In principio era il fonografo, poi vennero il grammofono, il giradischi, lo stereo8 e il “mangiacassette”, fino al walkman, all’mp3, al CD e infine a Spotify. Non sono solo i contenuti a plasmare l'esperienza di ascolto: anche i dispositivi giocano un ruolo determinante.
La storia della musica si intreccia con i suoi strumenti di riproduzione, che hanno evoluto il nostro modo di fruirne. Dall'incisione su cilindro del fonografo alla riproduzione su dischi del grammofono, fino al vinile del giradischi, ogni dispositivo ha influenzato l’esperienza musicale. Con l’avvento dello stereo8 e del “mangiacassette”, l’ascolto portatile è diventato accessibile, mentre il walkman ha rivoluzionato la mobilità. L'mp3 e il CD hanno migliorato la qualità e la comodità, e oggi Spotify offre un accesso immediato alla musica con lo streaming on-demand. Ogni innovazione tecnologica ha contribuito a modellare non solo il modo in cui ascoltiamo, ma anche come viviamo e condividiamo la musica.
Questi dispositivi non solo influenzano il modo in cui ascoltiamo, ma anche ciò che ascoltiamo. Il suono caratteristico di ogni riproduttore definisce i gusti e le sonorità tipiche di un'epoca, lasciando un'impronta che spesso ci accompagna nel tempo. Come il crepitio della puntina su un disco in vinile, per esempio, tamente iconica da essere ricreata spesso digitalmente per evocare un effetto nostalgico.
La gente ama il vinile in modo irrazionale, come ama tante altre cose. Ha un significato posare accuratamente il disco sul piatto di un giradischi e abbassare la puntina. È un gesto reverenziale, rituale.
Tracey Thorn, cantante e scrittrice, The New Statesman, 2017
“Art of Noise”, una mostra recentemente conclusa al SF MoMA, ha messo in risalto quanto siano importanti i dispositivi di riproduzione audio nella storia della musica.
L'esposizione ha messo in mostra apparecchi che, grazie al loro valore innovativo e tecnologico, raccontano il passaggio da eleganti oggetti d’arredo a tecnologie portatili, dalle origini del Braun SK-4, progettato da Dieter Rams e Hans Gugelot nel 1956, fino all’Arborhythm di Yuri Suzuki del 2024, tracciando le tappe fondamentali dell’evoluzione dell’ascolto musicale.
Molti di questi apparecchi fanno parte della collezione permanente del SF MoMA, dove sono conservati come vere e proprie opere d'arte.
Scopri i 7 esempi iconici di questo progresso nella nostra gallery.