Nella lista delle mostre da vedere in vacanza questa estate, a cui avete certamente dedicato una nota nel vostro smartphone o una colonna dell’Excel con il programma di viaggio – pronti a spuntare le voci dell’elenco – è possibile che ve ne siate dimenticata qualcuna. D’altronde, la programmazione di gallerie e musei in giro per il mondo è ogni anno più fitta e spesso la stagione estiva è un momento di ponte tra esposizioni che chiudono ed esposizioni che apriranno al pubblico da settembre in poi. Domus vi propone una selezione di mostre da non perdere prima che finisca l’estate, che abbiate in programma voli intercontinentali, viaggi on the road o di breve durata.
15 mostre imperdibili che stanno per chiudere
Questa selezione di quindici esposizioni in giro per il mondo che stanno per chiudere potrebbe darvi qualche spunto per un viaggio dell’ultimo minuto.
Dan Flavin, Untitled (to you, Heiner, with admiration and affection), 1973. © Stephen Flavin / 2024, ProLitteris, Zurich. Bayerische Staatsgemäldesammlungen - Sammlung Moderne Kunst in der Pinakothek der Moderne München. Foto: Florian Holzherr
Dan Flavin, Untitled (to Don Judd, colorist) 1-5, 1987. © Stephen Flavin / 2024, ProLitteris, Zurich. Panza Collection, Mendrisio. Foto: Florian Holzherr
Vista installazione Roni Horn. Give Me Paradox or Give me Death, Museum Ludwig, Köln 2024. Foto: Stefan Altenburger © Roni Horn
Roni Horn, Still Water (The River Thames, for Example), 1999 (dettaglio) Courtesy the artist and Hauser & Wirth. © Roni Horn
Red Hot Pot (1969) by Patti Warashina. Courtesy of Seattle Art Museum
Double Poke in the Eye II, 1985, Bruce Nauman, © Bruce Nauman / Artists Rights Society (ARS), New York. Foto: Scott Leen
Veduta della mostra Il resto di niente, museo Madre, Napoli, 2024.
A muro: Vincenzo Agnetti, Ritratto di abitante – Abitato dalle strade e dai ricordi, 1971. Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti, Milano
A pavimento: Franco Mazzucchelli, Catena, 2024. Courtesy dell’artista e ChertLüdde, Berlino
Foto: Agnese Bedini e Alessandro Saletta, DSL STUDIO
Veduta della mostra Il resto di niente, museo Madre, Napoli, 2024.
Da sinistra a destra:
Vincenzo Agnetti, Territorial, 1972
Vincenzo Agnetti, Paesaggio – La città appariva banalizzata dalle consuetudini e dai saluti, 1972
Vincenzo Agnetti, Work forgotten by heart, 1972
Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti, Milano
Foto: Agnese Bedini e Alessandro Saletta, DSL STUDIO
Ghislaine Leung, Four Years in Ten Years in Twenty Years, 2024, dettaglio, in: Ghislaine Leung, Commitments, Kunsthalle Basel, 2024. Foto: Philipp Hänger / Kunsthalle Basel. Partitura: Una torta di anniversario a tre livelli per celebrare quattro anni di essere una madre, dieci anni di essere un artista e venti anni con il suo partner.
Ghislaine Leung, Commitments, Ausstellungsansicht, Kunsthalle Basel, 2024, Foto: Philipp Hänger / Kunsthalle Basel
Nina Beier, Auto, 2017. Foto: Finnish National Gallery / Petri Virtanen
Nina Beier, Vista dell'allestimento. Foto: Finnish National Gallery / Petri Virtanen
Sarah Sze, Love Song, 2024. Vista della mostra. Stampe a getto d'inchiostro su carta, filo di acciaio e alluminio, morsetti, compensato, giradischi, treppiede, tecnica mista, video proiezione, dimensioni variabili, courtesy of the artist. © _Sarah Sze. Foto Kevin Todora. Courtesy of the Nasher Sculpture Center.
Sarah Sze, Slow Dance, 2024. Dettaglio dell'installazione dalla mostra Sarah Sze, Nasher Sculpture Center, February 3-August 18, 2024. Carta, stringa, alluminio, media misti, proiezione video e suono, dimensioni variabili, courtesy of the artist. © _Sarah Sze. Foto: Kevin Todora. Courtesy of the Nasher Sculpture Center.
