Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1089, aprile 2024
La sedia Francesca Spanish di Philippe Starck
Quella del 1984 con Enrico Baleri fu una delle prime collaborazioni di Starck con un’azienda italiana. Una sedia essenziale, dalle linee curve e spezzate, ispirata allo scrittore americano Philip K. Dick.
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- Cristina Moro
- 09 aprile 2024
Enrico Baleri è tra i primi imprenditori italiani ad aprire le porte al giovane architetto e designer francese Philippe Starck (Parigi, 1949). È il 1984, e con la sua neonata azienda, la Baleri Italia, il produttore di Albino (Bergamo) vuole produrre e diffondere un arredamento nuovo, lontano dalle mode e basato sulla qualità del disegno e sulla ricerca dei materiali; un laboratorio per accogliere gli stimoli e la creatività dei progettisti di tutto il mondo.
Starck, che in quel periodo stava costruendo il suo successo planetario, trova nella collaborazione con Baleri il terreno fertile per portare il suo design oltralpe. Quello per il designer francese fu “amore a prima vista”, dichiarava l’imprenditore in una delle Lezioni di design in onda sulla Rai nel 1999 e condotta da Ugo Gregoretti: “Era uno straordinario scenografo”, raccontava, “capace di rappresentare il Paradiso e l’Inferno”. Starck risponde all’invito di Baleri con una seduta essenziale, fatta di quelle linee curve e spezzate che caratterizzano i suoi lavori degli anni Ottanta.
Come si vede dal disegno d’archivio dell’architetto, che restituisce l’immediatezza e il rigore del progetto, lo schienale, composto da soli tre elementi tubolari, s’inclina e si aggancia ai braccioli, che proseguono sino a diventare le gambe della seduta. Una componente funzionale inaspettata la rende un prodotto di grande praticità: abbassando il sedile e ruotando i braccioli, uno verso l’interno e l’altro verso l’esterno, la seggiolina si piega su se stessa e può essere facilmente riposta o impilata, grazie al suo ingombro ridotto.
Era uno straordinario scenografo, capace di rappresentare il Paradiso e l’Inferno.
Enrico Baleri
Nel battezzarla, Starck attinge al romanzo Ubik dello scrittore di fantascienza Philip K. Dick, riferimento creativo che aveva già impiegato per il nome del suo primo studio. La sedia Francesca Spanish per Baleri deve il nome a uno dei suoi personaggi, scelta che si può forse leggere come un tributo all’immaginario “allucinato” del romanziere, dove si alternano diversi piani di realtà, nel completo spiazzamento del lettore. Anche Francesca Spanish mette in scena due versioni di sé: quella essenziale e pulita della seduta aperta e quella sorprendente, fatta di un calibrato gioco d’incastri, nella versione chiusa.
Dopo quasi 40 anni, Baleri rilancia la seduta, in assoluto rispetto dell’originale, del materiale e delle finiture del 1984: la struttura è ancora di acciaio, disponibile nella versione nera o argento metallizzato, il sedile è di poliuretano rigido. Francesca Spanish racconta di uno Starck anni Ottanta, geometrico e minimale che, nella sobrietà del tratto, non rinuncia allo stupore per la metamorfosi e al dialogo tra le linee spezzate e quelle curve.
Immagine di apertura: Disegni originali di Starck. Courtesy Baleri Italia