“Nero Perugino Burri” apre il dialogo tra i due artisti sull’uso del nero

In occasione del cinquecentenario dalla morte di Pietro Vannucci, detto il Perugino, Fondazione Perugia in collaborazione con Fondazione Burri ha organizzato la mostra “Nero Perugino Burri” aperta fino al 2 ottobre 2023 a Palazzo Baldeschi, a Perugia.

A cura della storica dell’arte Vittoria Garibaldi e dal Presidente di Fondazione Burri Bruno Corà, la mostra, composta da circa una ventina di opere provenienti da importanti musei, mette in relazione le opere dei due grandi artisti umbri, solo apparentemente distanti, attraverso il comun denominatore del nero, un colore problematico, spesso evitato dagli artisti, ma ampiamente usato da entrambi.

L’idea della mostra è nata intorno all’opera più preziosa della Fondazione Perugia, la Madonna col Bambino e due cherubini, che ritrae la Vergine con il bambino che si stagliano su uno sfondo completamente nero, permettendo agli incarnati e ai colori delle vesti di risaltare in un modo del tutto innovativo per l’epoca.

L’opera risale agli anni più ricchi del percorso del maestro, quando, attivo a Firenze, conosce e assorbe la pittura fiamminga e la luce di Leonardo, ma è anche coinvolto dall’atmosfera di Venezia dove si reca più volte. Da qui la volontà di indagare l’uso dello sfondo nero in opere di piccolo formato datate a cavallo tra il XV e il XVI secolo, dove non c’è nessun paesaggio ideale o architettura prospettica, ma solo il nero profondo, su cui si stagliano i protagonisti della scena, come mai si era visto prima.

Allo stesso modo, nelle opere di Alberto Burri – grande ammiratore e conoscitore dell’arte italiana del Rinascimento – si ritrova lo stesso interesse per il nero, non inteso come mancanza di colore, ma come buio che permette alla luce di emergere.