Dal Novecento e fino ai giorni nostri pochi paesi hanno contribuito quanto la Francia alla storia del logement collectif, della casa per tutti, in termini sia di quantità di alloggi costruiti che di ricerca tipologica sullo spazio domestico. Le contraddizioni e le tragedie sociali dell’epoca dei grands ensembles modernisti, però, hanno lasciato cicatrici profonde in una cultura architettonica che oggi è impegnata, più o meno consapevolmente, a distaccarsi dagli errori dei decenni passati.
Il progetto di Sophie Delhay per 32 alloggi a Digione può essere letto anche in opposizione a due grandi traumi del secolo scorso: la standardizzazione spersonalizzante delle unità abitative, inserite negli edifici residenziali costruiti au kilomètre (citando Le Corbusier) e la mancanza di luce naturale, negata all’interno domestico da pannelli prefabbricati che limitavano al minimo le superfici vetrate.

Il complesso progettato da Delhay comprende tre tipologie diverse di alloggi, che ricostruiscono nel lotto assegnato la complessità di un quartiere residenziale stratificato nel tempo: due varianti di appartamenti e una sequenza di case a schiera indipendenti. Tutti sono accomunati da un trattamento simile della zona giorno, sempre a doppio affaccio, sempre con una porzione a doppia altezza, e sempre aperta verso l’esterno con una parete interamente vetrata.
Delhay definisce questa stanza come il séjour-cathédrale, il “soggiorno cattedrale”. Lo spazio della vita domestica si fa, di nome e di fatto, spazio monumentale, e non più minimo. Le aree collettive (l’orto condiviso, la terrazza panoramica) costituiscono un gradito complemento alle sue qualità, piuttosto che l’urgente compensazione delle sue mancanze.

- Progetto:
- 32 logements-cathédrale
- Programma:
- 32 alloggi
- Luogo:
- Digione, Francia
- Architetti:
- Sophie Delhay architecte
- Superficie:
- 2.392 mq
- Completamento:
- 2020

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