“La nascita è sempre un’azione” sono le prime parole che emergono dal flusso melmoso, organico e emozionale che continua incessantemente a fluire all’interno dell’opera Birth V – Hi and Bye di Kris Lemsalu per il Padiglione dell’Estonia sull’isola della Giudecca. Il testo di accompagnamento all’opera è scritto in prima persona plurale, a voler sottolineare come la nascita non avvenga mai in solitudine. L’opera di Lemsalu, infatti, è il frutto di un lavoro di gruppo tra cui la curatrice Maria Arusoo, il poeta Andrew Berardini, la mentore Sarah Lucas, la ricercatrice Irene Campolmi, l’amica/collaboratrice Tamara Luuk e i performer che hanno animato il rituale inaugurale durante l’opening della Biennale. Questo breve elenco cita solo alcune delle presenze che hanno contribuito a creare un’opera allo stesso tempo individuale e collettiva.
Hi and bye! Kris Lemsalu e l’eterna rinascita del Padiglione Estone alla Biennale di Venezia
L’artista Krim Lemsalu indaga la forza creatrice della nascita e raccoglie sulla sua “nave” un team di collaboratori tra cui performer, un poeta e una ricercatrice.
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- Jacopo Miliani
- 28 maggio 2019
- Venezia
Foto Giulia Di Lenarda
Foto Giulia Di Lenarda
Foto Giulia Di Lenarda
Foto Giulia Di Lenarda
Foto Giulia Di Lenarda
Foto Giulia Di Lenarda
Foto Giulia Di Lenarda
Foto Giulia Di Lenarda
Foto Giulia Di Lenarda
Foto Giulia Di Lenarda
Foto Giulia Di Lenarda
Foto Giulia Di Lenarda
Foto Giulia Di Lenarda
Foto Giulia Di Lenarda
Al centro dell’installazione si trova una moltitudine di gambe e braccia che fuoriescono da una colonna in mattoni, già presente nello spazio. Tuttavia, la nascita non è solo corpo, ma qualcosa di difficilmente traducibile. È una trasformazione costante, paragonabile al suono dell’acqua che scorre nelle grandi vasche ai piedi della colonna. Nascere prevede sempre lo sforzo di una madre, forza creatrice femminile rappresentata da grosse vulve in ceramica, elemento presente in ogni unità compositiva del mostro-installazione. La mostruosità è qui esposta non come rappresentazione di ciò che sta fuori dell’ordinario, ma ripercorrendo il significato originario del termine monstrum: segno divino, prodigio, avvertimento. Dinosauri, calamari, lumache, batteri, naufraghi sono gli esseri che vengono richiamati dalle parole utilizzate per descrivere l’opera e dal suono che pervade la stanza, appositamente composto dall’artista Kyp Malone. Tutto si mischia e si rigenera e il disordine creativo altro non è che un nuovo ordine. Ogni nascita prevede quindi una rinascita (o una seconda nascita), “quella in cui inventiamo noi stessi”.
Immagine di apertura: Padiglione dell’Estonia. 58. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia. Foto Giulia Di Lenarda
- Estonia
- Kris Lemsalu
- Andrew Berardini, Irene Campolmi, Sarah Lucas, Tamara Luuk
- 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
- Giudecca 211, Venezia
- 11 maggio - 24 novembre 2019