A Londra c’è una cabina dove ti liberi del senso di colpa

Per il London Design Festival 2024, l’artista Annie Frost Nicholson presenta il suo nuovo “Juicy Booth”, un mini chiosco pensato per aiutarci a esplorare i nostri sentimenti più reconditi. 

Commissionato dal London Design Festival e progettato in collaborazione con K67 Berlin e The Loss Project, Juicy Booth è l’ultimo progetto dell’artista londinese Annie Frost Nicholson, un mini chiosco che funge da santuario in cui chiunque possa riflettere, in un momento di pace, sulla vergogna “in tutte le sue sfaccettature”. Da settembre a dicembre 2024, il chiosco multisensoriale e interattivo attenderà i visitatori del Coal Drops Yard di King’s Cross per aiutarli a confrontarsi con le loro emozioni più profonde e complesse, offrendo un rifugio intimo e al contempo pubblico in cui meditare sulle proprie vulnerabilità.

Il chiosco, utilizzando colori, luci e musica, è progettato per interagire con le emozioni espresse dal visitatore, che possono essere digitate tramite una tastiera in stile anni’80 e visualizzate su uno schermo Led. Il progetto si basa inoltre su una ricerca approfondita sui sentimenti umani per identificare meglio ogni stato emotivo e rispondere di conseguenza. Il booth, spiega Taro Gragnato di K67 Berlin, “analizza il testo inserito dai visitatori, [...] e poi fornisce un’esperienza multisensoriale personalizzata con luci e suoni. In base all’umore dei visitatori, Juicy Booth può farli sentire più forti o offrire loro supporto emotivo”.

Precedentemente conosciuta con il nome di The Fandangoe Kid, Frost Nicholson da tempo si interroga sui tabù sociali e le sfumature che caratterizzano la condizione umana, spesso adoperando furgonicini dei gelati o cassonetti come punto di partenza per innescare esplorazioni emotive. Il Juicy Booth, concentrandosi specificamente sul sentimento della vergogna spesso difficile da svelare e raramente riconosciuta, continua su questa linea tematica offrendo uno spazio di riflessione collettiva.

Fondendo estetica e sensibilità, l’iconico modulo K67 diventa qui parte di una conversazione più ampia su come l'architettura e il design possano creare spazi per la guarigione, la riflessione e la crescita emotiva, sostenendo comunità e individui nelle loro sfide quotidiane in un mondo frenetico e spesso travolgente.

Immagine di apertura: Juicy Booth, Annie Frost Nicholson © Paula G. Vidal

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