Benvenuto 2025. Domus saluta l’anno con Bjarke Ingels, il nuovo Guest editor che inaugura la sua direzione scientifica con “l’elogio del materialismo”, ovvero con “la ricerca dei modi in cui la storia umana è stata plasmata dai materiali che abbiamo saputo raccogliere e manipolare per dar forma al mondo che ci circonda”, scrive Ingels nel suo primo editoriale su Domus. Un articolo che dà una direzione precisa e invita i lettori a un vero virtuosismo, un salto quantico dal nostro ciberspazio alla realtà materiale, in cui la pietra è culla dell’architettura e quindi della società e del suo rapporto con la vita e il cosmo, dal tempio greco – “un edificio di legno tradotto in pietra” a Göbekli Tepe, Stonehenge, le grandi piramidi, l’Acropoli, Petra, il Colosseo, Angkor Wat, Machu Picchu fino all’Arco di Trionfo e l monumento a Washington, tutti rigorosamente di pietra. La ragione è semplice, spiega Ingels, perché “prima di imparare a tagliare e sovrapporre le pietre, abitavamo nelle caverne”.
Domus 1097 è in edicola
Il primo dei 10 numeri di Domus che Bjarke Ingels curerà nel 2025 celebra la pietra, culla dell’architettura e risorsa inesauribile per nuove sperimentazioni.
Testo Bjarke Ingels
Testo Bjarke Ingels con Amin Taha
Testo Sagrada Família team of architects
Testo Gilles Perraudin
Testo Elias Anastas, Yousef Anastas
Testo BDR Architekci
Testo INOUT Architettura
Testo Orma Architettura
Testo Alex Josephson
Testo Laurian Ghinițoiu
Testo Sabine Marcelis
Testo Anna Pesonen
Testo Najla El Zein
Testo Andy Goldsworthy
Testo José Manuel Castro López
Testo Bjarke Ingels
Testo Walter Mariotti
Testo Stefano Mancuso
Testo Silvana Annichiarico
Testo Javier Arpa Fernàndez
Testo Simona Bordone
View Article details
- La redazione di Domus
- 07 gennaio 2025
Disegnato ispirandosi alla Domus degli anni a cavallo fra i Sessanta e i Settanta dall’estro di Francesco Franchi e Lorenzo Frosi, Domus Gennaio 2025 si presenta con una copertina “in pietra” e una “testata verticale” in segno di tributo al passato rivisitato dalla genialità dell’architetto danese. E dopo l’apertura con una sezione grafica che ricorda le più importanti costruzioni in pietra della storia, e la formazione della pietra sul pianeta Terra, Domus apre la sezione architettura offrendo al lettore molte declinazioni sul tema pietra, a partire dalla studio visit che Ingels in persona fa a Amin Taha di Groupwork, studio londinese specializzato nell’uso della pietra per l’architettura contemporanea. A seguire, sette testimonianze d’eccezione sulla persistenza e il valore della pietra: un’interpretazione della Sagrada Familia, una riflessione dell’Atelier Perraudin su immobili misti a Lione, un’analisi di Elias e Youssef Anastas della capacità della pietra di “costruire politica”, un’inchiesta sul Columbarium complex di arenaria di BRD Arckitect. Inoltre, la riqualificazione di una piazza di Ferrara a cura del collettivo INOUT Arquitectura, la bellezza arcaica del Renava Pavillon alla Contemporary Art Biennale De Renava dello studio Orma Arquitectura e per concludere le evoluzioni dello Studio Partisan alla Rolex Royal de Versailles Jewellers boutique di Toronto.
Dopo la sezione architettura il lettore sarà colpito da una versione originalissima del portfolio, che racconta il viaggio di un blocco di marmo dalle Alpi apuane al Perelman Center di New York. Un viaggio che è come la prefazione visiva alle tre riflessioni che compongono la sezione design: un racconto di pietra di Sabine Marcelis, un dialogo con i luoghi di Surface design e una straordinaria seduta, Seat 1001, di Anne Pesonen. Nella sezione finale dela rivista, dedicata all’arte, il lettore potrà immergersi in due capolavori: Forma liberata di Najla El Zein e un monumento nel cuore del North York Moors National Park di Andy Goldsworthy.
