attenendosi all’impiego della lamiera piegata che contraddistingue la produzione di Tolix dagli anni ‘30, Bergne dà vita ad un portaombrelli essenziale su base triangolare che si anima grazie ad un’ampia cartella colori.
Scultura geometrica e minimalista esaltata dall’utilizzo di un materiale nobile, ricorda la forma di un lavatoio, qui sfruttata per contenere sia gli ombrelli tradizionali che i compatti, da appoggiare questi ultimi sul piano inclinato.
“Portaombrelli” sui generis, integrato direttamente nel meccanismo di funzionamento dell’ombrello. Il posizionamento esteriore delle stecche e il conseguente meccanismo di chiusura al contrario – dal manico verso il vertice – fa sì che le punte si trasformino in un sostegno in grado di mantenere l’ombrello in posizione verticale.
Butler è un portaombrelli in ottone che mima la forma stessa dell’ombrello aggiungendovi delle note di preziosità: oltre al materiale stesso, anche l’estremità dell’impugnatura, che presenta la forma di un fiore, riecheggiando lo stile dei portaombrelli anni ’50 in metallo ed ottone.
Portaombrelli minimalista ed altamente funzionale, presenta di tre diversi elementi tubolari che accolgono ombrelli di altezze diverse.
An essential form playing on the contrast between materials. René brings an ironic note in the domestic environment – once filled, the wooden handle that supports the structure blends in with the objects it contains. The name is a tribute to Magritte and the surrealist use of the umbrella in his paintings.
Niente di meglio per riporre un ombrello che conficcarlo tra i ciuffi d’erba di un prato. Citazione (in)consapevole della più celebre icona del design Pratone, ne rievoca l’uso e possibilmente l’umore adattandolo alla taglia di un complemento d’arredo.