La Grande Brera in anteprima: i dettagli sul nuovo polo culturale di Milano

Dopo oltre cinquant’anni di attesa, il progetto che unisce la Pinacoteca di Brera, Palazzo Citterio e la Biblioteca Nazionale Braidense sarà finalmente aperto al pubblico il 7 dicembre 2024.

Nel XIII secolo Brera ospitava il convento degli Umiliati, poi trasformato in Collegio dei Gesuiti, simbolo degli ideali illuministi. Nel 1773, il complesso divenne di proprietà pubblica e nel 1776, per volontà di Maria Teresa d’Austria, venne convertito nell'Accademia di Brera.

L’intento era quello di realizzare un vero e proprio centro culturale per la promozione delle arti e delle scienze che avrebbe compreso l’Accademia, l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, la Biblioteca Nazionale Braidense, l’Osservatorio astronomico e l’Orto botanico. Affidato all’architetto Giuseppe Piermarini, il progetto riuscì a rendere Brera un polo cruciale per lo sviluppo di Milano, culturale ma anche urbanistico, tanto che già nel 1778 venne costruito lì accanto il Teatro alla Scala.

Da quasi cinquant’anni la città attende un programma capace di rinnovare e riunire le istituzioni culturali di Brera, restituendo alla zona il suo ruolo centrale e regalando a Milano un polo museale di rilievo e a meno di un anno dall'insediamento del nuovo direttore Angelo Crespi, questo momento sembra essere arrivato.

Angelo Crespi, Direttore della Pinacoteca di Brera
Angelo Crespi, Direttore della Pinacoteca di Brera

Il risultato tanto agognato è reso possibile dalla collaborazione tra pubblico e privato. Tra le novità introdotte da Crespi c’è infatti la creazione di un circolo di mecenati che costituirà il consiglio consultivo, chiamato a riunirsi tre volte l’anno per discutere, insieme ad artisti, curatori ed esperti del settore, i progetti e le prospettive per lo sviluppo della Grande Brera e l’impatto culturale che ha sulla città di Milano. Tra i membri attualmente coinvolti: Sabina Belli, ceo di Pomellato; Massimiliano Di Silvestre, presidente e Ad di Bmw Italia; Giovanna Dossena, principal di Avm Gestioni Sgr e Avm Associati S.p.A; Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis; Massimo Giussani, consigliere esecutivo della Fondazione Berti; Massimo La Greca, general manager di Swarovski Italia; Andrea Mascetti, avvocato dello Studio Legale Mascetti; Francesco Micheli, imprenditore; Andrea Toselli, presidente e Ad di PwC; Emanuela Trentin, ceo di Siram Veolia.

Il progetto

L’allestimento e l’apertura al pubblico di Palazzo Citterio ampliano gli spazi a disposizione per le sale espositive, prima limitate a quelle della Pinacoteca, mostrando al pubblico opere che prima non era possibile vedere.

Nelle antiche stanze del piano nobile saranno esposti capolavori di Boccioni, Morandi, Modigliani e Carrà. Tra le opere in mostra, spicca la collezione di Emilio e Maria Jesi, coniugi che vissero a Palazzo Citterio e che, al momento della donazione a Brera, espressero il desiderio che le loro opere fossero esposte proprio in quelle sale. Una sezione sarà dedicata anche alla collezione Vitali, ricca di reperti archeologici, che promette di attrarre gli appassionati del settore, che si sono mostrati più interessati alla città già dalla recente apertura di istituzioni come la Collezione Rovati.

Ciliegina sulla torta del percorso espositivo sarà la grande “Fiumana” di Pellizza da Volpedo – lo studio preliminare a Il quarto Stato – con i suoi 4 metri e mezzo di folla di braccianti in sciopero che avanzano verso lo spettatore.

Forte l’attesa anche per l’apertura delle cosiddette sale ipogee progettate a Palazzo Citterio da James Stirling negli anni ’80 e rimaste incompiute.

A continuare il lavoro negli spazi per il prossimo decennio sembra invece essere confermato l'incarico dell'architetto italiano Mario Cucinella.

La sala ipogea di James Stirling a Palazzo CItterio, Milano

Una nuova identità visiva

Lo studio di una nuova identità visiva segna il primo passo di questo nuovo capitolo della storia di Brera. Dimentichiamo gli occhi tratti dall’Encyclopédie di Diderot, presenti nel noto logo ideato da Franco Maria Ricci e scelti come simbolo dal precedente direttore James Bradburne. Nel progetto di Crespi, in collaborazione con il gruppo Qubit, Carmi e Ubertis, sono stati sostituiti da un ottagono color ottanio.

Questa forma pulita, geometrica e immortale richiama il pavimento dei cortili dei due palazzi, Brera e Citterio, rafforzando il rapporto tra gli istituti del complesso. L'ottagono è simbolicamente attraversato da due corridoi che si diramano dal cortile centrale, estendendosi verso l’esterno.

Grande Brera sarà somma di valori e conoscenze, testimonianza della sua capacità di ricercare, raccontare, stupire. Sarà la concretizzazione di una proposta di stile: educata civiltà multidisciplinare che caratterizza il concetto di Milanesità

Alessandro Ubertis

La concretizzazione di una proposta di stile, l'ha definita Alessandro Ubertis, che con lo studio Carmi e Ubertis ha già realizzato l’identità visiva delle Gallerie degli Uffizi guadagnandosi il prestigioso Compasso d’Oro nel 2020. Carmi e Ubertis ha inoltre collaborato all'identità visiva di istituzioni di fama internazionale come il Louvre e il MoMA.

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