Domus 2025 però si chiude con una sorpresa: la sezione Ossimori, che il Guest Editor Bjarke Ingels ha voluto riservarsi per approfondire un tema che – insieme col materialismo – gli sta molto a cuore. Nel primo articolo, con l’aiuto di José Manuel Castor Lopez l’ossimoro è dedicato alle “pietre morbide”, una sorpresa che è anche un fuoco pirotecnico intellettuale. L’ultima pagina della sezione del Guest Editor di Domus Gennaio 2025 continua la tradizione degli ultimi anni e resta dedicata alla copertina, che Bjarke Ingels ha voluto inaugurare con il Marinace Rosso, una pietra dai mille segreti.
Per finire, non possiamo che tornare all’inizio, ovvero alla sezione Diario che anche quest’anno sarà a cura di Elena Sommariva con la direzione di Walter Mariotti. Come sempre, nella sezione Diario, si mostrerà la plasticità e la pervasività dell’architettura, dell’arte e del design nella vita contemporanea. Oltre alle firme storiche della redazione – Loredana Mascheroni, Elena Sommariva, Simona Bordone - fra i protagonisti invitati a collaborare all’edizione 2025 del Diario di Domus ci sono il botanico Stefano Mancuso, il fisico Roberto Battiston, l’ingegnere spaziale Valentina Sumini, lo storico dell’economia Alberto Mingardi, l’attribuzionista e fotografa Valentina Petrucci, il saggista Antonio Armano, il critico d’arte e direttore di musei Marco Pierini, l’art director Francesco Franchi, la curatrice Silvana Annicchiarico, la critica letteraria e cinematografica Daniela Brogi e i giornalisti Paola Carimati, Massimo Valz-gris e Caroline Corbetta.
Buona lettura e buon anno con Domus 2025!
L’approccio dello studio londinese nell’utilizzo della pietra fa intravedere un percorso, virtuoso e sostenibile, per l’architettura contemporanea.
Per completare l’opera di Antoni Gaudí, gli architetti della Sagrada Família e gli ingegneri di Arup stanno usando lo stesso materiale con tecnologie edilizie all’avanguardia.
Nell’edificio a uso misto sono state impiegate due pietre diverse: più dura al piano terra e primo piano e più morbida a quelli superiori.
Stone Matters è una ricerca sperimentale sui modi unici e innovativi di lavorare la pietra che, da secoli, è il principale materiale da costruzione in Palestina.
La sfumatura chiara e calda della facciata rende immediatamente riconoscibile il complesso del columbarium nel locale cimitero municipale.
La pavimentazione in porfido crea un suolo continuo e permeabile che permette alla piazza, in parte ipogea, di agire come una grande spugna.
Il padiglione d’ingresso alla Contemporary Art Biennale De Renava plasma gli scarti di una cava abbandonata per esprimere la fragilità di un territorio ricco di storia.
Plasmate da un programma parametrico, le facciate di pietra calcarea della boutique Rolex mostrano il potenziale del materiale, nel rispetto del contesto.
In un gioco di rimandi tra colori e motivi, le sedute Swivel e la fontana Vondel Fountain Stacked celebrano la bellezza e la complessità del materiale.
Scolpite in marmo di Carrara, Introspection Seat 001 e Dialogue Seat 002 invitano all’introspezione e all’interazione offline.
Group of Five, Lovers Bench e Us, Her, Him sono installazioni pubbliche e scultoree sedute di travertino, pietra calcarea e marmo che sfruttano appieno le qualità dei materiali lapidei: resistenza, tenacia e sorprendente versatilità.
Avviato dieci anni fa su iniziativa del filantropo David Ross, l’intervento dell’artista inglese rinnova e valorizza i ruderi in pietra e il paesaggio.
Fosco Maraini, antagonista di stereotipi, archetipo di un irregolare
Come koala in una foresta di eucalipti
Studio ThusThat: alto artigianato dagli scarti
La prossima Costa: rigenerare i litorali spagnoli
A futura memoria