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Scegliere liberamente cinque 'cose' e indicare in estrema sintesi le ragioni che hanno portato a redigere questa micro lista di like. Potrebbe sembrare un esercizio partorito in tempi di twitter e Pinterest. In realtà, era il modo individuato dalla Domus diretta da Deyan Sudjic, a cavallo del 2000, per delineare un insolito, e forse inconsapevole, ritratto del candidato di turno della rubrica "Cinque cose". Il poco spazio per le parole messo a disposizione dal progetto grafico di Simon Esterson, nell'unica pagina dedicata alla rubrica, costringeva a condensare informazioni e riflessioni. Da queste, trasversalmente, emergevano i tratti più sinceri della personalità di chi le stilava.
Nel giugno del 2001 toccò a James Irvine. Le 'cose' che scelse—un'architettura, un film, una moto, un marchio e una citazione—già parlavano di lui, ma ancora di più lo fecero il timbro scelto per raccontarle, con quella voglia di sdoganare con leggerezza e humour anche le considerazioni più profonde. Questi cinque 'tweet' costituiscono un autoritratto sincero, oggi come allora.
Pubblicato in origine su Domus 838 / giugno 2001
5 cose che piacciono a James Irvine
1 Un pezzo di architettura: Casa
per il weekend di Craig Ellwood,
1964
Costruita a cavallo di un canalone a
San Luis Obispo, in California, questa
straordinaria casa sarebbe ideale per
dare una festa indimenticabile, oltre
che un posto niente male per rilassarsi
durante il fine settimana. Ogni volta
che la guardo vorrei essere architetto.
James Irvine: un autoritratto
Per ricordare il designer inglese scomparso il 18 febbraio riproponiamo la rubrica "Cinque cose" pubblicata su Domus nel 2001, in cui Irvine sceglieva cinque oggetti e spiegava perché gli erano cari.
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- 23 febbraio 2013
2 Un film: Il Grande Lebowski
Ovvero come i fratelli Coen hanno
creato un capolavoro su un tizio
qualsiasi. Piuttosto che salire sullo
space shuttle preferirei essere
insultato da Jesus, il giocatore di
bowling più screanzato del mondo.
3 Una moto: la BSA Goldstar
Clubmans 500 del 1960
Una volta mi è capitato di provare una
Goldstar in perfette condizioni, ovvero
quanto di più prossimo a un oggetto
meccanico che però dà l'impressione
di essere una creatura vivente:
anzi, una creatura con un certo
temperamento, caratteristica che
nella sterile perfezione dell'industria
moderna è completamente
scomparsa.
4 Un marchio: Sony
Il marchio originale Sony fu disegnato
nel 1957. Sono sempre stato una
'vittima' della Sony, con quel nome
praticamente perfetto: e che a quanto
pare fu inventato perché quello
precedente (Tokyo Tsushin Kogyo),
fuori dal Giappone non era proprio
facile da pronunciare.
5 Una citazione: "Tutto ciò che
possiedi finisce per possederti"
Ho sentito questa frase in Fight Club,
pronunciata da Tyler Durden (Brad
Pitt). Riassume tutto il dilemma
moderno, il desiderio di costruire un
impero e insieme di essere liberi, ma
mi diverto a usarla soprattutto per
vedere come reagisce la gente.