Di questi tempi, complici i trend sui social, vediamo scorrere sotto i nostri occhi fitti calendari di ricorrenze e giornate “a tema” delle più svariate fogge. Dalle più importanti e conosciute, come il primo maggio o la giornata internazionale della donna, fino alla giornata della pizza, del cane o della Nutella. Iniziando a intravvedere questa tendenza, nel 2010 l’informatico inglese William Tunstall-Pedoe sviluppò un semplice algoritmo, intitolato True Knowledge (sostituito dal più aggiornato Evi e oggi parte di Amazon), per identificare, dopo aver analizzato più di 300 milioni di notizie, il giorno più noioso della storia contemporanea. Il risultato fu l’11 aprile 1954.
Per ottenere questa risposta True Knowledge utilizzò degli algoritmi per determinare quanto fossero correlate tra loro le varie notizie, ovvero quando ogni notizia fosse legata alle altre. Certo, alla fine anche se l’11 aprile del 1954 non accadde nulla di straordinario, questa giornata è diventata famosa paradossalmente proprio per questo. La cosa statisticamente interessante è che non nacque nemmeno una famosa personalità, e un colpo di stato organizzato in una piccola colonia francese in India, lo Yanoon, fu rimandato. Ad ogni modo, come ribadisce Tunstall-Pedoe, l’algoritmo non fu sviluppato solo per identificare la giornata meno significante per la storia globale, pur non essendo sofisticato come gli algoritmi che vengono usati oggi, poteva rispondere a molti altri quesiti.
La cosa statisticamente interessante è che non nacque nemmeno una famosa personalità, e un colpo di stato organizzato in una piccola colonia francese in India, lo Yanoon, fu rimandato.
Ovviamente Tunstall-Pedoe ha formulato la sua definizione matematica di “giornata insignificante”, basata appunto sull’ampiezza, misurata in numero di relazioni, di una sorta di effetto farfalla degli eventi. La realtà, e la storia, però non è fatta solo di grandi eventi, e inoltre come sappiamo anche nella relazione tra essi un ruolo fondamentale lo segnano le dinamiche politiche e di potere di quella che oggi chiamiamo infosfera. Uno dei motivi per qui l’algoritmo identificò questa giornata, infatti, è proprio che fu – non a caso – una domenica, e all’epoca il sistema mediatico era in pausa. Oggi sappiamo che quel giorno in Belgio ci furono le elezioni e che si tennero anche diverse gare sportive internazionali.
In ogni caso questa storia ci ricorda che gli algoritmi altro non sono che strumenti sviluppati da noi esseri umani, che come noi risento di bias e soprattutto che sono potentemente informati dal linguaggio. Quel che è certo è che quella sul giorno più noioso del mondo fu un’ottima trovata pubblicitaria sul potere e le capacità degli algoritmi, per quanto allora fossero relativamente rudimentali rispetto a oggi.