L’opera presentata nel padiglione “Life in the folds” è composita: stampa, scultura, cinema si fondono per dare forma a un’installazione di grande rigore formale, che prende vita grazie alla musica. La mostra si sviluppa attraverso una serie di trasposizioni, a partire da forme astratte che l’artista struttura in un alfabeto criptato, ma utilizzabile, con il quale compone le frasi di brevi testi poetici. Questi nuovi caratteri tipografici subiscono poi una nuova transizione trasformandosi in segni fonetici, dai quali si sviluppano testi che si presentano come partiture musicali. Ciascun carattere, segni grafici e d’interpunzione compresi, prende poi la forma di uno strumento musicale: un’ocarina in ceramica, che, se suonata, emette un suono particolare per ogni lettera.
Nel padiglione quasi 1.000 ocarine si confrontano con le 92 pagine di partiture fonico-musicali disegnate con il nuovo linguaggio inventato dall’artista, e fotocopiate, quindi appese alle pareti.
Le immagini della violenza non sono mostrate. Nel momento del linciaggio prendono il sopravvento la figura del burattinaio e la musica. Nel padiglione durante la proiezione un ensemble interpreta dal vivo la colonna sonora e gli eventi della storia suonando le ocarine.
Si tratta di Ensemble Liminare, un gruppo indipendente di musica contemporanea con sede a Città del Messico e dedicato alla musica sperimentale. Intanto due attori distribuiscono il giornale creato dall’artista e scritto con l’alfabeto criptato, che contiene un saggio critico su alcune questioni politiche messicane.
fino al 26 novembre 2017
Carlos Amorales – Life in the Folds
Padiglione del Messico
57. Esposizione Internazionale d’Arte
Arsenale, Sala d’Armi, Tesa B
Curatore: Pablo León de la Barra
Commissario: Gabriela Gil Verenzuela