“C’è oggi un’autodistruttiva e diffusa tendenza ad attribuire al movimento moderno tutte le peggiori qualità e caratteristiche. […] Per non apparire reazionari, ci si butta sul postmodernismo e ci si diverte. Il postmodernismo ci libera da un oppressivo complesso paterno e dalla frustrazione di un compito fallito…” Comparse su Domus 647, febbraio 1984, queste parole appartengono allo storico e architetto Bruno Zevi. In quel periodo il direttore di Domus era Alessandro Mendini e l’art director Ettore Sottsass. 24 anni dopo il dialogo tra Zevi e Mendini non sembra sia cambiato molto. La fiducia in una modernità razionale e positiva è ai minimi storici. Qui in Italia crollano le infrastrutture simbolo di un periodo caratterizzato da ottimismo e sperimentazione, mentre nel Regno Unito regna l’incertezza sulle conseguenze di una Brexit annunciata ma ancora da definire. E l’architettura post-moderna? “Ha il difetto di essere desueta senza essere ancora abbastanza vecchia per essere rivalutata, mentre una nuova generazione di architetti cresciuta nella riscoperta di questi riferimenti, sta venendo fuori” (Denise Scott-Brown).
Inghilterra. Un padiglione alieno nel paesaggio del Lake District
Un’architettura colorata e interattiva è l’ultimo intervento di Studio Mutt, realizzato in omaggio alla Ordenance Survay, l’agenzia che mappa il paesaggio britannico.
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- Salvatore Peluso
- 20 agosto 2018
- Great Langdale
- Studio Mutt
- padiglione
- 2018
Tra la nuova ondata di autori inglesi che recupera l’eredità del canone figurativo troviamo Studio Mutt, una pratica con base a Londra e Liverpool che lavora in modo ironico ed eclettico, utilizzando la citazione e il campionamento per rispondere a esigenze contemporanee. Ultimo intervento dello studio è l’Ordnance Pavilion, un padiglione colorato situato nel Lake District, una regione montuosa nel nord ovest dell’Inghilterra. L’architettura di Mutt Studio è una delle sei opere realizzate in occasione del festival d’arte Lakes Ignite 2018. Il progetto è una celebrazione dell'Ordnance Survey, l’agenzia inglese che mappa il paesaggio britannico. L’Ordnance Pavilion interpreta l’influenza di queste mappature sulla nostra percezione del paesaggio. Secondo James Crawford, uno degli artisti dello studio: “Il lavoro è una scultura interattiva e semi-abitabile. Ci interessa il lavoro laborioso di mappatura e ri-misurazione del paesaggio, durato quasi 30 anni. Qualcosa che sembra completamente assurdo nel nostro mondo di oggi, in cui possiamo controllare tutto facilmente con i GPS.”
- Ordnance Pavilion
- padiglione
- Studio Mutt – James Crawford, Graham Burn, Alex Turner
- Great Langdale
- 2018