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Mvrdv ha creato un edificio “cute” nello scenario industriale del porto di Rotterdam

Portlantis è una “macchina per lo storytelling”: lo studio olandese gioca in casa con il nuovo experience center del porto più grande d’Europa, un luogo che appare come un gigantesco paradosso.

Imboccata l'A20, l'autostrada che, lasciata Rotterdam, porta al suo porto, il più importante d'Europa, il paesaggio che scorre dal finestrino non lascia scampo. Vegetazione rada, ciminiere che sputano enormi funghi di fumo, costruzioni basse e lunghe che partecipano, insieme ai container, a un paesaggio spigoloso e monotono.

All'improvviso, dopo una quarantina di minuti di viaggio dalla città, superata una lunga curva, appare però una torretta bianca con i profili rossi, che si eleva solitaria sulla spianata, le dune che la separano dalla spiaggia e dall'oceano. Portlantis, indica il cartello recentemente aggiornato.

Mvrdv, Portlantis, Porto di Rotterdam, Rotterdam, Paesi Bassi. Foto Ossip van Duivenbode

Quella tra i Paesi Bassi e gli experience center è una lunga storia d’amore. FutureLand, il precedente centro del porto di Rotterdam, era una soluzione temporanea, costruita sul Maasvlakte 2, l’estensione di duemila ettari di terra strappata al mare. Doveva durare 5 anni. Ha chiuso dopo 16, qualche giorno fa, lasciando il testimone a Portlantis.

Una visione “Cute” per il Porto

“Venivo qui in bici e camminavo sulle gigantesche infrastrutture”, sono i ricordi da ragazzino di Winy Maasguest editor 2019 di Domus e cofondatore di Mvrdv. “Lo trovavo impressionante”, spiega Maas, aggiungendo che il “paesaggio di scatole” lo affascina perché è l’esatto contrario di quello che ti aspetti dai Paesi Bassi. Ovvero un luogo della “cuteness”, che poi è la chiave della progettazione di Portlantis. Un edificio cute che si erge in un contesto industriale così crudo e sincero da risultare quasi spiazzante.

Il container, manufatto simbolo del paesaggio portuale, viene riletto nel progetto di Mvrdv come una sovrapposizione di scatole bianche impilate e ruotate l’una rispetto all’altra, così da sembrare asimmetriche a chi si avvicina dal parcheggio o dalla strada, mentre in realtà formano una stella se viste dall’alto. Intorno corre una scala rossa, strettamente imparentata con quella gialla di Haus 1 a Berlino. Sono 134 gradini, in questo caso.

Un experience center per il Porto che cambia

In linea con la traiettoria di maggior sostenibilità del porto, anche Portlantis è progettato secondo criteri di sostenibilità ed economia circolare. Facilmente smontabile, è costruito con materiali riutilizzabili e non ha fondamenta in cemento; un mulino a vento fornisce energia rendendolo energeticamente positivo - genera il 30% di più di energia rispetto al suo fabbisogno.

Mvrdv, Portlantis, Porto di Rotterdam, Rotterdam, Paesi Bassi. Foto Robin Utrecht

All’interno, Portlantis è come una ciambella stretta e larga; l’edificio è cute, non è grande, è circa metà della metà del celebre Depot Boijmans che Mvrdv ha costruito in città, neanche 600 metri quadri per ogni piano, per una cubatura totale di 12.500 metri cubi; l’atrio centrale, occupato in gran parte da un tavolo con una mappa digitale che racconta l’evoluzione del porto di Rotterdam, si innalza per oltre venti metri fino al tetto, uno spazio verticale vuoto dove trovano spazio installazioni sospese e che costituisce, di fatto, il fulcro di Portlantis; rampe di scale corrono lungo le pareti interne, portando i visitatori ai diversi piani di esposizione, che raccontano passato, presente e futuro del porto, in un percorso che unisce linguaggi diversi, fino alla realtà aumentata.

Mvrdv, Portlantis, Porto di Rotterdam, Rotterdam, Paesi Bassi. Foto Ossip van Duivenbode

Proprio come accade nel porto, all’interno la struttura mostra la sua infrastruttura, le sue parti funzionali, tutto è aperto, evidente, e un lungo tubo giallo che corre lungo gli spazi ricorda quello della biblioteca centrale di Van den Broek & Bakem, il “Pompidou del centro di Rotterdam”, che si vede incorniciata nella grande vetrata del Markthall, il mercato-complesso residenziale che Mvrdv ha creato per il centro della città.

