Domus 1045 è in edicola: “In lode della bellezza, di fronte alla crisi”

In questo numero: David Chipperfield incontra Renzo Piano; lo Stone Garden di Lina Ghotmeh Architecture in Libano; i lavori dell’artista britannica Rachel Whiteread e altro ancora. Sfoglia la gallery è scopri i contenuti del numero di aprile.

I temi affrontati nel numero di aprile 2020 di Domus riguardano in particolare il ruolo del design e dei designer. David Chipperfield nel suo editoriale esorta il mondo della progettazione a ritrovare il proprio ruolo e scopo attraverso la bellezza. Il guest editor spiega che “una volta di più occorre fondamentalmente mettere in discussione il ruolo e la capacità del progetto nel nostro mondo”.

L'Agenda questo mese si focalizza sul futuro del design, in mondo di risorse limitate e consumi eccessivi. Deyan Sudjic ci parla dell’ottimismo degli industrial designer che sempre più spesso tornano a volgersi agli intenti sociali della professione; Jonathan Keates sostiene le ragioni di “uno spazio per la bellezza fine a se stessa”, delineandone il complesso rapporto con la trasformazione dell’idea di etica; Vittorio Magnago Lampugnani riflette sulla società dei consumi e della necessità un immediato cambio di paradigma.


David Chipperfiled incontra Renzo Piano nel suo studio, il quale parla della flessibilità come “questione morale” e non come fatto tecnico. Mona Fawaz e Cara Aramouny recensiscono il “Grande progetto” di questo mese: Stone Garden, lo straordinario edificio a destinazione mista nel quartiere portuale di Beirut, firmato Lina Ghotmeh Architecture.

Nella sezione Design e Arte, Paola Antonelli narra il design come ‘sintesi’, e della necessità di designer agili per cogliere e tutelare le ambizioni della nostra visione e per mettere insieme i gruppi di lavoro interdisciplinari necessari. Jasper Morrison e Francesca Picchi invitano sette giovani designer a illustrare i riferimenti che hanno ispirato la loro impostazione progettuale. Jay Merrick dialoga con l’artista britannica Rachel Whiteread,
 autrice di ambiziose sculture cementizie.

Nella rubrica “Messa a fuoco”, Yasmeen Lari ci racconta dell'aiuto dato alle comunità rurali a ricostruire i villaggi dopo un terremoto, e mette in discussione l’ordine dei processi di progettazione convenzionali. In “Fare architettura” Alexander Schwartz indaga gli edifici in pietra di Fernand Pouillon e considerare le qualità condivise sia da rovine sia da siti di costruzione. Fulvio Irace termina le Riflessioni di questo numero recuperando Domus 433 dove Ettore Sottsass presenta la sua collezione di mobili per Poltronova.

Nella rivista torna la sezione dedicata l’attualità, Diario, dove tra le pagine più tradizionali dedicate ai design per bambini, alle letture e agli opening, spicca un servizio sulle opere dell’artista cinese Zhijun Wang, che smonta e trasforma sneakers in surreali maschere protettive.
Si prosegue poi con Manuel Orazi che ricorda la figura di Vittorio Gregotti, scomparso per complicazioni dovute al contagio con il Confid-19, e Silvana Annicchiarico che come ogni mese presenta di tre giovani designer che nonostante tutto non vogliono mollare. Alle pagine di arte, Simona Bordone fa un giro a Villa Cerruti, la casa museo di uno dei più importanti collezionisti italiani, mentre Valentina Petrucci interroga Bernardo Siciliano, il pittore italiano figlio dell’ex presidente della Rai che ha scelto di pensare da New York.
Conclude la sezione di questo mese un caffé che Walter Mariotti ha preso con Marco Morganti, CEO di Banca Prossima, la più importante realtà dedicata al’impact investment, che spiega come, soprattutto in determinati frangenti, nulla sia facile ma tutto possibile.

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