“Meraviglie quotidiane”, le opere di Luigi Caccia Dominioni sono rilette da Cino Zucchi in una corposa mostra-installazione, curata da CZA alla 16. Biennale Architettura di Venezia nel Padiglione Centrale ai Giardini.
Cino Zucchi e le meraviglie quotidiane di Caccia Dominioni
Nel Padiglione Centrale ai Giardini, Cino Zucchi rilegge le opere dell’architetto milanese e il suo personalissimo modo di pensare l’architettura.
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- Francesca Acerboni
- 22 giugno 2018
- Venezia
La mostra disvela il mondo di Caccia, il suo personalissimo modo di pensare l’architettura, in uno straordinario equilibrio tra dimensione urbana, argute invenzioni e capacità progettuali, che hanno prodotto soluzioni spaziali originali e ricche di cultura figurativa. Zucchi approfondisce questi aspetti andando oltre la relazione tra tradizione e modernità che pervade il dibattito italiano dal Dopoguerra in poi, e che è stata a lungo l’unica chiave di lettura dell’opera assai più complessa e “a stile libero” di Caccia.
Attraverso un inedito reportage fotografico realizzato per l’occasione, Zucchi riorganizza l’opera di LCD in tre gruppi tematici: facciate, spazi interni, dettagli. Le facciate – schermi abitati all’interno della città – diventano un “importante elemento d’interfaccia e dialogo tra la dimensione privata dell’alloggio e quella pubblica dello spazio urbano”. Gli spazi interni sono “cavità scolpite dalla luce e dal movimento” e i dettagli “intrecci narrativi tra materiale e forma”. Temi, questi, che si riallacciano coerentemente al Manifesto delle curatrici della Biennale, Yvonne Farrell e Shelley McNamara, che mettono in relazione il tema Freespace con le qualità essenziali dell’architettura: “la modulazione, la ricchezza e la materialità delle superfici, l’orchestrazione e la sequenza del movimento, rivelandone il potere intrinseco e la bellezza”.
Caccia Dominioni si confronta di continuo con questi temi nelle sue architetture, dove un ostacolo o un limite tecnico diventano sempre occasione di originalissima invenzione. Prolifico protagonista della ricostruzione postbellica a Milano – insieme con altri professionisti colti, come Asnago e Vender, Magistretti e Minoletti – Caccia resta il maestro silenzioso raccontato da Zucchi, che nella sua vita l’ha incrociato spesso per motivi professionali e personali. Una bellissima foto di Zucchi bambino insieme a un Caccia Dominioni sorridente è celata dietro il risvolto di copertina del catalogo, a suggerire un legame affettivo e un passaggio di testimone.
L’allestimento dell’esposizione – realizzato dallo studio CZA – documenta in modo meticoloso i progetti milanesi di LCD, fotografati e allestiti su supporti in acciaio brunito, e identificabili in un plastico in scala 1:5000 di Milano, che permette di riconoscere a colpo d’occhio la cospicua quantità di restauri, edifici ex novo, appartamenti, uffici, passaggi urbani firmati dall’architetto. Al centro dell’allestimento, un volume a volta dal perimetro poligonale – tagliato da setti verticali che ne individuano i due ingressi – è una sorta di Wunderkammer che punta la lente d’ingrandimento su un unico progetto, il complesso edilizio TiKiVi di corso Italia. Progettato da LCD nel 1957-1964, è una “sintesi perfetta tra invenzione e rapporto con la struttura urbana circostante del nucleo antico di Milano ferito dai bombardamenti della seconda guerra mondiale”. All’interno di questa stanza-nella-stanza, su pareti in marmorino rosso pompeiano che riprende i tipici colori usati da Caccia, sono esposti i disegni originali e i plastici a varie scale realizzati ad hoc, per comprendere la complessità urbana ma anche i dettagli più raffinati, come la lampada Grappolo, sospesa attraverso l’apertura ellittica, ulteriore citazione del lucernario ovale di Caccia. Un percorso che prende la forma di un piano-sequenza – spiega Zucchi – che mette in evidenza il particolare concetto di “urbanità che dall’opera si irradia al contesto allargato nello spazio e nel tempo”.
CZ non solo rilegge LCD, ma sa rispondergli in modo elegante, usando un linguaggio contemporaneo e allo stesso tempo allusivo, in un gioco di citazioni mai fine a se stesse. Emergono le talentuose capacità di LCD nel controllare le diverse scale del progetto e la sua grande libertà compositiva: dalla lampada alla città, passando per quella tipologia – su cui Caccia si misura spesso a Milano – che è il passaggio urbano: come in corso Europa, la lunga galleria snoda l’edificio dalla strada al cortile, mostrando la stupefacente bellezza del pavimento a mosaico di Francesco Somaini, che per molti anni collabora in sinergia con l’architetto.
Accompagna la mostra un sofisticato volume – curato da Cino Zucchi e da Orsina Simona Pierini – ricco di documentazione, fotografie, schizzi, disegni e moltissime citazioni: Everyday Wonders. Luigi Caccia Dominioni and Milano: the Corso Italia complex (Corraini editore).
- Meraviglie quotidiane – CZ legge MCD
- Cino Zucchi
- Orsina Simona Pierini
- Cino Zucchi, Orsina Simona Pierini, Stefano Goffi, Giulia Novati, Giulia Pellegrino, Michele Piolini con Matteo Ardone
- Sebastiano Beni, Andrea Bergamini, Luca Franchi, Silvia Giabbanelli, Byoung Hyoo Lee, Marco Modesti, Joseph Rigo, Dennis Saiello
- Padiglione Centrale, Giardini
- 24 maggio – 26 novembre 2018