Su tutti i piani di Portlantis ci sono grandi finestre che si aprono panoramicamente sul porto o sono posizionate per mostrare il tramonto, grazie alla rotazione di un piano rispetto all’altro: si vedono le dune e il mare, le enormi navi ancorate, le gigantesche gru, gli infiniti container e i centri dove le merci vengono assemblate.

Venivo qui in bici e camminavo sulle gigantesche infrastrutture. Lo trovavo impressionante: questo paesaggio di scatole mi affascina perché è l'esatto contrario di quello che ti aspetti dai Paesi Bassi.

Winy Maas 

Winy Maas. Foto Barbra Verbij. Da Domus 1030, dicembre 2018

Un concorso basato sullo storytelling

“Di tutti i progetti proposti, quello di Mvrdv era l’unico che si sviluppasse in verticale”, spiega Winy Maas a Domus, mentre risaliamo le scale fino alla grande terrazza sul tetto, da cui si ammirano i dintorni.

La stessa modalità del concorso è stata particolare: prima di tutto il porto ha ingaggiato lo studio Kossmanndejong, specializzato nella progettazione dello storytelling e degli spazi espositivi, per individuare quali esposizioni costruire per l’experience center a cui il glorioso FutureLand avrebbe passato il testimone; solo dopo è stato cercato chi lo progettasse, prima con una gara di concept e poi con una cinquina di finalisti che hanno proposto un vero e proprio progetto.

L’edificio di Mvrdv è il miglior palcoscenico possibile per queste mostre e si inserisce nella grande tradizione degli experience center dei Paesi Bassi, “che sono qualcosa che mi piace molto”, spiega Maas, e che sono un riflesso non solo della cultura del paese, ma anche dell’impianto legale che obbliga entità come il porto a comunicare quello che fanno.

Mvrdv, Portlantis, Porto di Rotterdam, Rotterdam, Paesi Bassi. Foto Robin Utrecht

Il Porto è in una fase di transizione

Portlantis è nato durante il Covid e inaugura adesso dopo circa due anni di costruzione. In città, giganteschi galleggianti rossi annunciano l’apertura di Portlantis e ci sono manifesti ovunque dell’inaugurazione. Si prevedono 150mila visitatori ogni anno.

Il porto è in un momento di grande trasformazione, non solo perché ci sono insistenti voci di nuove terre da reclamare così da spostare qui il trafficatissimo aeroporto di Schiphol; il porto di Rotterdam è in piena transizione per diventare più verde, sostenibile e pulito, abbandonando i combustibili fossili entro il 2050 - oggi contribuiscono al 50% del fabbisogno energetico; ma è anche sempre in cerca di talento e di forza lavoro: raccontarsi è essenziale.

“Il trasporto sta cambiando”, dice Winy Maas, il porto è un paradosso tra importazione ed esportazione, spiega, tra crescita e stabilità.

Mvrdv, Portlantis, Porto di Rotterdam, Rotterdam, Paesi Bassi. Foto Ossip van Duivenbode

Un grande paradosso della vita moderna

Ma non solo. È un paradosso perché qui vicino ci sono spiagge che d’estate sono frequentatissime, anche grazie al collegamento con la metropolitana; è un paradosso perché solo qui si trovano alcune specie di uccelli, che amano la scarsa presenza umana della zona; e poi il porto è forse il simbolo più rappresentativo del paradosso in cui noi tutti viviamo, immersi in una narrazione in cui andiamo a cercare il prodotto a chilometro zero e tagliamo la carne dalla dieta per l’impatto degli allevamenti sull’ambiente; al secondo piano del museo un video, ambientato in uno pseudo-container, racconta quante cose che fanno parte della nostra vita quotidiana sarebbero impossibili senza il porto.

“Without us, you only have each other”, – “senza di noi, avete solo voi stessi” è l’inquietante claim che appare alla fine del video.

Poco più in là c’è una bici elettrica, smontata nelle componenti principali e appesa a mezz’aria: viene spiegato come le diverse parti abbiano provenienze diverse. Così si scopre che i singoli componenti dell’ebike, veicolo simbolo della sostenibilità, percorrono più chilometri in un container di quanti probabilmente mai ne passeranno sulle strade. “Il mondo è un network molto complicato di cose che rendono la nostra vita quotidiana così com’è”. E possiamo fare finta che non esista, ma il porto resterà comunque una componente essenziale – e un grande paradosso – delle nostre esistenze.

Immagine di apertura: Mvrdv, Portlantis, Porto di Rotterdam, Rotterdam, Paesi Bassi. Foto Ossip van Duivenbode

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