A Simala, un piccolo paese in Sardegna, lo studio di Martino Picchedda ha trasformato un vecchio rudere in un nuovo luogo pubblico. Quella che una volta era una casa si apre così all’esterno, la selva di piante che infestava il luogo abbandonato lascia che la pavimentazione lapidea e i lacerti murari descrivano una nuova idea di spazio, e quello che era un arco di ingresso lascia che dalla strada si acceda all’area e alla sua rinnovata identità.
La trasformazione di un rudere in Sardegna, da selva abbandonata a spazio pubblico
Prendendo ispirazione da Burri, la piazza progettata dallo studio di Martino Picchedda ripensa l’interno di un edificio in rovina, conservando e reinterpretando il vuoto e il suolo.
Foto Cédric Dasesson
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- Kevin Santus
- 06 marzo 2024
- Simala (Sardegna), Italia
- Martino Picchedda
- 500 mq
- Spazio pubblico
- 2024
Ispirandosi ai disegni di Piranesi, e all’opera di land art di Burri, Picchedda trasforma i muri rimasti in una quinta scenica dello spazio collettivo. Il suolo diventa invece un intreccio di tessiture in pietra, riprendendo le modalità di disposizione del passato, con le tipiche pavimentazioni a “impedrau” e in “tellas”, lavorando su diversi gradi di permeabilità, e riutilizzando alcuni vecchi elementi ritrovati nel luogo. L’architettura tradizionale del contesto costruito sardo riverbera in questo modo all’interno del nuovo intervento; le murature liberate dalla vegetazione sono state ripulite, trattate e intonacate con uno strato di calce, così da proteggere gli elementi verticali.
La semplicità dello spazio ritrova così l’identità della cultura contadina del paese, in un’operazione capace di portare in vita la memoria collettiva del luogo. I segni minimali attingono così alla poetica della semplicità, ai materiali che tessono un racconto di continuità con il costruito e le tecniche tradizionali, in un progetto che custodisce la rovina e la nobilita.