In un periodo in cui le emissioni globali di carbonio e l’urbanizzazione sono in crescita esponenziale, si pone la necessità di creare soluzioni sostenibili per l’ambiente urbano interno ed esterno.
Foglia di seta
Affascinato dai meccanismi naturali, il ricercatore Julian Melchiorri ha esplorato la possibilità di creare materiali fotosintetici, ipotizzandone i campi di applicazione.

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- 17 gennaio 2015
- Londra
Grazie al suo interesse per i fenomeni naturali e alle recenti scoperte scientifiche in Biologia e Scienza dei materiali, Julian Melchiorri ha esplorato il potenziale della creazione di materiali fotosintetici che mirano a portare l’efficienza della natura nell’ambiente antropizzato.

Silk Leaf è il primo risultato ottenuto in questo percorso di esplorazione. È un dispositivo modulare fotosintetico creato con un materiale biologico prevalentemente composto da proteine della seta e cloroplasti. Silk Lea assorbe CO2 e produce ossigeno e composti organici grazie alla capacità fotosintetica dei cloroplasti stabilizzati all’interno della proteina della seta. Per attivare la reazione sono sufficienti una qualsiasi luce visibile e acqua.
Avendo la necessità di fornire acqua ai cloroplasti per abilitare la fotosintesi, è stata introdotta un’altra tecnologia integrata per fornire l’apporto idrico necessario. L’acqua inoltre rimuove per osmosi i residui chimici e gli zuccheri, che vengono raccolti e utilizzati nella generazione di energia. Il livello di generazione di ossigeno può essere superiore a una foglia comune, in base a molti fattori: dalla composizione del materiale alla quantità e efficienza dei cloroplasti nella seta. Pubblicazioni scientifiche recenti mostrano interventi nanobionici sul cloroplasti che aumentano la loro efficienza fotosintetica del 49%. Questa e altre ricerche sulla modificazione genetica consentiranno un notevole miglioramento della loro efficienza.
Silk Leaf
Design: Julian P. Melchiorri