Domus 1094 è in edicola

Il numero di ottobre di Domus esplora il tema dell'industria e degli spazi dedicati al lavoro.

Editoriale/ Il futuro dell’industria e dei luoghi di lavoro L’editoriale del numero di  ottobre indaga la progettazione di luoghi di lavoro sostenibili e flessibili, in grado di migliorare l’interazione tra le persone e adattarsi alle trasformazioni tecnologiche e sociali.

Testo NormanFoster

Saggi/ La collaborazione creativa La genesi della collezione ideatada LoveFrom per Monclerracconta come alla base di unprogetto riuscito ci siano lepersone, le loro competenze e ilrapporto di rispetto che si crea.

Testo Jony Ive

Saggi/ L'epoca degli edifici sani è già qui Penalizzata dalla normativaedilizia mossa dalla crisienergetica, l’importanza dellaventilazione per la saluteè tornata al centro dellasensibilità progettuale.La transizione da un’epocadi edifici malati è cominciata.

Testo Joseph G. Allen

Saggi/ La tecnoligia al centro Architettura e urbanistica sistanno evolvendo velocementegrazie alla tecnologia. Che nonaiuta solo a progettare meglio,ma anche a connetterci meglio,sia in termini di softwaresia di esperienze condivise.

Testo Martha Tsigkari

Architettura/ Bovenbouw Architectuur, Caruso St John Architects, DDS+, Royale Belge Risposta raffinata allariqualificazione degli ufficidel Dopoguerra, l’interventorecupera l’edificio tutelato conscelte calibrate, che riesconoad adattare la struttura allenecessità odierne del lavoro.

Testo Sofie De Caigny

Architettura/ Mad Artchitects, Zgc International Innovation Center A Pechino, il nuovo centrocongressi non si ponesolo come infrastrutturafunzionale, ma, grazie allacopertura trattata a verde,anche come estensionedel paesaggio apertaalla città e alla comunità.

Testo Guanghui Ding

Architettura/ Heatherwick Studio, Big, Google Bay View Ultima aggiunta ai complessiBig Tech della Silicon Valley,il progetto presenta una seriedi qualità tecniche da primato,ma manca forse dell’inventivadei suoi predecessori.

Testo Mark Mack

Architettura/ Estudio MMX, Luis Campos, Campus Betterware Articolandosi in volumi ecollegamenti coperti, il progetto delcampus privilegia responsabilitàsociale e progettazione sostenibile.

Test Miquel Adrià

Architettura/ Groupwork, 8 Bleeding Heart Yard L’intervento dello studiodi Amin Taha fornisceuna risposta inventivaal tema dell’edificio peruffici facendo riemergereun pezzo di storia dell’arealondinese di Hatton Garden.

Testo Jonathan Glancey

Architettura/ Premier Office, Tropical Space Recuperando la tradizionelocale del mattone, lo studiovietnamita ha realizzatoun edificio per uffici che nullaha di generico: un incontrotra fiducia imprenditorialee ambizione architettonica.

Testo Julian Worral

Design/ Industrial facility, l'ufficio agile Da anni Sam Hecht e Kim Colinlavorano su un “non sistema”decostruito, adeguato a un mondoin cui la vita dei luoghi di lavorosta cambiando rapidamente.

Testo Deyan Sudjic

Intervista/ Neri Oxman, Spazi della natura interattiva Il nuovo laboratorio delladesigner israelo-americanaè stato concepito come unsistema vivo di interrelazioni traricercatori, robot e organismi.Qui racconta come il progettoarchitettonico ha datoespressione al suo approcciointerdisciplinare.

Testo Norman Foster

Foster sull'arte/ Il potere dell'arte La collocazione di un’operad’arte all’interno diun’architettura può essereun matrimonio d’amore tradue arti che rafforzala fruizione di entrambe.

