Utopie di plastica

La Friche de l’Escalette a Marsiglia presenta per il secondo anno consecutivo Utopie Plastic, una coloratissima serie di abitazioni di plastica immersa tra le rovine di pietra, come un vero set cinematografico di Star Trek. I pezzi sono modelli rari di strutture futuristiche della fine degli anni ‘60 e ‘70, un’era che si è conclusa dopo la crisi petrolifera del 1973.

  Le tre case di plastica – Hexacube, Bulle, Futuro House – servono come vetrine per presentare anche celebri mobili di design dello stesso periodo. L’Hexacube (1972) di Georges Candilis (1913–1995) e Anja Blomstedt (nata nel 1937) nacque come una colonia sulla spiaggia che ha deliziato generazioni di turisti prima di essere smantellato. Fortunatamente l’esemplare in mostra – unico per il suo intenso colore rosso – è stato salvato dalla distruzione e acquistato da un ex collaboratore di Candilis. Bulle, un’altra icona del tempo disegnata dal designer francese Jean-Benjamin Maneval (1923–1986), è composto da sei scocche e fu lanciato nel 1968. Sono presenti due modelli, uno di proprietà del restauratore Jean-Baptiste Moutte, direttore di Relax Factory, e l’unico modello conosciuto che presenta gli interni originali. L’altro, poco più di un guscio di plastica, è in fase di restauro e i visitatori saranno in grado di osservarne le varie fasi.

Anche la leggendaria Futuro House dell’architetto finlandese Matti Suuronen (1933–2013) venne lanciata nel ‘68. Ne furono prodotte sessanta copie spedite in tutto il mondo, dove sono gelosamente custodite dai loro proprietari – un gruppo di appassionati hardcore in contatto tra di loro attraverso il web: dal surfista neo zelandese al miliardario californiano collezionista di opere architettoniche. Il modello in mostra proviene da Maiorca, dove fu esposto come prototipo ma finì abbandonato in una pineta prima di essere venduto in rete.

fino al 30 settembre 2017
Utopie Plastic
Route des Goudes, impasse de l’Escalette
Marsiglia