Parla inglese perfettamente, la barba lunga e nera, due occhi azzurri come i mari che bagnano la capitale ellenica. Andreas Agelidakis, dal lungo e prestigioso curriculum, è uno che ha le idee chiare. Recentemente ha lavorato a diversi progetti tra cui gli allestimenti della giovane Biennale di Atene di tre anni fa e da pochi mesi ha completato in città la ristrutturazione e l'interior del Ristorante Breeder Feeder, un piccolo gioiello della gastronomia contemporanea capace di riflettere al meglio la sua idea di architettura e design non lontana da ciò che Atene offre ai suoi occhi ogni giorno. Ma la duplicità è caratteristica di tutto il suo pensiero: ama montagne e nuvole, ma anche website e comunicazione interattiva (social media, blog, forum), opera preferibilmente tra arte e architettura, tra reale e virtuale, è diviso tra cemento e natura, innovazione e rovine (come memorie) del passato. Atene e una città spezzata, divisa da un passato glorioso fatto di rigorose proporzioni e rigide regole e oggi costellata da un'architettura selvaggia, aggiunta, non completata, interrotta, a-progettuale come si legge cosi facilmente nelle strade affollate.
Ho scelto di portarvi a Anafiotica perché contiene il DNA della città di Atene e ben sintetizza, dal mio punto di vista, la dualità della Grecia di oggi, divisa tra il folklore e l'ideale, l'architettura programmata e perfetta dei nostri antenati e le conseguente costruzioni realizzate a caso.