Alle ultime sfilate a Venezia è accaduto qualcosa che accelera il ruolo della moda come architettura del futuro, design sociale, laboratorio dove le coordinate di spazio e di tempo, luce e materia, identità e collettività forniscono risposte agli interrogativi della vita associata. Tratteggiando un domani che è già oggi.
Video della sfilata uomo AI 2022 di Saint Laurent
A Certosa, un'isola a pochi metri di laguna dalla chiesa di San Pietro, davanti al Monastero che all’inizio del 1400 i frati Certosini costruirono per coltivare i 22 ettari dell’isola, e che nel Cinquecento la Serenissima convertì ad arsenale e più tardi Napoleone a campo d’esercitazione degli apologeti (armati) della sua Republique, il giovane creativo di Saint Laurent, Antony Vaccarello ha offerto una dimostrazione efficace del salto di ruolo dell’industria del lusso globale. Mostrando in maniera tangibile come il “contenuto” della moda non sia più solo l’oggetto, o il prodotto, ma sempre più la “forma”, ovvero quell’insieme di elementi immateriali, valoriali e d’identificazione che rappresentano il vero valore di ciò che compriamo e in cui ci identifichiamo per costruire la nostra identità.
Moda come cultura, insomma, matrice policentrica e aperta che rappresenta una porta sul futuro perché risponde ai questi dell’oggi. Del qui e ora. E infatti Vaccarello procede spedito verso il domani dando delle risposte alle parole d’ordine del nostro tempo: fluidità, inclusione, climate change, sostenibilità. Non solo facendo interpretare una collezione ispirata agli anni Settanta da giovanissimi il cui girovita impossibile è un chiaro riferimento alla fisicità e al mercato asiatici, oltre che alla fluidità dei generi. Ma chiamando a offrirgli una piattaforma fisica e concettuale l’artista americano Doug Aikten, noto per la riflessione sul futuro della vita associata. Questa la genesi di Green Lens, imponente (eppure leggera) istallazione-opera che sembra la cupola geodetica dell’indimenticabile Silent running (1972), la serra spaziale lanciata alle spalle di Saturno per salvare la vegetazione superstite dal progresso indiscriminato in nome dell’urbanizzazione.
“L’intento era combinare le discipline creative attraverso l'arte e la moda per fondere le visioni artistiche di diversi campi in un'opera unica”, ha spiegato Vaccarello. Ma il risultato è andato oltre, creando “un caleidoscopio per discutere il futuro, per capire come ci andremo, quali saranno i cambiamenti della nostra società. Perché solo la cultura è il nostro strumento, il più potente che abbiamo e forse l’unico veramente umano”, chiosa Aikten. Green lens cotruisce così a chiarireun altro equivoco del rapporto arte/architettura/moda. Non siamo davanti a un “semplice” evento mediatico, ma alla creazione di un vero contenuto che risponde alle stesse domande dell’architettura e del design sociale. Un contenuto in cui gli abiti sono un aspetto ma non il solo e, forse, nemmeno il più importante.
Non a caso Saint Laurent è uno dei tasselli principali di Kering, gigante del lusso globale presieduto da François Henri Pinault, il magnate illuminato che frequenta Venezia da sempre e da molti anni investe energie e risorse in progetti culturali. Fra i più importanti due che ci riguardano da vicino, il Teatrino di Palazzo Grassi e Punta della Dogana, perché affidati a suo tempo alla genialità di Tadao Ando, Guest Editor di Domus 2021. Un’ulteriore dimostrazione che il fine ultimo dell’industria del lusso globale, sia essa della moda come dell’accoglienza, è la costruzione dei valori e del senso. In caso contrario, la partita è già persa.
Per Vaccarello Green Lens è “il desiderio di guardare al futuro senza dimenticare il passato e la storia proprio come per la collezione che mescola passato e presente proiettandolo nel futuro. Per Aikten è invece il simbolo di un “dialogo necessario, uno spazio di opera d’arte totale per camminarci dentro e osservare una botanica, una vegetazione reale che ci faccia capire dove siamo in questo momento per farci capire come sia necessario iniettare il presente nelle nostre per tornare in equilibrio con la nostra vita, con un ambiente che l’uomo ha distrutto. E che Napoleone ha bombardato” (sorride). Per noi, che guardiamo il mondo dalla prospettiva di Domus, è il segno tangibile che la ricucitura dei rapporti tra uomo e natura, quella sostenibilità sempre più ridotta a un gioco di parole, viene spesso più da mondi industriali, artificiali e materiali che ecologici, naturali e ideologici. Aperta fino alla fine di luglio, l’ottagono riflettente di Green Lens è stato visitato da centinaia di visitatori, giunti sull’isola con traghetti gratuiti organizzati da Saint Laurent. E i materiali saranno riciclati e riutilizzati, le piante collocate in loco e in particolare intorno ai ruderi del convento e delle sponde la cui ristrutturazione è stata finanziata dalla maison francese.
- Immagine in apertura:
- Saint Laurent Men's Spring Summer 2022 fashion show, Venezia