Un modulo abitativo turistico che permette di immergersi nella natura a 360°, ma conservando contemporaneamente la possibilità di riparo e privacy. Da quest’idea Casa Ojalá era stata presentata dall’architetta Beatrice Bonzanigo durante la Milano Design Week 2019. Dopodiché l’idea si è trasformata in una società fondata con il l’ingegnere Ryan Nesbitt, con tanto di brevetto approvato nel 2020. Ora il primo prototipo è stato terminato e installato nell’antico cuore della Val d’Orcia, in Toscana.
Tra i vigneti toscani, un prototipo abitativo per il turismo di lusso
Dopo la presentazione al Salone del Mobile 2019, l’architetta Beatrice Bonzanigo è pronta ad aprire in Val d’Orcia il primo prototipo di Casa Ojalá, uno spazio minimo flessibile per un’esperienza turistica immersiva all’aria aperta.
Foto Luca Miserocchi
Foto Luca Miserocchi
Foto Luca Miserocchi
Foto Luca Miserocchi
Foto Luca Miserocchi
Foto Luca Miserocchi
Foto Luca Miserocchi
Foto Luca Miserocchi
Foto Luca Miserocchi
Foto Luca Miserocchi
Foto Luca Miserocchi
Foto Luca Miserocchi
Foto Luca Miserocchi
Foto Luca Miserocchi
Foto Pietro Cremona
Foto Pietro Cremona
Foto Luca Miserocchi
Foto Luca Miserocchi
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Foto Luca Miserocchi
Foto Luca Miserocchi
Foto Camilla Bonzanig
Foto Camilla Bonzanig
Foto Camilla Bonzanig
Foto Luca Miserocchi
Foto Luca Miserocchi
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- Romina Totaro
- 12 luglio 2021
- Montalcino, Italia
- Beatrice Bonzanigo
- 27 mq
- residenza turistica
- 2021
A pianta circolare, la piccola architettura si ispira al design nautico, rendendo lo spazio di appena 27 mq un’ingranaggio flessibile dotato di meccanismi manuali, maniglie, carrucole e manovelle: pareti interne che si smaterializzano scivolando su binari invisibili, letti nascosti a filo del pavimento in mogano, persino la toilette è a scomparsa. L’architettura, più simile a una giostra che a un’abitazione, riesce così a cambiare pelle a seconda delle necessità e dei momenti della giornata, ora completamente permeabile verso il paesaggio, ora chiusa e introspettiva. Gli unici elementi costanti sono la vasca e il caminetto a bioetanolo, oggetti scultorei che rimandato all’intimità domestica.
Matericamente la casa è stata realizzata con legname accuratamente selezionato, tessuti in plastica riciclata e ceramica fatta a mano. “Penso al lusso della casa come ad un ritorno di mani all’opera, che sia radice d’evoluzione. Al di là degli automatismi del viaggio e dell’abitare dell’oggi, tra virtuale ed iper tecnologia”, spiega l’architetta Bonzanigo. Sul pilastro centrale che sospende la casetta dal suolo, si innestano gli arredi fissi – libreria, armadio, comodino e lavandino – e gli scalini che permettono l’accesso alla copertura, dove i pannelli fotovoltaici montati e un impianto meccanico e di gestione delle acque, dovrebbero aiutare Casa Ojalá a diventare un’unità autosufficiente.
- Casa Ojalá
- Beatrice Bonzanigo
- Rosewood Castiglion del Bosco
- Wood-Skin, Victoria Yachting, Viabizzuno by Hi-Lite Next, Serge Ferrari, Harken by Mare Torino, Agape, Rototec, Culligan, Veleria Viganò, Serramenti Simonetto, Textim di Claudio Presotto, Sunbrella, Emap meccanica, IRS ingegneria realizzazioni speciali, Mafos, Ebel, Olfez
- Montalcino, Toscania, Italia
- 2021