Osannare la bellezza di Napoli è cosa facile: durante i secoli molteplici influenze – greche, romane, bizantine, normanne, aragonesi e spagnole – hanno lasciato un’impronta indelebile nella cultura della città. A livello architettonico, Napoli è un vero e proprio mosaico di stili e influenze, tra edifici rinascimentali (il Palazzo Filomarino), stile barocco (Basilica di San Paolo Maggiore, Palazzo Reale) e liberty (Teatro di San Carlo e Villa Floridiana). Ciò che accomuna molte istituzioni museali della città a partire dagli anni ‘60 è il loro inserimento armonioso all’interno di contesti dall’immenso valore storico culturale, con il desiderio e l’obiettivo di celebrare le plurime identità di Napoli. All’interno di un unico perimetro coesistono l’eredità del passato e la sperimentazione dei linguaggi contemporanei. Abbiamo scelto sei musei, individuandoli come propulsori di un certo tipo di coesistenza temporale, formale e concettuale. Molto diversi tra loro, per tutti l’arte ha significato un mutamento definitivo della loro identità, non solo architettonica, ma anche sociale.
Sei musei di Napoli da visitare per il loro valore architettonico
Dal Museo Madre, all’Archeologico e a Cappella Sansevero, a Napoli l’arte si racconta attraverso il proprio patrimonio storico: abbiamo selezionato sei musei immancabili.
Axer / Désaxer, opera di Daniel Buren. Courtesy Museo Madre
La Voce, Marco Bagnoli. Courtesy Museo Madre
Foto di Michele Alberto Sereni
Veduta panoramica. Courtesy Museo Napoli Novecento 1910 - 1980
Courtesy Museo Napoli Novecento 1910 - 1980
Mimmo Paladino, Sant'Elmo (2004-2010). Courtesy Museo Napoli Novecento 1910 - 1980
Palazzo Reale di Capodimonte, Salone della Culla. Foto © Luciano Romano 2016
Real Bosco di Capodimonte, Fontana Belvedere. Foto Courtesy Museo di Capodimonte
Foto Courtesy Museo di Capodimonte
Campania romana. Courtesy Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Campania romana. Courtesy Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Giardino della Vanella. Courtesy Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Cappella Sansevero, part.
Foto di Raffaele Aquilante e Alessandro Scarano per 327Collective
© Archivio Museo Cappella Sansevero
Cappella Sansevero, part.
Foto di Marco Ghidelli
© Archivio Museo Cappella Sansevero
Cappella Sansevero, part.
Foto di Raffaele Aquilante e Alessandro Scarano per 327Collective
© Archivio Museo Cappella Sansevero
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- Brenda Vaiani
- 09 giugno 2023
Il Madre - Museo d’arte contemporanea Donnaregina è uno splendido esempio di edificio a stratificazione storica: sviluppato su strutture settecentesche e ottocentesche intorno a due cortili, sovrasta un tratto di cinta muraria del V-IV a.C. Per tutto il ‘900 è stato soggetto a cambiamenti architettonici e identitari, fino a quando nel 2005, dopo l’abbandono, viene adibito a primo museo regionale per l’arte contemporanea. Firmato dall’architetto Alvaro Siza, il progetto ha dato forma ad un museo di 7.200 mq suddivisi tra biblioteca, mediateca e caffetteria. Ben 2662 mq sono destinati alle aree espositive: al secondo piano troviamo la collezione permanente mentre al terzo, le esposizioni temporanee.
Risalente al XVIII secolo, il complesso monumentale che ospita Castel Sant’Elmo e il Museo, è entrato a far parte della vita sociale e culturale di Napoli solo a partire dagli anni ‘80. Da Roberto d’Angiò che nel 1329 lo trasforma in un patium per la corte, passando per gli interventi Aragonesi che nel 1456 lo vogliono fortezza difensiva all'ultimo presidio borbonico che nel 1860 lo trasforma in carcere militare, la struttura ha subito così tante modifiche che negli anni ‘70 sono occorsi circa sette anni di lavoro per recuperarne la forma originaria e gli antichi percorsi. Apre al pubblico nel 1989 con 170 opere che mirano a rappresentare lo sviluppo artistico novecentesco avuto a Napoli, toccando i principali movimenti.
Con un’area espositiva di oltre 15mila mq che si sviluppa su tre piani e un patrimonio artistico di 47milla opere d’arte che vanno dal Medioevo ai nostri giorni, il Museo nazionale di Capodimonte è un unicum nel panorama nazionale ed europeo. Inaugurato nel 1957, il suo percorso espositivo include aree dedicate all’arte antica, una sezione di opere d’arte contemporanea, una Wunderkammer e un appartamento Reale. La reggia, nata come riserva di caccia di Re Carlo, resta residenza reale per tre diverse dinastie: quella dei Borbone, dei sovrani francesi Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat e dei Savoia dopo l’Unità d’Italia. Il Museo è immerso nel Real Bosco, che per il suo patrimonio storico, architettonico e botanico è stato definito nel 2014 il parco più bello d’Italia.
Tra i più antichi e rilevanti al mondo per l’unicità dei reperti esposti, il Museo Archeologico di Napoli è ospitato nel monumentale Palazzo degli Studi, tra i più imponenti di Napoli. L’origine della collezione si deve alla figura di Re Carlo di Borbone, che nel 1734 attua una massiccia politica culturale. Dopo vari lavori di modifica, nel decennio della dominazione francese furono realizzati i primi allestimenti, assumendo con il ritorno dei Borbone a Napoli la denominazione di “Real Museo Borbonico”. Le collezioni del Museo, tra cui quella Egizia e Farnese, sono andate via via arricchendosi fino ad assumere la forma attuale: le sale sono riunite al primo piano, disposte attorno al cortile orientale al cui centro compare uno splendido labrum in porfido rosso, parte della collezione Farnese.
Situato nel cuore del centro antico di Napoli, il Museo Cappella Sansevero è un gioiello del patrimonio artistico internazionale, circondato fin dalle sue origini da un alone leggendario. Nel 1740, da tempio votivo, si trasforma in scrigno d’arte su desiderio di Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero, mecenate ed esponente del primo illuminismo europeo. I lavori per la riorganizzazione della Cappella, che presenta un’unica navata a pianta longitudinale, seguono i criteri del tutto nuovi e personali del principe: un esempio sono le sei finestre strombate che illuminano l’intera Cappella e un gioco illusionistico, all’altezza dell’abside, di una finta cupoletta.
Al pari del vicino “Castel Sant’Elmo”, la Certosa di San Martino è un eccezionale esempio di architettura barocca, nonché uno dei migliori punti panoramici per ammirare il Golfo di Napoli. La sua costruzione risale al 1325 per volere del Re Carlo D’Angiò ma della struttura originaria resta ben poco: la Certosa per come la conosciamo oggi si deve in prevalenza all’Architetto Cosimo Fanzago che nei primi decenni del ‘600 trasforma il severo aspetto gotico nell’attuale raffinata veste barocca: appaiono così le decorazioni composte da fogliami, frutti, volute stilizzate, cui gli effetti cromatici e volumetrici, che ancora contraddistinguono l’intero complesso con realismo e sensualità. Ottenuto il riconoscimento di Monumento nazionale, il Museo Nazionale di San Martino si articola su due livelli all’interno della Certosa aprendosi al pubblico nel 1867.