Da circa 15 anni, la torre GalFa, storico grattacielo milanese tra la via Galvani e la via Fara, di cui sintetizza i nomi, è sottoposta a un processo costante di svuotamento funzionale e materiale. Dopo essere stata sede, prima di una compagnia petrolifera e poi di una banca, la torre progettata nel 1956 da Melchiorre Bega, è stata acquistata nel 2006 da Fondiaria Sai e a oggi non si è vista ancora coinvolta in alcun tipo di ristrutturazione.
Lo scorso 5 maggio, i Lavoratori dell'arte, collettivo eterogeneo di persone impegnate a livello artistico e culturale, hanno occupato i trenta piani della torre con l'unico intento di trasformarne i piani vuoti (privi di elettricità, pavimenti, quando non degli stessi solai e soffitti), in una pila di ideali, di arte, di cultura e di vita sociale.
Macao è il nome del nuovo centro culturale nato in questo spazio surreale e sfrontato, che da due settimane illumina, attraverso neon azzurri disseminati quasi a tutta altezza, l'area immediatamente prospiciente l'hotel Hilton e il Pirellone.
Pubblicato in origine su Domus 377 / aprile 1961
Le torri di Milano: la torre Galfa
La Torre GalFa, alta centrotrè metri, che arricchisce lo "spettacolo" dell'architettura di Milano, là dove essa, nel quartiere direzionale, si rappresenta nella sua vitalità, è parte eminente di quella "creazione ambientale" i cui aspetti milanesi suscitano tanto interesse. Si sono richiamati i diritti d'esistenza della città storica e (quando degne) delle testimonianze stilistiche anche immediatamente antecedenti al nostro tempo.
Torre Galfa: tra passato e futuro
In occasione dell'occupazione della torre Galfa da parte dei Lavoratori dell'arte, Domus riprende dal suo archivio storico una riflessione di Gio Ponti sulle torri milanesi e in particolare sul grattacielo appena convertito in sede del nuovo centro per le arti Macao.
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- 12 maggio 2012
Ma qui siamo in presenza di un altro fatto di altrettanta sostanza storica, vorremmo dire, perché, oltre che rispecchiare un modo ed una dimensione del costruire che procedono da una realtà di portati propria dell'epoca in cui viviamo (e dei suoi sviluppi), questo progettare rispecchia con assoluta schiettezza una realtà umana, quella vitale dell'operosità, dell'intraprendenza, del coraggio fattivo dei milanesi.
E, aggiungeremo, raggiunge una bellezza che è subito compresa e amata, perché è la forma (tecnica, e tetica e rappresentativa) di una verità.
La torre di Bega è in questo contesto un elemento inappuntabile, il che è già dire moltissimo: ma si deve aggiungere che, per la particolarità della sua struttura, per la perfezione del suo finimento, per la vigilante presenza di un architetto espertissimo, all'altezza del compito e degli impegni moderni di questa nostra stupenda professione, la Torre GalFa mostra in ogni elemento un raggiungimento particolare di venustà architettonica. Nell'attuare nella loro verità e rigore le espressioni e i termini stessi dell'architettura moderna, quest'opera si compone in una proporzione perfetta di volumi, in una semplicità di linee la cui ascendenza strutturale è espressa con sapienza e verità, con classicità.
Gio Ponti
Notizie sulla Torre GalFa
La torre (che prende il nome dalle sillabe iniziali delle due vie fra cui sorge: Galvani e Fara) è la sede del complesso petrolifero Sarom ed anche della B. P. Italiana. È alta centotrè metri; ha trenta piani fuori terra (distinti in un corpo basso di due piani, e in un corpo alto di ventotto) e due piani sotterranei: mentre i sotterranei occupano (con i servizi, le centrali e i garage) tutta l'area a disposizione (2690 mq), la parte fuori terra si restringe ad una area rettangolare centrale, e lascia spazio libero a giardini e parcheggio.
La struttura della torre, in cemento armato, è singolare: è composta non da pilastri ma da "quinte", cioè da sei grandi piloni-quinta, diversamente orientati, sui quali tutto l'edificio insiste: nei
due piani interrati le quinte hanno maggior spessore, nei piani più alti si assottigliano e si biforcano.
La Torre Galfa, alta centrotrè metri, arricchisce lo “spettacolo” dell'architettura di Milano, là dove essa, nel quartiere direzionale, si rappresenta nella sua vitalità
Quattro delle sei « quinte n sono arretrate dal filo di facciata di 2,50 m: ne deriva uno sbalzo continuo dei solai. Staticamente questi piloni-quinta sono stati considerati come mensole spiccate dalla fondazione, la quale è realizzata con una piastra a doppio solettone con interposte travi incrociate. (Oltre ai piloni-quinta esiste naturalmente il complesso delle pareti verticali portanti in corrispondenza delle scale e degli ascensori). Le pareti d'ambito della torre sono costituite da serramenti continui (in duralluminio anodizzato, con pannelli in cristallo thermopane): interessante è la tessitura della superficie per il gioco sfalsato dei montanti verticali neri sopra la trama argentea dei serramenti. (La purezza di queste superfici vetrate deriva dall'aver incastrato nello spessore della soletta quelle apparecchiature per il condizionamento che normalmente ne sporgono).
La torre ha un'attrezzatura imponente di impianti: oltre a quello di condizionamento, l'impianto idrico-sanitario, l'impianto elettrico con annesso gruppo elettrogeno, la posta pneumatica, con una capacità potenziale fino a 256 stazioni, un autosilo, per il parcheggio delle auto a piani sovrapposti, sette ascensori, due centri meccanografici. Il pianterreno della torre accoglie anche una banca, saloni di esposizione, i centri meccanografici, una sala di proiezione. Il corpo alto ospita uffici. Nella torre lavorano circa mille persone. La batteria dei cinque ascensori per il pubblico, provvista di un « cervello elettronico» che dirige i movimenti delle cabine, permette lo sfollamento dell'edificio in quindici minuti.
Torre Galfa
Progettista: Melchiorre Bega
Direzione lavori: Giuseppe Casalis
Consulenza strutturale: Arturo Danusso
Calcoli dei cementi: Luigi Antonietti, Piero Papini, Antonio Rognoni
Impianti: Gianfelice Bertolini, Gaetano Altieri