Testo Norman Foster

Book review/Imparare a progettare da fallimenti e successi

Testo Luca Galofaro

Postscript/ Un nuovo terzo luogo

Testo Norman Foster

Archivio/ Controarchitettura industriale Un design incentratosulla risoluzione diproblemi è all’originedella prima architettura diNorman Foster che, comei pionieri dell’architetturaindustriale, non inventa,ma scopre.

Testo Matthew Foreman

Cover story/ Il futuro dell’industria e dei luoghi di lavoro

Testo Edward Burtynsky

Intervista/ Julian Opie, il mistero sottile di camminare a Milano Le sculture dell’artista britannico trasformano gli sconosciuti in eroi e la piazza di Portrait Milano in un museo a cielo aperto, accessibile a tutti.

Testo Walter Mariotti

Human design/ Dalla Finlandia al Kenya: l’arte dell’intreccio per le donne

Testo Paola Carimati

Mostre/ ll design della radio, specchio di come eravamo

Testo Loredana Mascheroni

Emerging territories/ Porto Alegre, cosa resta dopo il diluvio

Testo Javier Arpa Fernández

Recensioni/ Polifonia di talenti, torna Homo Faber

Testo Elena Sommariva

Memoria/ dieDAS: un monumento scomodo, per resistere all’oppressione

Testo Giulia Ricci

Mnemosine/ Sigurd Lewerentz invita a sedersi sui mattoni

Testo Cristina Moro

Punti di vista/ L’architettura e il caos: come vivere dopo le catastrofi Partendo dalle loro esperienze progettuali, Manuel Cervantes e Yoshiharu Tsukamoto raccontano come il modo di risolvere i problemi causati da disastri naturali o sociali è coinvolgere ampi gruppi di architetti, lavorando insieme per e con le comunità.

Testo Giulia Ricci

“Il luogo di lavoro è come la città in un microcosmo: le persone sono attratte sia dalla prospettiva di contatto sociale sia dallo stimolo di opportunità più ampie”, scrive Norman Foster nell’editoriale del numero di ottobre della rivista. Oggi questo ambito è stato travolto da una rapida trasformazione, anche a seguito della pandemia di Covid-19, oltre che a una frangia di mecenati che – assieme ad architetti, designer e artisti, ma anche scienziati e studiosi delle discipline più disparate – hanno fatto da pionieri nel portare maggiore qualità a questi ambienti. Questo è vero anche per l’opera del guest editor 2024: dal ground scraper concepito per la sede di Willis Faber & Dumas a Ipswich (1975) al grande anello di Cupertino per Apple (2018), fino alla torre 270 Park Avenue di JPMorgan Chase a New York (2025). Con questo numero, Foster propone una serie di spunti e visioni sul tema, con la speranza che “questi esempi marginali non siano più un’eccezione, ma dominino il mainstream per formare una nuova generazione di luoghi di lavoro”.

I tre saggi espandono alcuni temi specifici e sono stati scritti dal designer ed ex chief design officer di Apple Jony Ive, dal direttore del Healthy Buildings Program di Harvard Joseph G. Allen e da Martha Tsigkari, senior partner e responsabile del gruppo Applied R+D di Foster + Partners. 

Domus 1094, ottobre 2024

Ive racconta dell’esperienza della collaborazione fra il collettivo creativo LoveFrom, che ha fondato nel 2019 assieme a Marc Newson, e Moncler, che ha fatto nascere una prima collezione la cui genesi conferma come, alla base di un progetto riuscito, ci siano le persone, le loro competenze e il rapporto di rispetto fra loro. Allen guarda alla ventilazione come aspetto cruciale per la progettazione di strutture edilizie sane, specie per i luoghi di lavoro, e racconta della transizione da un’epoca di edifici malati già in atto. Tsigkari si concentra invece sul come l’architettura può essere supportata dalla tecnologia: “Progettazione interattiva e piattaforme d’analisi (…) permettono di calcolare e confrontare in tempo reale i parametri fondamentali delle scelte degli architetti (dalla sostenibilità al benessere e perfino agli indici finanziari), favorendo decisioni intuitive ma ben informate fin dalle fasi iniziali”.

