Los Angeles. La mostra “Vernacular Environment” esplora le diverse nozioni di spazio

Presentata presso la Edward Cella Gallery, l’esposizione curata da David DeBoer mescola architettura utopica e arte.

Curata da David DeBoer – direttore della galleria – e in programma fino al 14 luglio, “Vernacular Environment, Part 2” è il secondo capitolo dell’esposizione che la Edward Cella Gallery (Los Angeles) dedica all’esplorazione della pluralità della nozione di spazio. Mescolando sia la ricerca concettuale di architetti significativi del Ventesimo secolo che opere di artisti americani contemporanei, la mostra riflette sulle connessioni tra lo spazio, e più specificatamente l’architettura, e l’arte. “Vernacular Environments parla di un aspetto psicologico dello spazio che dà vividezza a un pensiero, a un evento o a una relazione”, spiega il curatore, suggerendo che l'immaginazione è intrinsecamente legata alla nostra comprensione di un luogo. Una correlazione che la scultrice e pittrice astratta Rema Ghuloum rivela fondendo ambiente interno ed esterno nelle sue “painted constructions”; mentre i disegni dell'artista Aili Schmeltz assorbono il linguaggio architettonico del movimento modernista per interpretare al meglio la bidimensionalità della tela.

Img.1 “Vernacular Environment, Part 2”, veduta della mostra, Edward Cella Gallery, Los Angeles, New York, 2018
Img.2 “Vernacular Environment, Part 2”, veduta della mostra, Edward Cella Gallery, Los Angeles, New York, 2018
Img.3 “Vernacular Environment, Part 2”, veduta della mostra, Edward Cella Gallery, Los Angeles, New York, 2018
Img.4 “Vernacular Environment, Part 2”, veduta della mostra, Edward Cella Gallery, Los Angeles, New York, 2018
Img.5 “Vernacular Environment, Part 2”, veduta della mostra, Edward Cella Gallery, Los Angeles, New York, 2018
Img.6 “Vernacular Environment, Part 2”, veduta della mostra, Edward Cella Gallery, Los Angeles, New York, 2018
Img.7 “Vernacular Environment, Part 2”, veduta della mostra, Edward Cella Gallery, Los Angeles, New York, 2018

Dal modernismo al funzionalismo, l’architettura speculativa e i disegni utopici sono inerenti alla pratica architettonica. Per questo, suggerendo un dialogo visivo con le opere d'arte contemporanea, la mostra presenta composizioni astratte dell'architetto e artista giapponese Shusaku Arakawa, ma anche “Undersea Island", un progetto del visionario progettista statunitense R. Buckminster Fuller, i primi disegni dell'architetto viennese Hans Hollein, come così come la serie “Space for peace" dell'italiano Paolo Soleri e alcuni ambienti sperimentali immaginati dall'architetto concettuale americano Lebbeus Woods. Infine, per rompere la monotonia delle pareti bianche della galleria e mettere in evidenza alcune delle opere esposte, l'artista americana Ruth Pastine ha immaginato zone di messa a fuoco colorate.

  • Vernacular Environments, Part 2
  • David DeBoer
  • fino al 14 luglio 2018
  • Edward Cella Art+Architecture
  • 2754 S. La Cienega Blvd, Los Angeles