Foglia di seta

Affascinato dai meccanismi naturali, il ricercatore Julian Melchiorri ha esplorato la possibilità di creare materiali fotosintetici, ipotizzandone i campi di applicazione.

Julian Melchiorri, Silk Leaf
In un periodo in cui le emissioni globali di carbonio e l’urbanizzazione sono in crescita esponenziale, si pone la necessità di creare soluzioni sostenibili per l’ambiente urbano interno ed esterno.
Grazie al suo interesse per i fenomeni naturali e alle recenti scoperte scientifiche in Biologia e Scienza dei materiali, Julian Melchiorri ha esplorato il potenziale della creazione di materiali fotosintetici che mirano a portare l’efficienza della natura nell’ambiente antropizzato.
Julian Melchiorri, Silk Leaf
Julian Melchiorri, Silk Leaf
Silk Leaf è il primo risultato ottenuto in questo percorso di esplorazione. È un dispositivo modulare fotosintetico creato con un materiale biologico prevalentemente composto da proteine della seta e cloroplasti. Silk Lea assorbe CO2 e produce ossigeno e composti organici grazie alla capacità fotosintetica dei cloroplasti stabilizzati all’interno della proteina della seta. Per attivare la reazione sono sufficienti una qualsiasi luce visibile e acqua.

Avendo la necessità di fornire acqua ai cloroplasti per abilitare la fotosintesi, è stata introdotta un’altra tecnologia integrata per fornire l’apporto idrico necessario. L’acqua inoltre rimuove per osmosi i residui chimici e gli zuccheri, che vengono raccolti e utilizzati nella generazione di energia.

Il livello di generazione di ossigeno può essere superiore a una foglia comune, in base a molti fattori: dalla composizione del materiale alla quantità e efficienza dei cloroplasti nella seta. Pubblicazioni scientifiche recenti mostrano interventi nanobionici sul cloroplasti che aumentano la loro efficienza fotosintetica del 49%. Questa e altre ricerche sulla modificazione genetica consentiranno un notevole miglioramento della loro efficienza.


Silk Leaf
Design: Julian P. Melchiorri

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