La sezione Architettura raccoglie una serie di interventi recenti che riguardano l’industria e gli spazi del lavoro, e che hanno l’ambizione di sperimentare superando le strategie progettuali più canoniche. Sofie De Caigny scrive di Royale Belge, un intervento raffinato di Bovenbouw Architectuur, Caruso St John Architects con Dds+ su un edificio per uffici tutelato, realizzato negli anni Sessanta da René Stapels e Pierre Dufau. Guanghui Ding racconta del Zgc International Innovation Center di Mad Architects a Pechino, un centro congressi che fa della copertura un elemento caratterizzante, di continuità col paesaggio e di relazione con la comunità. Su Google Bay View di Heatherwick Studio e Big s’incentra l’analisi di Mark Mack, che lo compara a interventi storici nella Silicon Valley di altri architetti, sempre per le Big Tech. Il Campus Betterware Guadalajara di Estudio Mmx e Luis Campos è commentato da Miquel Adrià. Si tratta di un complesso logistico fatto di volumi inframmezzati da aree verdi con una rigorosa gestione delle acque piovane, equipaggiato con servizi per i dipendenti, che rompe la tradizionale divisione gerarchica presente negli spazi legati all’industria. Jonathan Glancey vede in 8 Bleeding Heart Yard a Londra, dello studio Groupwork, un edificio per uffici destinato all’affitto, “una vetrina del progetto sostenibile, oltre che un successo immediato di affari e di critica”. Un esempio per i futuri progetti speculativi. Situato a Ho Chi Minh City, Premier Office – dello studio vietnamita Tropical Space – si confronta con la tradizione del mattone locale, materiale inusuale per la tipologia. Dell’intervento, Julian Worrall dichiara che “è soffuso da un’affermazione prossima al regionalismo critico, per quanto attenta a raggiungere un pubblico internazionale, e abbastanza intraprendente da controllare le forze economiche di oggi per dare sostanza architettonica anche agli edifici per uffici in affitto”.

Il luogo di lavoro è come la città in un microcosmo: le persone sono attratte sia dalla prospettiva di contatto sociale sia dallo stimolo di opportunità più ampie.

Norman Foster, Domus 1094, ottobre 2024

Per la sezione Design, Deyan Sudjic si focalizza sulla concezione dell’ufficio agile di Industrial Facility. Tulipan è l’ultimo in senso cronologico fra questi progetti, realizzato per l’azienda danese a gestione familiare +Halle, che si aggiunge alla Oe1 Workspace Collection per Herman Miller che è stata ampliata quest’anno con nuovi elementi tra cui un tavolo regolabile in altezza.

Questo mese, Norman Foster intervista la designer israelo-americana Neri Oxman sul progetto del suo nuovo laboratorio, sede dello studio chiamato Oxman. È stato concepito come un sistema vivo di interrelazioni tra ricercatori, robot e organismi, in cui l’architettura fa da strumento per l’espressione del suo approccio interdisciplinare.

In Foster sull’arte, il guest editor pone l’attenzione sulla collocazione delle opere nei luoghi di lavoro. Partendo dall’opera site-specific Citibank Installation (Curtain) di Bridget Riley per la sede londinese di Citibank (1999), passando per lavori di Conrad Shawcross, Jenny Holzer e Olafur Eliasson, Foster sostiene che il potere dell’architettura venga rafforzato dal coinvolgimento dell’arte. In Book reviews, Luca Galofaro recensisce tre libri – di Bent Flyvbjerg, Dan Gardner, di Vaclav Smil e di Marian Tupy, Gale Pooley – che insegnano a progettare partendo da fallimenti e successi. Postscript è dedicato a un “terzo luogo”, alternativo alla casa e all’ufficio, dove mescolarsi felicemente. Invece in Archivio, in Controarchitettura industriale Matthew Foreman si concentra sulla progettazione incentrata sulla risoluzione dei problemi come origine della prima architettura di Norman Foster. In Cover story, il fotografo canadese Edward Burtynsky ci porta nella fabbrica del gruppo Bmw di Rosslyn, in Sudafrica, un luogo che esprime la sinergia tra competenza artigianale umana e robotica.

