Polin

Sviluppata da Nizio Design International, la permanente del Museo Polin racconta in maniera scenografica la storia millenaria del popolo ebraico in terra polacca.

Settemila metri quadrati di pareti rivestite con elementi scenografici appositamente progettati, oltre quattromila metri quadrati di superficie a disposizione dei visitatori, 1500 luci a LED e 250 componenti di apparecchiature multimediali: questa, in numeri, la mostra permanente del Museo di Storia degli Ebrei Polacchi Polin di Varsavia.

La specificità della storia raccontata attraverso la mostra (che occupa otto gallerie del museo) e il numero relativamente piccolo di oggetti storici sopravvissuti hanno fatto sì che i progettisti dovessero ricreare da zero forme, oggetti e materiali. Queste circostanze hanno permesso loro di ricostruire la storia con soluzioni tecniche e tecnologiche innovative e di dare nuove funzioni, forme e applicazioni ai materiali esistenti. Gran parte degli elementi della mostra è composta da prototipi unici che non sono mai stati applicati a questo tipo di esposizioni.

In apertura e sopra: Nizio Design International, mostra permanente del Museo Polin, Varsavia. Photo M.Starowieyska, D.Golik / Muzeum Historii Żydów Polskich Polin

La mostra principale si basa su postazioni multimediali attive e passive, mobili, dipinti, elementi decorativi e oggetti storici rari. Tutti i componenti della mostra sono state scleti da un gruppo selezionato di architetti, storici, grafici, artigiani, artisti visivi e animatori. La scenografia di ogni galleria racconta una storia a sè, in termini di forma e contenuto, e gli arredi fanno riferimento a un determinato periodo. Lo studio di Mirosław Nizio ha lavorato alla progettazione e realizzazione della mostra per tre anni. Sia la distribuzione degli spazi che i materiali utilizzati sono subordinati alla logica della narrazione storica. La “galleria della foresta” che apre la mostra è un’installazione ispirata alle leggende relative all’arrivo e allo stanziamento degli ebrei in terra polacca. I dipinti e le decorazioni all’interno della galleria “dei primi incontri”, fatti a mano da artisti polacchi, fanno da sfondo alla storia dei destini dei coloni ebrei in un arco di tempo di diversi secoli, dal 960 al 1500. I dipinti sono stati sviluppati a computer per essere poi trasferiti su carta in scala 1:50. Nella fase finale le linee sono state riprodotte su intonaco minerale. La scenografia più essenziale della galleria “Paradisus Iudaeorum” che racconta l'Età d’Oro della comunità ebraica è il modello interattivo di Cracovia e Kazimierz, costruito in 6 mesi di lavoro.

Nizio Design International, mostra permanente del Museo Polin, Varsavia. Photo M.Starowieyska, D.Golik / Muzeum Historii Żydów Polskich Polin

La sezione della “Città ebraica”, dedicata al XVII e XVII secolo, presenta gli interni tipici delle casa, delle locande, e delle bancarelle del mercato, tutti costruiti in legno di rovere dagli artigiani che collaborano con l’NDI. Qui, i dispositivi multimediali, gli oggetti e le animazioni raffigurano le scene di vita quotidiana ebraica. Il punto focale della galleria sono la bimah ricostruita in legno e la volta dipinta della sinagoga Gwoździec. La galleria degli “Incontri con la modernità” presenta il periodo della prima spartizione della Polonia fino al 1914.

Nizio Design International, mostra permanente del Museo Polin, Varsavia. Photo M.Starowieyska, D.Golik / Muzeum Historii Żydów Polskich Polin

Nella parte finale di questa sezione si trova la riproduzione di una stazione ferroviaria. La presentazione multimediale mostra qui il contributo degli ebrei alla costruzione della rete ferroviaria e le migrazioni di massa. La sala ospita anche una replica, fatta di mattoni appositamente bruciati, del cancello della fabbrica di Izrael Poznański a Łódź e una presentazione dello sviluppo industriale del XIX secolo. La sala intitolata “Sulla strada ebraica” è dedicata al periodo tra le due guerre con la riproduzione di Zamenhof Street. I sei metri di altezza delle facciate bianche delle case popolari diventano il piano per le proiezioni delle facciate storiche degli edifici con insegne di ristoranti, laboratori e negozi. Direttamente dalla strada si può entrare nei locali, arredati come cinema o bar, e dedicati alla vita culturale e politica nel periodo tra le due guerre. Salette separate sono dedicate all’infanzia e all’istruzione.

Rainer Mahlamäki, Museo Poiln, Varsavia. Photo Krzysztof Lipinski / Muzeum Historii Żydów Polskich Polin

Nello spazio dedicato all’Olocausto l’allestimento punta a un approccio simbolico a questo argomento difficile. I progettisti evitano il letteralismo e la celebrazione del terrore nel mostrare il tragico destino ebraico. La struttura setssa della sala è diversa dalle altre: corridoi stertti, pareti inclinate, colori più scuri e luce fioca. I materiali, come il cemento o l’acciaio arrugginito, aumentano il senso di ansia e di tragedia.
Il “Dopoguerra” è dedicato al periodo successivo al 1945. Qui è presentata, ad esempio, l’attività delle Associazioni Sociale e Culturale Ebraiche in Polonia e le conseguenze dei pogrom e della campagna di diffamazione antisemita delle autorità comuniste in Polonia.

Nizio Design International, mostra permanente del Museo Poiln, Varsavia. Photo Krzysztof Lipinski / Muzeum Historii Żydów Polskich Polin
Nizio Design International, core exhibition of the Polin Museum, Warsaw. Photo Krzysztof Lipinski / Muzeum Historii ŻydóNizio Design International, mostra permanente del Museo Poiln, Varsavia. Photo Krzysztof Lipinski / Muzeum Historii Żydów Polskich Polin
Nizio Design International, mostra permanente del Museo Poiln, Varsavia. Photo Krzysztof Lipinski / Muzeum Historii Żydów Polskich Polin
Nizio Design International, mostra permanente del Museo Poiln, Varsavia. Photo Krzysztof Lipinski / Muzeum Historii Żydów Polskich Polin
Nizio Design International, mostra permanente del Museo Poiln, Varsavia. Photo Krzysztof Lipinski / Muzeum Historii Żydów Polskich Polin
Rainer Mahlamäki, Museo Poiln, Varsavia. Photo Krzysztof Lipinski / Muzeum Historii Żydów Polskich Polin