Se la precedente Biennale è stata il luogo dello spazio libero – libera soprattutto l’interpretazione di questa parola, tradotta spesso nell’esaltazione formale del mestiere dell’architetto – il 2020 propone una svolta. Per Paolo Baratta, presidente della Biennale, è importante domandarsi come l’architettura possa aiutare l’umanità a vivere insieme, con esempi tangibili che coinvolgano tutti gli attori della società. Per dare una risposta è stato chiamato l’architetto Hashim Sarkis, ricercatore e preside della Scuola di Architettura e Pianificazione del MIT e curatore della 17. Mostra Internazionale di Architettura.
La Biennale prosegue un ciclo di appuntamenti fondamentali sulla reazione del mondo progettuale – spesso accusato di essere dissociato e alienato – ai problemi del nostro tempo: prima IABR, la Biennale di Architettura di Rotterdam, che per rispondere all’emergenza ambientale è partita da un confronto operativo con tutti gli attori dello sviluppo urbano: dalle imprese immobiliari ai politici, fino ai comitati di quartiere (IABR proseguirà con le stesse tematiche anche nel 2020). A questa è seguita Broken Nature alla Triennale di Milano, momento divulgativo e di studio sullo stato dell’arte delle risposte creative al nostro rapporto con la natura (spezzato).
Sono cinque i punti con cui Sarkis espone la sua dichiarazione di intenti per la prossima Biennale di Architettura, intitolata “How we will live together?”. Accertato che il nostro è un tempo di forti polarizzazioni politiche ed economiche con disuguaglianze ed esclusioni che vanno superate anche a partire dai luoghi fisici, agli architetti è chiesto di proporre un nuovo “contratto spaziale” dove si possa vivere “generosamente insieme”. Ma chi sono gli attori di questo vivere insieme? Farkis si rivolge a quegli esseri umani che, malgrado l’individualità crescente, desiderino connettersi tra loro e con le altre specie nello spazio “reale e digitale”. Alle famiglie in cerca di spazi più diversificati e dignitosi e alle comunità emergenti che “che esigono equità, inclusione e identità spaziale”. Il curatore esorta gli architetti partecipanti a coinvolgere “artisti, costruttori, artigiani, ma anche politici, giornalisti, sociologi e cittadini comuni”. Il perimetro trascende i confini politici per immaginare nuove geografie associative, dove un’azione globale è necessaria per affrontare le crisi planetaria. Dunque, si scende in campo.
- Evento:
- 17. Mostra Internazionale di Architettura
- Curatore:
- Hashim Sarkis
- Date di apertura:
- dal 23 maggio al 29 novembre 2020
- Dove:
- Venezia Giardini e Arsenale