Max Risselada (ed.), Alison & Peter Smithson A Critical Anthology, Ediciones Polígrafa, Barcelona 2011 (pp. 368; € 30,00)
Francesca Serrazanetti, Matteo Shubert, Giancarlo De Carlo, Moleskine, Milano 2012 (pp. 144; € 29,00)
Come comprendere il rapporto tra l'intimità' e l'architetto e interpretare la storia intima di una posizione dialettica e storica? Quando si studia un progettista, raramente ci si limita alla realizzazione del suo pensiero; né ci si può basare solo sulle analisi delle trasformazioni socioeconomiche e costruttive. Per capire davvero come un singolo architetto elabori la sua concezione progettuale si devono consultare a lungo le sue annotazioni, gli scritti, gli schizzi e i disegni, interpretare i suoi rapporti con altri architetti e verificare il modo in cui trasforma in spazio la sua realtà.
L'esigenza di questa prospettiva d'intimità si riscontra in vari modi in due libri che parlano di Alison e Peter Smithson e di Giancarlo De Carlo, tra i protagonisti del XX secolo. Max Risselada, dopo aver realizzato un'ampia ricerca d'archivio, organizzazione e raccolta di storia orale sul Team X, presenta il suo lavoro editoriale recente: Alison & Peter Smithson. A Critical Anthology.


La conclusione è una straordinaria rivisitazione dell'inestricabile ibrido di progetto, costruzione ed etica che caratterizzò il lavoro degli Smithson per quasi cinquant'anni: un lavoro che rimane valido e, forse, d'avanguardia perfino nella cultura architettonica di oggi. La loro reinvenzione del linguaggio modernista, nel contesto della responsabilità etica dell'architetto, può essere considerata parallela all'attuale problema dell'etica locale dell'ambiente umano immerso nella sfera globalizzata dell'architettura.
Entrambe le pubblicazioni sono proiezioni di un passato e di un futuro in movimento, che chiede con urgenza una riconsiderazione non solo del ruolo dell'architetto ma anche della storia recente della teoria dell'architettura e della sua antologia critica



