La fonte di ispirazione della serie composta da sedia, poltroncina, sgabello e tavolino è dichiarata già nel nome scelto per il loro primo progetto come Studio Nito: Bobina. Il filo che si arrotola appunto attorno a una bobina è infatti il materiale di base – insieme a una resina che lo rende rigido – che i due designer tedeschi Nil Atalay e Tobias Juretzek hanno usato per tessere il corpo dei loro pezzi.
Arredi tessili
Alla sua prima partecipazione milanese Studio Nito si aggiudica il terzo premio del Salone Satellite Award con una collezione tessuta a mano. #MDW2016
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- La redazione di Domus
- 22 aprile 2016
- Milano
Hanno realizzato loro stessi gli arredi nel loro laboratorio di Kassel, dove vivono e insegnano nella stessa Università dove hanno studiato product design e dove si sono conosciuti. Portano avanti insegnamento e progetto in parallelo. È dal 2008 che fanno esperimenti insieme, ma solo quest’anno li hanno finalizzati per portali in quella grande vetrina del design giovane che è il Salone Satellite, che per questa sua 19° edizione ha selezionato circa 700 prodotti. Bobina si è guadagnata il terzo premio con il suo mix di design e manualità.
“Abbiamo lavorato su uno stampo dove abbiamo fissato delle spille seguendo un pattern a rete, per poi avvolgervi attorno il materiale a caldo”, raccontano. “I fili che intessiamo si soprappongono in quattro strati, seguendo direzioni differenti; si produce così un disegno piacevole dal punto di vista ornamentale, che può essere personalizzato a livello cromatico dosando i colori. Una volta completata questa parte della lavorazione lo stampo viene rimosso e inseriamo la seduta e le gambe”. L’impatto estetico è forte e i pezzi mantengono una certa leggerezza, senza che la stabilità venga alterata, caratteristica non trascurabile.
Al momento servono circa quattro ore per realizzare un pezzo, ma una volta messo a punto stampo e processo – sostengono i Nito – i tempi si potranno accorciare. Bobina può comunque avere anche un futuro più seriale, sostituendo il filato di cotone con un materiale plastico di nuova generazione. Allo stand i due designer hanno presentato anche una lampada, anch’essa dall’estetica forte e molto maneggevole. Tint è composta da una serie di elementi mobili che si agganciano a un perno centrale provvisto di un vano per alloggiare il bulbo. Muovendoli si può variare la dominante cromatica e creare giochi di luci e ombre; la fonte luminosa si può spostare in cima alla lampada, per cambiarne fisionomia e portato luminoso.
12–17 aprile 2016
Studio Nito
SaloneSatellite
Fiera Milano Rho