Una rete di gallerie serpeggia sul terrazzo in cima al parcheggio di Peckham, sede estiva annuale di Bold Tendencies, l’organizzazione che negli ultimi tredici anni ha commissionato opere d’arte, opere d’architettura e performance create appositamente per questo spazio. Quando Liz Glynn è stata invitata a creare un’opera sul tema della Fiction per la mostra di quest’anno, ha cercato ispirazione nella ricchezza della storia punk di Londra e nelle sue infrastrutture per raccontare la scomparsa di una subcultura. In Unearthed Underground (2019) l’artista americana è partita in particolare dal sistema di fognature di Joseph Bazalgette, creato in seguito a una lunga mobilitazione pubblica per l’eliminazione delle infezioni e del tanfo delle discariche all’aperto, e infine messo in opera nel 1875. “Non so di preciso che cosa mi abbia indirizzato alle fognature. Però ho trovato tutte queste informazioni sulla ‘Grande Puzza’ di Londra”, dice Glynn. Per Glynn la fogna è la metafora dell’undergoround, delle comunità inascoltate e ignorate, e l’installazione consiste, in modo molto concreto, nello sventrare e mettere alla luce questi problemi. “Per correggere questa situazione, che era davvero un problema materiale lampante e quotidiano, ci sono voluti trentacinque anni”, spiega. “Mi pare che possa anche rappresentare una speranza che certe situazioni più estreme, si tratti della Brexit oppure di Donald Trump e via dicendo, possano cambiare.” Ma a questa posizione ottimistica si unisce la preoccupazione per l’‘allineamento’ della città in senso estetico e ideologico, che non lascia spazio ai movimenti underground i quali, dice Glynn, l’hanno formata quando era una giovane artista. “Se si parla con gli artisti più giovani”, si chiede, “esiste ancora non solo l’estetica di un movimento underground, ma l’idea stessa del tipo di comportamento che potrebbe crearne una? Oppure è completamente scomparsa?”. “Io la penso come una persona che si è formata nella percezione di essere marginale, mi fa star male che ciò non si verifichi per altri, e penso anche che lo spazio della socialità, con la sua caratteristica di luogo di dibattito allargato, sia qualcosa che per me continua a essere importante.” Secondo lei questo sradicamento delle culture alternative si riflette nell’architettura urbana, e nota un profondo cambiamento a Los Angeles, dove si trasferì nel 2008 per studiare al CalArts: “C’è qualcosa di veramente impressionante nell’abitare in una città dove c’erano parecchia personalità e parecchie culture alternative e ritrovarsi in un posto dove tutto è semplicemente pulizia e vetro”. È qui che Los Angeles e Peckham si incontrano, mentre anche la gentrificazione incombe sulle comunità di artisti cresciute intorno alle scuole d’arte di Camberwell e Goldsmiths, minacciando con la ristrutturazione del parcheggio la chiusura della stessa di Bold Tendencies. Dentro le gallerie Glynn ha collocato oggetti che simboleggiano la forza dell’underground: gli accessori di una cena che si dice abbia avuto luogo nella fognatura in occasione del suo completamento e una giacca di cuoio molto consunta. Unearthed Underground è accompagnata da una serie di opere commissionate in occasione della mostra Fiction – come Agape (Infernal Cityscape) di Matt Copson, scenografia all’aerografo di un padiglione da luna park – e da opere degli anni precedenti, tra cui le linee serpeggianti come bave di lumaca di Agora di Richard Wentworth (2015).
Unearthed Underground: c’è ancora spazio per una cultura alternativa?
Liz Glynn ha metaforicamente sradicato un sistema di fognature e l’ha trasferito sul tetto di un parcheggio multipiano nel sud di Londra.
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- Jessica Mairs
- 08 agosto 2019
- Londra