Mario Giacomelli, I Have No Hands to Caress My Face, 1961–1963, ca.1971. BnF, Paris. © Mario Giacomelli Archives
Liu Heung Shing, China After Mao – Skating in Dalian, 1981. M+, Hong Kong. © M+, Hong Kong
Vista installazione di Hu Yun: Mount Analogue, Rockbund Art Museum, Shanghai, 2024. Foto di Yan Tao. Courtesy Rockbund Art Museum.
Vista installazione di Hu Yun: Mount Analogue, Rockbund Art Museum, Shanghai, 2024. Foto di Yan Tao. Courtesy Rockbund Art Museum
Farah Al Qasimi, Signs of Life, 2023, Video, Stereo sound, 6min 18sec
Vista installazione di Farah Al Qasimi: Blue Desert Online, Bakarat Contemporary, 2024
Vera Molnár, Cercles et demi-cercles, 1953, olio su tela 80,5 x 100 cm, Grenoble, Musée de Grenoble © Adagp, Paris, 2024. Foto © Ville de Grenoble / Musée de Grenoble - J.L. LACROIX
Vista installazione Vera Molnár © Centre Pompidou, MNAM-CCI Janeth Rodriguez-Garcia
Thao Nguyen Phan, Becoming Alluvium, 2019-fortsat / ongoing. Single-channel video, colour, sound, 16:40 min. Prodotto e commissionato dalla Han Nefkens Foundation in collaborazione con Fundació Joan Miró, Barcellona; WIELS Contemporary Art Centre, Bruxelles; Chisenhale Gallery, Londra. Courtesy the artist.
Thao Nguyen Phan, Dream of March and August, 2018. Vista installazione Kunsthal Charlottenborg, 2024. Courtesy of the artist; Galerie Zink Waldkirchen, Kunsthal Charlottenborg. Foto: David Stjernholm
OSGEMEOS, A Vênus / The Venus, 2023, tecnica mista su pannello MDF con paillettes, 80.31 x 64.57 x 4.33 inches. Courtesy the artist and Lehmann Maupin, New York, Seoul, and London.
Vista installazione OSGEMEOS. Cultivating Dreams, Lehmann Maupin New York, June 22 – August 16, 2024. Courtesy the artist and Lehmann Maupin, New York, Seoul, and London. Photo by Matthew Herrmann.
Vista installazione Fashioning San Francisco: A Century of Style, de Young, San Francisco. Photograph by Gary Sexton
Vista installazione Fashioning San Francisco: A Century of Style, de Young, San Francisco. Foto Gary Sexton
Foto Aurélien Mole
Foto Aurélien Mole
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- Carla Tozzi
- 31 luglio 2024
Il Kunstmuseum di Basilea fino al 18 agosto ospita Dedications in Lights, un’estesa retrospettiva che celebra l’artista statunitense Dan Flavin. Nell’arco della sua carriera, Flavin ha spesso dedicato le sue opere a persone o eventi: Jasper Johns, Sol LeWitt, Donald Judd, Henri Matisse, Vladimir Tatlin e Otto Freundlich sono alcuni dei nomi che appaiono nei titoli dei lavori in mostra. Una pratica che, in contrasto con l’anonimato dei tubi fluorescenti, permetteva creare legami con un contesto estetico, politico e sociale specifico. Da qui il titolo dell’esposizione, curata da Josef Helfenstein e Olga Osadtschy, che raccoglie più di cinquantotto opere, tra installazioni luminose, opere su carta e dipinti, oltre a una selezione di lavori presentati per la prima volta al museo nel 1975.
La mostra Roni Horn. Give Me Paradox or Give Me Death, al Museum Ludwig di Colonia fino all’11 agosto, esplora il concetto di paradosso attraverso una serie di opere multidisciplinari dell'artista americana. Horn, nota per il suo approccio concettuale, utilizza sculture, fotografie, disegni e installazioni per interrogare temi di identità, linguaggio e ambiguità. Le opere esposte giocano con le aspettative del pubblico, invitandolo a riflettere sulla natura del cambiamento e della dualità.
Il titolo della mostra richiama una citazione di Patrick Henry, un sostenitore dell'indipendenza americana nel XVIII secolo, che concluse un discorso con le parole: “Give me liberty or give me death!”. L’artista sostituisce la parola “libertà” con “paradosso”, determinando un’equivalenza, che mostra come per Horn i paradossi siano una porta d’accesso all'ambiguità, in cui gli opposti coesistono.