Nella sezione Diario, il direttore editoriale Walter Mariotti racconta la mostra di sculture dell’artista britannico Julian Opie, a Milano. Oggetto della rubrica Human Design di Paola Carimati è Mifuko, il marchio finlandese che produce cesti intrecciati a mano in Africa che compie 15 anni e che svela “l’anima più umana” del textile design. Loredana Mascheroni racconta della mostra “Radio Design: l’evoluzione estetica degli apparecchi radiofonici” all’Adi Design Museum di Milano (curata da Davide Vercelli) e dei nuovi progetti di Daniel Rybakken per Alias. In Emerging territories, Javier Arpa Fernández racconta delle conseguenze dell’alluvione e dell’esondazione del fiume Guaíba a Porto Alegre, avvenuta nel 2024: un test per una città divisa lungo linee socioeconomiche, che sta reagendo con un forte senso di collettività. Elena Sommariva ci porta in visita a Homo Faber, a Venezia, quest’anno con la direzione artistica di Luca Guadagnino e Nicolò Rosmarini: una polifonia di talenti che di anno in anno si arricchisce sempre più di iniziative satelliti. In Germania, Giulia Ricci ha partecipato all’evento “Walk + Talk” di dieDas. La nuova accademia di design progressista è sita nel complesso della Saalecker Werkstätten (1902) dell’architetto filonazista Paul Schultze-Naumburg, che sarà rinnovato da Dorte Mandrup. Cristina Moro, in Mnemosine, racconta della sedia disegnata da Sigurd Lewerentz per la chiesa di San Pietro a Klippan, ora prodotta dall’azienda svedese Tallum. In Punti di Vista, Giulia Ricci modera una conversazione fra Manuel Cervantes (Manuel Cervantes Estudio, Città del Messico) e Yoshiharu Tsukamoto (Atelier Bow-Wow, Tokyo) sugli strumenti che l’architettura ha per intervenire a seguito di disastri naturali o sociali.

Editoriale/ Il futuro dell’industria e dei luoghi di lavoro Testo NormanFoster

L’editoriale del numero di  ottobre indaga la progettazione di luoghi di lavoro sostenibili e flessibili, in grado di migliorare l’interazione tra le persone e adattarsi alle trasformazioni tecnologiche e sociali.

Saggi/ La collaborazione creativa Testo Jony Ive

La genesi della collezione ideatada LoveFrom per Monclerracconta come alla base di unprogetto riuscito ci siano lepersone, le loro competenze e ilrapporto di rispetto che si crea.

Saggi/ L'epoca degli edifici sani è già qui Testo Joseph G. Allen

Penalizzata dalla normativaedilizia mossa dalla crisienergetica, l’importanza dellaventilazione per la saluteè tornata al centro dellasensibilità progettuale.La transizione da un’epocadi edifici malati è cominciata.

Saggi/ La tecnoligia al centro Testo Martha Tsigkari

Architettura e urbanistica sistanno evolvendo velocementegrazie alla tecnologia. Che nonaiuta solo a progettare meglio,ma anche a connetterci meglio,sia in termini di softwaresia di esperienze condivise.

Architettura/ Bovenbouw Architectuur, Caruso St John Architects, DDS+, Royale Belge Testo Sofie De Caigny

Risposta raffinata allariqualificazione degli ufficidel Dopoguerra, l’interventorecupera l’edificio tutelato conscelte calibrate, che riesconoad adattare la struttura allenecessità odierne del lavoro.

