Tra le montagne della Sierra Madre del Sur sorge la città di Oaxaca. A poche centinaia di metri dal suo centro storico, riconosciuto nel 1987 come Patrimonio dell’Unesco, la periferia nord mette in mostra un’architettura vernacolare che, sebbene poco celebrata, offre soluzioni pratiche a problemi peculiari delle zone subequatoriali, come la necessità di aumentare la ventilazione naturale e proteggere l’edificio durante le infuocate giornate estive. Negli ultimi decenni la città ha acquisito una notevole notorietà anche per i propri edifici contemporanei come il ristorante dello studio Espacio 18 Arquitectura, la casa dello studio Ludwig Godefroy Architecture, la scuola d’arte di Mauricio Rocha e l’archivio storico di Mendaro Corsini Arquitectos.
Casa Va, opera dell’architetto Omar López Bautista col suo studio Et.co, si trova sulla collina Cerro del Fortín, all’interno di un’area densamente costruita e di complessa accessibilità. Il lotto piccolo e scosceso, con un dislivello di circa 12 metri, ha indirizzato l’architetto verso una soluzione a sviluppo verticale, che integra due spazi indipendenti: un piccolo appartamento in affitto e un’abitazione per i committenti. Il progetto ruota attorno alla vista panoramica sulla città e sul Monte Alban, cercando di isolarsi dai vicini e mantenendo libera la zona pianeggiante superiore, attraverso due huajes, alberi nativi da cui deriva il nome Oaxaca.
La scelta di colori e materiali e la composizione degli spazi richiamano l’architettura emozionale degli edifici modernisti di Juan O’Gorman (1905-1982) e Luis Barragán (1902-1988), cercando un colloquio con le preesistenze della città e del territorio circostante, senza però rinnegare il proprio carattere.
Attraverso una forma chiara e concreta e il massimo utilizzo del sistema strutturale, riesce a dominare e ad abitare un luogo molto complesso, dove ora il risultato è così naturale da permetterci di percepire e concentrarci sul panorama come vero protagonista.
ET.co
Dal punto di vista volumetrico la casa si sviluppa su due piani fuori terra e un seminterrato. L’ingresso principale, situato al piano inferiore, dà accesso al piccolo appartamento in affitto, uno spazio in calcestruzzo armato a vista, che include una cucina-soggiorno, un bagno e una camera da letto con vista sulla città. Il corpo principale della casa si sviluppa tra materiali grezzi e colori pastello, in una camera da letto con accesso al giardino posteriore, una cucina, un bagno, un patio di servizio e un’area soggiorno-pranzo a doppia altezza con curtain wall e soffitto a cassettoni triangolari in calcestruzzo, al piano terreno. Al primo piano si trovano invece la camera da letto principale, un bagno, uno spogliatoio e una piccola terrazza privata triangolare che guarda la città.
La costruzione di Casa Va ha rappresentato una sfida significativa anche dal punto di vista tecnico in quanto l’accesso al sito ha impedito l’uso di macchinari ingombranti, costringendo i costruttori a eseguire manualmente tutte le fasi di cantiere favorendo l’impiego di materiali trasportabili e valorizzando il genius loci. In questo modo l’edificio non solo si integra armoniosamente nel contesto circostante, ma esalta anche le tradizioni e le competenze locali, rendendo omaggio alla storia e alla cultura della regione di Oaxaca.