“In un momento difficile, in cui stiamo ripensando le nostre strutture sanitarie, credo che Emergency Hospital 19 sia un passo importante verso un modello di ospedale sostenibile, efficiente e dal volto umano” spiega a Domus l’architetto Filippo Taidelli, che ha firmato il progetto in collaborazione con Technint Engeneering Construction. “La nuova struttura realizzata all’interno del polo sanitario di Humanitas, a Rozzano, rafforza la capacità di risposta al virus nell’area lombarda, ma l’idea era quella di mettere a disposizione un modello replicabile dovunque sorgano emergenze legate alle malattie infettive”.
E infatti, grazie all’impiego di particolari monoblocchi prefabbricati, l’Emergency Hospital 19 può essere facilmente trasportato e montato in tempi molto brevi: “I 2.750 metri quadri del centro di Rozzano sono stati completati in soli tre mesi”, afferma il progettista. “È una struttura modulare estremamente flessibile, che può cambiare ‘taglia’ a seconda delle esigenze, aumentando o diminuendo la superficie delle sei aree specialistiche su cui ci siamo focalizzati”. A ciascun’area è garantita la massima autonomia funzionale e l’organizzazione degli spazi assicura la necessaria separazione dei flussi fra pazienti, medici e operatori sanitari.
Ma l’ospedale del futuro guarda anche all’ambiente: l’intera struttura, infatti, è avvolta da una sorta di ‘seconda pelle’, un involucro che funziona da mitigatore climatico (abbatte del 50 per cento l’energia termica in entrata) ed è studiata per poter adattare l’edificio alle differenti condizioni climatiche del sito dove viene costruito. Il progetto prevede anche la realizzazione di aree verdi esterne, un elemento questo che, oltre a essere funzionale al progetto termico, e quindi alla sostenibilità dell’edificio, diventa allo stesso tempo un efficace ausilio terapeutico. A Rozzano la vegetazione, inquadrata dalle ampie finestre, diventa una sorta di fondale visivo nei reparti di degenza. Una zona patio, al centro della struttura, offre agli operatori un’oasi anti-stress immersa nella natura. Del resto l’umanizzazione degli spazi ospedalieri, che per Taidelli “significa trasformare l’ambiente sanitario in una risorsa funzionale al processo di guarigione”, è un tassello irrinunciabile per l’ospedale del futuro: luce, colori, scelta dei materiali e degli arredi, “diventano importanti per creare serenità, familiarità e benessere in spazi altrimenti anonimi”, sottolinea Taidelli, che da anni studia un nuovo modello di architettura ospedaliera. “Il ‘bello terapeutico’ è proprio questo: portare dentro all’ospedale tutto quello che c’è fuori: la vita, gli affetti, la natura”.
- Luogo:
- Rozzano (MI)
- Committenza:
- Immobiliare Pieve S.r.l.
- Superficie totale:
- 2750 mq
- Moduli:
- 6 con pronto soccorso, terapia intensiva e sub-intensiva, degenze con pressione negativa,area diagnostica,blocco operatorio e radiologia
- Partner impianti:
- E-Plant, Tecnologie Applicate, SOL, TELCOM
- Assistenze edili:
- Impresa Pirovano
- Partner edili:
- Locabox (strutture prefabbricate) e Operamed (struttura prefabbricata sala operatoria)
- Arredi:
- Gerflor e Greenwood (finiture interni ed esterni), Isea (pellicole e segnaletica), Philips (monitor), Linet e Malvestio (arredi medicali), Drager e BD (macchinari medicali), Sikkens (pitture murali)
- Luci:
- Disano, Performance in Lighting, iGuzzini e DGA