Architettura/ Mad Artchitects, Zgc International Innovation Center Testo Guanghui Ding

A Pechino, il nuovo centrocongressi non si ponesolo come infrastrutturafunzionale, ma, grazie allacopertura trattata a verde,anche come estensionedel paesaggio apertaalla città e alla comunità.

Architettura/ Heatherwick Studio, Big, Google Bay View Testo Mark Mack

Ultima aggiunta ai complessiBig Tech della Silicon Valley,il progetto presenta una seriedi qualità tecniche da primato,ma manca forse dell’inventivadei suoi predecessori.

Architettura/ Estudio MMX, Luis Campos, Campus Betterware Test Miquel Adrià

Articolandosi in volumi ecollegamenti coperti, il progetto delcampus privilegia responsabilitàsociale e progettazione sostenibile.

Architettura/ Groupwork, 8 Bleeding Heart Yard Testo Jonathan Glancey

L’intervento dello studiodi Amin Taha fornisceuna risposta inventivaal tema dell’edificio peruffici facendo riemergereun pezzo di storia dell’arealondinese di Hatton Garden.

Architettura/ Premier Office, Tropical Space Testo Julian Worral

Recuperando la tradizionelocale del mattone, lo studiovietnamita ha realizzatoun edificio per uffici che nullaha di generico: un incontrotra fiducia imprenditorialee ambizione architettonica.

Design/ Industrial facility, l'ufficio agile Testo Deyan Sudjic

Da anni Sam Hecht e Kim Colinlavorano su un “non sistema”decostruito, adeguato a un mondoin cui la vita dei luoghi di lavorosta cambiando rapidamente.

Intervista/ Neri Oxman, Spazi della natura interattiva Testo Norman Foster

Il nuovo laboratorio delladesigner israelo-americanaè stato concepito come unsistema vivo di interrelazioni traricercatori, robot e organismi.Qui racconta come il progettoarchitettonico ha datoespressione al suo approcciointerdisciplinare.

Foster sull'arte/ Il potere dell'arte Testo Norman Foster

La collocazione di un’operad’arte all’interno diun’architettura può essereun matrimonio d’amore tradue arti che rafforzala fruizione di entrambe.

Book review/Imparare a progettare da fallimenti e successi Testo Luca Galofaro

Postscript/ Un nuovo terzo luogo Testo Norman Foster

Archivio/ Controarchitettura industriale Testo Matthew Foreman

Un design incentratosulla risoluzione diproblemi è all’originedella prima architettura diNorman Foster che, comei pionieri dell’architetturaindustriale, non inventa,ma scopre.

Cover story/ Il futuro dell’industria e dei luoghi di lavoro Testo Edward Burtynsky

Intervista/ Julian Opie, il mistero sottile di camminare a Milano Testo Walter Mariotti

Le sculture dell’artista britannico trasformano gli sconosciuti in eroi e la piazza di Portrait Milano in un museo a cielo aperto, accessibile a tutti.

Human design/ Dalla Finlandia al Kenya: l’arte dell’intreccio per le donne Testo Paola Carimati

Mostre/ ll design della radio, specchio di come eravamo Testo Loredana Mascheroni

Emerging territories/ Porto Alegre, cosa resta dopo il diluvio Testo Javier Arpa Fernández

Recensioni/ Polifonia di talenti, torna Homo Faber Testo Elena Sommariva

Memoria/ dieDAS: un monumento scomodo, per resistere all’oppressione Testo Giulia Ricci

Mnemosine/ Sigurd Lewerentz invita a sedersi sui mattoni Testo Cristina Moro

Punti di vista/ L’architettura e il caos: come vivere dopo le catastrofi Testo Giulia Ricci

Partendo dalle loro esperienze progettuali, Manuel Cervantes e Yoshiharu Tsukamoto raccontano come il modo di risolvere i problemi causati da disastri naturali o sociali è coinvolgere ampi gruppi di architetti, lavorando insieme per e con le comunità.