Pubblicato in origine su Domus 599 / ottobre 1979
Bike of the future
Nell'ottobre del 1979 il British Cycling Bureau promuoveva un concorso per sviluppare nuove idee legate al design della bicicletta, già considerata una valida alternativa ai veicoli a motore. Più che mai attuali, riproponiamo i tre progetti vincitori.
Presentiamo in queste pagine i tre progetti vincitori del concorso Bike of the future, promosso dal British Cycling Bureau di Londra allo scopo di stimolare la ricerca sulle possibilità d'uso della bicicletta come veicolo per il trasporto individuale e per il tempo libero.
Prescelti tra più di quattrocento partecipanti, questi modelli hanno in comune l'attenzione ai requisiti d'uso del mezzo nel traffico urbano, quindi la ridotta dimensione delle ruote e la massima piegabilità.
Bike of the future
Nell'ottobre del 1979 il British Cycling Bureau promuoveva un concorso per sviluppare nuove idee legate al design della bicicletta, già considerata una valida alternativa ai veicoli a motore. Più che mai attuali, riproponiamo i tre progetti vincitori.
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- 26 maggio 2012
Il secondo premio, opera del WW Group, è caratterizzato da sofisticate soluzioni e da un elegante design; le scelte tecnologiche sono dirette ad eliminare gli inconvenienti tipici della bicicletta, e a farne una reale forma alternativa di trasporto.
Vengono così eliminati i raggi nelle ruote, formate da due metà che assemblate permettono il bloccaggio delle gomme; queste
sono stampate in poliuretano espanso, in un solo pezzo, antiforatura e senza bisogno di valvole.
La trasmissione è rinchiusa in un contenitore proprio ed impiega una fascia di gomma, al posto della tradizionale catena; l'elettricità è data da un set di batterie ricaricabili, attivate dalla dinamo.
A seguire un modello, dalla forma ancora legata all'immagine tradizionale della bicicletta, che ha ottenuto il terzo premio: particolarmente valide le soluzioni adottate dal progettista Graham Herbert, per una piegatura veloce e senza alcuna regolazione del manubrio o del sellino.
Altra caratteristica è la posizione di guida 'molleggiata', grazie alla mobilità della colonna di sostegno del sellino, che scorre nella testa della struttura e poggia su una molla a compressione, posta tra il sellino e la testa stessa.
I meccanismi di piegatura sono ingranditi e vivacemente colorati per sottolinearne la funzione: sono ad esempio le stesse luci, anteriore e posteriore, a piegarsi per bloccare il manubrio ed il sellino in posizione di chiusura.
Il primo premio, vinto da Juan Szumowski, l'architetto londinese ideatore del singolare prototipo, dove i parafanghi in resina rinforzata fanno da contenitore per tutta la bicicletta, quando questa è piegata; l'ingombro si riduce così a soli 43 cm.
Questi modelli hanno in comune l'attenzione ai requisiti d'uso del mezzo nel traffico urbano, quindi la ridotta dimensione delle ruote e la massima piegabilità