Fino al 2 settembre il Seattle Art Museum celebra l'arte della controcultura della costa occidentale degli Stati Uniti con la mostra Poke in the Eye: Art of the West Coast Counterculture, curata da Carrie Dedon.
Si tratta di un racconto audace dello spirito ribelle e innovativo degli anni Sessanta e Settanta della West Coast, che include opere di vario genere di artisti che, con le loro visioni radicali e anticonformiste, hanno influenzato profondamente il panorama culturale dell'epoca. La mostra mette in evidenza come questi creativi abbiano utilizzato l'arte come strumento di protesta e cambiamento sociale.
Nata dalla collaborazione tra il museo Madre di Napoli e Gucci, la mostra Il Resto di Niente, curata da Eva Fabbris e Giovanna Manzotti, esplora la relazione tra il contesto architettonico e le esperienze che lo abitano. Partendo dai progetti visionari di Aldo Loris Rossi per Napoli, come la Casa del Portuale e il complesso residenziale di Piazza Grande, l'esposizione propone una riflessione sull'abitare, e sulle implicazioni emotive e sentimentali.
Le opere di artisti come Tobias Zielony, Vincenzo Agnetti, Nanda Vigo, e Franco Mazzucchelli, tra gli altri, interagiscono con questi temi, per rispondere agli interrogativi sollevati dall’analisi delle architetture di Aldo Loris Rossi nel contesto urbano di Napoli.
La Kunsthalle di Basilea ospita fino all’11 agosto la prima personale in Svizzera di Ghislaine Leung, Commitments. Cosa significa essere un artista impegnato nella realizzazione del proprio percorso? Quali sono le aspettative delle istituzioni e del pubblico? Quali le implicazioni del dedicare completamente la propria vita all’arte? Nove nuove opere dell’artista svedese rispondono a questi interrogativi mostrando le contraddizioni e le difficoltà del portare avanti la propria visione, trasformando le coordinate spazio temporali di vari eventi della sua vita e della preparazione della mostra in elementi visuali ed esperienziali.
Ogni oggetto porta con sé un bagaglio di vissuto, e restituisce una riflessione sul mondo di cui fa parte e dal quale è stato prodotto, creando infinite associazioni e significati in dialogo con ciò che lo circonda. L’artista danese Nina Beier presenta al KIASMA Museum di Helsinki – fino all’8 settembre – il suo interesse per le biografie degli oggetti, nella mostra Nina Beier. Parts.
Oggetti e materiali esistenti nelle sue opere sono combinati in accostamenti conflittuali e dialogici, e in questa occasione sottolineano le questioni dei ruoli di genere e della relazione dell’uomo con tutto ciò che è altro dalla specie umana.
Dalla fine degli anni Novanta Sarah Sze crea installazioni che sfidano la natura statica dell'arte e trasformano gli spazi in cui sono immerse. In occasione della mostra al Nasher Sculpture Center di Dallas, fino al 18 agosto, l’artista presenta una serie di opere immersive attivate dall'incontro con i visitatori, che mettono in luce come l'esperienza si modifichi continuamente secondo la relazione tra il flusso di informazioni visive che ci circonda, e la nostra memoria personale, da cui deriva la nostra percezione del mondo.
L’artista americana invita i visitatori a riflettere sul rapporto tra dimensione fisica, digitale e reale, amplificando in composizioni poetiche effimeri dettagli della vita quotidiana, che rientrano nel campo dell’indefinibile unicità della vita umana.
Oltre duecentocinquanta fotografie della celebre collezione di fotografia della Bibliothèque Nationale de France sono presentate insieme a opere della collezione del M+ di Hong Kong, per parlare della fotografia in bianco e nero come medium artistico tradizionale. La mostra The Hong Kong Jockey Club Series: Noir & Blanc – A Story of Photography – in corso fino al 31 agosto nelle sale del museo d’arte cinese firmato da Herzog & de Meuron – nelle tre sezioni tematiche Aiming for Contrast, Light and Shadow, e Colour Chart, esplora da prospettive diverse la pratica della fotografia in bianco e nero, con lavori di fotografi internazionali che hanno definito e reinventato questo stile, giocando con contrasti, luci e ombre.
La mostra Hu Yun: Mount Analogue al Rockbund Art Museum di Shanghai presenta un'indagine immersiva che intreccia eventi, narrazioni personali ed elementi naturali, con l'obiettivo di interrogare i racconti storici che oscillano tra il visibile e l'invisibile, stimolando l'introspezione.
