Progettato dall’architetto svedese, ma di origini greche, Konstantin Ikonomidis, Quaammat (che significa “Luna”) è stato posto su una collina sopra al villaggio di Sarfannguit, che conta una popolazione di cento persone, ed è situato a circa un’ora di navigazione da Sisimiut – li secondo centro della Groenlandia, di circa 5600 abitanti.
L’area che circonda Sarfannguit è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 2018, e nel 2019 l’Unesco ha commissionato a Ikonomidis il padiglione permanente: due mura curve composte da mattoni di vetro che ricordano un rifugio metafisico e celebrano il forte legame della comunità Inuit con il paesaggio del luogo.
I mattoni di vetro, prodotti in Italia, sono stati sviluppati da WonderGlass grazie alla ricerca condotta dallo stesso Konstantin Ikonomidis in collaborazione con Faidra Oikonomopoulou e Telesilla Bristogianni della TU Delft University.
Ikonomidis si è voluto assicurare che il suo lavoro riflettesse la vita, l’immaginario e le tradizioni degli abitanti di Sarfannguit. “Ho chiesto di parlarmi della natura, di cosa significasse per loro e quale fosse la relazione che avevano con essa”, ha dichiarato. “Qui c’è la percezione del suo enorme potere, perché ogni cosa è sovradimensionata rispetto all’essere umano. C’è molto rispetto e sensibilità nei suoi confronti, ma anche la profonda consapevolezza della sua vulnerabilità”. Da qui l’idea dell’uso del vetro, in contrasto con la roccia delle montagne e al tempo stesso come tributo ai riflessi del ghiaccio, sempre capace di dialogare con la luce.
Il padiglione Qaammat, infatti, è permanente ma pensato per cambiare in continuazione, giocare con le trasparenze, la scala e il peso, dando vita a un senso di irrealtà e alternando simultaneamente la prospettiva dell’osservatore, mescolandosi fino ad arrivare a svanire nella topografia circostante. Le sue mura curve danno forma a due strette aperture, che suggeriscono al contempo intimità ed esposizione, simboleggiando la connessione tra passato e presente.