Bombay, Women in Design 2020+: 10 progettiste da conoscere

La seconda edizione della conferenza Women in Design 2020 curata dalla Fondazione Hecar a Mumbai ha riunito 35 grandi professioniste da tutto il mondo che hanno parlato di mestiere, etica e passione.

Da anni il tema delle donne nel design è molto discusso. Quest’anno, la conferenza Women in Design 2020+, tenutasi a Bombay e curata da The HECAR Foundation, ha affrontato l’argomento in maniera delicata e approfondita. La conferenza ha riunito 35 donne che operano nei settori dell’architettura, del design, dell’edilizia e dell’arte provenienti da India, Sri Lanka, il Cairo, Spagna, Libano, Australia, Iran, Londra e Stati Uniti.

La conferenza ha favorito interazioni tra le diverse culture, e ha permesso a queste donne di condividere le storie dei loro percorsi, i progetti che le hanno portate al successo e le ideologie che le caratterizzano. Queste progettiste ricercano “valori” piuttosto che strategie, vedono il loro lavoro come personale e non come una questione di mero business e considerano la sensibilità come un punto di forza.

Tata Consultancy Services
Tata Consultancy Services (TCS), Indore Campus – Progettato da Somaya and Kalappa Consultants. Image credits Somaya and Kalappa Consultants

“Quello dell’architetto è visto dalla società come un ruolo marginale. Eppure, attraverso un approccio progettuale compassionevole, gli architetti diventano veri e propri custodi dello spazio”, spiega Brinda Somaya, presidentessa di The HECAR Foundation e fondatrice di Somaya and Kalappa Consultants (SNK), Mumbai. Brinda vuole che venga restituita “dignità” alle donne, rispettando la loro individualità, dando loro libertà, spazio e potere decisionale.

La sua riflessione sulla storia e il percorso delle donne-architetto indiane, con l’esempio di Lavina Colgan Mody, una delle prime in India, è stato un momento intenso, soprattutto vista la presenza della nonagenaria Lavina tra il pubblico in sala. L’interesse di Brinda nei progetti comunitari sono un’ulteriore prova della sua sensibilità progettuale.

Secondo Poonam V. Mascarenhas, fondatrice e direttrice di Archinova_Environs (Goa, India) i progettisti sono i “custodi” dell’architettura, e hanno il compito di preservare il pianeta. Durante la conferenza si è focalizzata sui valori attribuiti agli edifici in termini di spazio e materialità. Parlando di proprietà del patrimonio come responsabilità di una nazione, ha poi fatto l’esempio della costituzione indiana, che vede la valorizzazione e la conservazione della cultura e del patrimonio come un dovere fondamentale di ogni cittadino.

Rupali Gupte (BARDStudio, Mumbai) amplia il ruolo dell’architetto a quello di storico, urbanista, artista, archivista, polemista e costruttore di lessico. Questi ruoli interdisciplinari si ritrovano facilmente in tutti i suoi interventi progettuali, che dimostrano la sua comprensione critica e il suo studio approfondito degli spazi e delle comunità.

Somaya and Kalappa Consultants
India and the World: A History in Nine Stories – Allestimento di Somaya and Kalappa Consultants al CSMVS, Prince of Wales Museum, Mumbai. Image courtesy of Somaya and Kalappa Consultants

Nandini Somaya Sampat, direttrice di SNK, ha presentato i progetti del suo studio, dimostrando come l’architettura possa adattarsi, senza soluzione di continuità, a diversi concetti, artefatti e contesti in continua evoluzione; il tutto conferendo un’identità propria agli spazi progettati, rispettandone la storia e mescolando artigianato e tecnologia. “Collaborazione significa pensare cose che non esistevano prima che qualcuno entrasse nella stanza”, ha detto, spiegando l’approccio progettuale di SNK.

“Anche le terrazze vengono progettate”, ha detto Chitra Vishvanath, AD di Biome Environmental Solutions, Bengaluru, mentre presentava i suoi progetti di architettura ecologica, i quali si occupano di smaltimento sicuro dei rifiuti e di gestione intelligente dell’acqua. Lo studio ecologico e contemporaneo in cui lavora Chitra utilizza principalmente il fango come materiale di costruzione. Il suo percorso architettonico rispecchia perfettamente l’obiettivo principale di costruire in modo responsabile, a costi contenuti, e di contribuire in modo positivo all’ambiente.

Il deposito incontrollato dei rifiuti e il settore informale della raccolta dei rifiuti al Cairo è stato oggetto di attenzione da parte di Laila Iskandar, ex ministra di Stato per la riqualificazione urbana e insediamenti informali in Egitto. Dopo aver parlato dei salari vergognosamente bassi destinati agli operatori ecologici, e del problema della raccolta manuale dei rifiuti da parte delle donne, Laila Iskandar ha chiesto a gran voce un cambiamento di paradigma nella comprensione delle norme dell’industria dei rifiuti.

Madhavi Desai, architetto e scrittrice di Ahmedabad, ha affrontato la questione della minore rilevanza delle donne designer in India come creatrici, utenti dello spazio pubblico e responsabili delle decisioni, e della loro difficoltà ad ottenere una massa critica. La sua ricerca approfondita sui risultati ottenuti dalle donne architetto in India è stata motivata dal suo sogno di creare una piattaforma virtuale per le donne.

Per quanto riguarda le questioni di genere nel mondo dell’architettura e del design, Samira Rathod, fondatrice di Samira Rathod Design Atelier a Mumbai, ha parlato della necessità che le donne si adattino a diversi ruoli e facciano scelte più informate. Dichiarando la sua insicurezza, ha affermato: “Non sono mai felice dopo il completamento di un progetto. Questa insicurezza continua a spingermi a dare il meglio di me. La mia felicità deriva dal fatto che devo alzarmi e andare al lavoro ogni mattina”.

Shubhra Raje, architetto ed educatrice che vive e lavora tra gli Stati Uniti e l’India, parla della costruzione di relazioni legate alla diversità di genere. Lei mira a “costruire di meno” e all’accettazione di uno stile di vita più sostenibile. Parlando del suo lavoro in India e negli Stati Uniti ha detto: ’Ciò che deve essere coerente è il modo in cui lavoro, e i valori con cui lavoro”.

Vibha Bakshi
Immagine dal film SON RISE, diretto e prodotto da Vibha Bakshi. Credits Vibha Bakshi

“Sensazionalizzare è facile, ma sensibilizzare è difficile”. Con i suoi flim duri la regista indiana Vibha Bakshi contribuisce a mantenere vivo il dibattito più generale sul ruolo della donna in India, documentando scene di vita vera tra le strade delle città.

Sognando un giorno in cui queste discussioni di genere si fermeranno, le oratrici della conferenza hanno incoraggiato le donne a farsi valere, a ispirare e a collaborare, a uscire dalla loro comfort zone e a lavorare su progetti infrastrutturali sempre più ampi.

A vent’anni dalla prima edizione della conferenza, la ventesima ha raccontato un percorso lungo due decenni delle donne nel campo della progettazione. “Vi invito tutti a pensare in termini di guadagno: questa conferenza può portare a una maggiore uguaglianza per le donne, e farci ottenere ciò che meritiamo”, ha concluso Brinda.

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