Hu Yun esplora temi di identità, memoria e geografia, ispirandosi al romanzo d’avventura rimasto incompiuto di René Daumal, Il Monte Analogo. Attraverso un allestimento frammentato sui tre piani dell’edificio, l'esposizione invita i visitatori a intraprendere un viaggio di scoperta tra realtà e immaginazione.
Farah Al Qasimi attraverso le sue opere naviga in modo fluido tra spazi personali e pubblici, ed esplora norme e valori sociali non detti, infusi in luoghi, momenti e oggetti.Per la sua prima mostra in Corea del Sud, Farah Al Qasimi: Blue Desert Online, l’artista presenta un nucleo di lavori realizzati negli ultimi sette anni, diciannove immagini fisse e in movimento che parlano di realtà, evasione, illusione e ansia così come vissuti nel nostro mondo digitalizzato e ci invitano a riesaminare il significato di pubblico e privato nell'era socio-tecnologica.
La mostra Vera Molnár: Speak to the Eye al Centre Pompidou di Parigi – fino al 26 agosto – celebra l'artista ungherese Vera Molnár, scomparsa nel dicembre dello scorso anno, e riconosciuta per il suo contributo pionieristico alla digital art.
Attraverso una selezione di lavori storici e recenti, la mostra ripercorre l’intera carriera di Molnár dalla fine degli anni Quaranta a oggi, mostrando come abbia utilizzato algoritmi e tecniche informatiche esplorare in maniera sistematica le forme, dando priorità all'iterazione e alla serialità.
La Kunsthal di Charlottenborg fino all’11 agosto ospita la mostra Reincarnations of Shadows che esplora il lavoro dell'artista vietnamita Thao Nguyen Phan attraverso una serie di installazioni, opere video, acquerelli e sculture. Phan indaga i temi della memoria, dell’identità e della mitologia, intrecciando narrazioni personali e collettive.
Le sue opere riflettono la tradizione culturale vietnamita e la sua interazione con la modernità. Reincarnations of Shadows invita i visitatori a esplorare il rapporto tra il passato e il presente, offrendo una riflessione sulle ombre e le trasformazioni che plasmano la nostra esperienza del mondo.
La mostra OSGEMEOS. Cultivating Dreams alla galleria Lehmann Maupin di New York presenta le vibranti e surreali opere del duo brasiliano OSGEMEOS, composto dai fratelli Gustavo e Otávio Pandolfo. Tredici nuovi lavori e un'installazione immersiva site-specific, invitano i visitatori a entrare nel vasto e magico paesaggio di Tritrez, un mondo dei sogni inventato dagli artisti e sviluppato nel loro lavoro negli ultimi tre decenni.
L'esposizione esplora temi di sogno e immaginazione, anticipando l’esposizione che sarà inaugurata a settembre allo Smithsonian’s Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington.
Fashioning San Francisco: A Century of Style è una mostra che celebra l'evoluzione della moda nella città di San Francisco attraverso un secolo di cambiamenti stilistici e culturali. Il progetto della curatrice Laura L. Camerlengo racconta una città in costante movimento verso il nuovo attraverso più di cento pezzi iconici che sono vere e proprie opere d’arte.
Tra gli abiti da sera di Dior e Lacroix, e gli esperimenti più radicali di Rei Kawakubo, emerge il ritratto di una San Francisco che ha sempre guardato al di là dei propri confini, verso est e verso ovest. Ripercorrendo anche eventi e occasioni particolari, la mostra mette in luce come la moda per San Francisco sia sempre stata un mezzo per esprimere l’identità e le aspirazioni dei suoi abitanti. Fino all’11 agosto.
Anarchitetto come si definisce fin dai tempi dell’onda radicale italiana, Gianni Pettena ha sempre discusso attraverso lo spazio ogni forma di ordine, funzionalismo e logica capitalistica che percorre la società.
Le sue opere centrate sul valore psicologico e politico del corpo nello spazio hanno trovato un’espressione perfetta nel takeover del Crac, il centro regionale per l’arte contemporanea, di Sète, tra i volumi di strisce di carta attraverso cui ritagliare percorsi alternativi, le sedie da indossare e le performance celebri e altre inedite negli anni, che danno materialità e vita a fenomeni impalpabili come il suono.