Questa settimana abbiamo visitato a Kyoto la casa appena completata dallo studio di architettura giapponese FujiwaraMuro, una residenza unifamiliare con un'insolita forma a ventaglio, che accoglie la luce del sole da ogni lato. A Columbus, nell'Ohio, in quattro giorni, il convegno "Possible Mediums" ha chiarito che l'architettura può superare i propri confini culturali, nella fase precedente la realizzazione come in quella seguente, attraverso nuovi linguaggi. Intanto in occasione della Stockholm Design Week, lo studio svedese Note Design ha disegnato per l'azienda Nola un'interessante rastrelliera per biciclette.
Dall'altra parte del globo, il curatore della Biennale di Taipei, Anselm Franke, ci ha poi illustrato il suo approccio all'edizione di quest'anno, che ha abbracciato la riflessione politica e sociale della società contemporanea. E infine a Londra,
Bruce Gilchrist e Jo Joelson (London Fieldworks) hanno raccontato a Domus la genesi e i presupposti dell'esperimento creativo in cui hanno coinvolto l'artista tedesco Gustav Metzger: dopo avergli chiesto di non pensare, hanno tratto dal suo encefalogramma i dati per scavare, tramite un robot, un blocco di pietra.
FujiwaraMuro: House in Muko
A news report from Kyoto
Lo studio giapponese FujiwaraMuro Architects ha appena completato una casa unifamiliare a Muko, nella prefettura di Kyoto, assecondando senza alcun filtro il profilo curvilineo della strada. Lo spazio unico, suddiviso da un soppalco, articola così tutte le funzioni in un'insolita forma a ventaglio in grado di accoglie la luce del sole indipendentemente dall'ora e dalle stagioni.
Il rivestimento esterno è concepito come una serie di piani verticali di legno disposti trasversalmente rispetto all'orientamento delle facciate. Questo sistema conferisce all'edificio un senso di omogeneità e dinamicità che esalta propriamente l'eccentrica forma, e al contempo si comporta come un'unica grande persiana, in grado di regolare l'accesso di luce naturale negli spazi interni.
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Il meglio della settimana
Da una casa giapponese con un'insolita forma a ventaglio al convegno di quattro giorni tenutosi nell'Ohio, che ha chiarito in che modo l'architettura può superare i propri confini culturali; ecco qui le migliori storie della settimana.
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- 24 febbraio 2013
Possible Mediums, linguaggi possibili
An architecture report from Columbus by Matt Shaw
"Possible Mediums" ("Linguaggi possibili") è stato un convegno di quattro giorni, il primo incontro organizzato dalla Midwest Mafia of Architecture Schools, che si è svolto presso la Knowlton School of Architecture dell'Università statale dell'Ohio con la complicità della Chicago School of Architecture dell'Università dell'Illinois, del Taubman College of Architecture & Urban Planning dell'Università del Michigan e della facoltà di Design dell'Università del Kentucky.
Il convegno aveva la fisionomia di un esperimento didattico e consisteva in dodici laboratori di quattro giornate destinati agli studenti delle istituzioni ospiti e a tavole rotonde suddivise in quattro sessioni. Il convegno era sullo stesso tono dei laboratori: un esperimento specifico in cui espanso, vernici, gesso, robot basati sulla scheda Arduino, imbottiture, palloni, proiezioni, camicie di flanella e polli sono stati elaborati in una serie di progetti di ricerca di piccola scala, spesso pieni di ironia, ciascuno con una sua storia evolutiva.
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Note Design: Hook
A news report from Stoccolma
Nel corso della Stockholm Design Week, lo studio svedese Note Design ha disegnato per l'azienda Nola una rastrelliera per biciclette, forte abbastanza ben integrarsi nello scenario urbano, ma che – se guardato a distanza ravvicinata – è in grado di sembrare più piccolo. Disponibile in colori brillanti, come arancio, pastello blu o grigio chiaro, a seconda del colore scelto Hook può diventare ancora più visibile o fondersi con il paesaggio circostante.
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Mostri moderni alla Biennale di Taipei
An art report from Taipei by Pelin Tan
Le mostre presentate nella Biennale di Taipei hanno abbracciato la riflessione politica e sociale della società contemporanea. L'ultima edizione, intitolata "Modern Monsters/Death and Life of Fiction", è stata curata da Anselm Franke, da tempo impegnato nella ricerca accademica e curatoriale sul rapporto tra soggettività, animismo e biopolitica nei campi dell'arte e dell'architettura (temi presenti anche in Animism, il numero di e-flux journal uscito nell'estate 2012, di cui Franke è stato guest editor). La sua critica della storia moderna si fonda su una combinazione di prospettive asiatiche e occidentali. Ho parlato con Franke del suo approccio curatoriale e della progettazione di mostre multimediali, ma anche dell'integrazione della rappresentazione all'interno di un contesto concettuale.
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La forma del nulla
An interview from Londra by Joseph Grima
Null Object, l'immagine sulla copertina di Domus, è stata ideata da London Fieldworks (Bruce Gilchrist e Jo Joelson) e trae ispirazione dalla radicale riflessione che Gustav Metzger, attraverso la sua arte e il suo attivismo politico, ha compiuto sulla distruzione ambientale, con l'obiettivo di dare forma a un'applicazione poetica della tecnologia. Un'interfaccia "cervello-macchina", alcuni computer e un software studiato ad hoc sono stati collegati con un robot industriale, per produrre così una forma plastica di arte che operasse attraverso complessi strati di corpi, installazioni, tecniche di biofeedback (retroazione biologica), dati fisiologici, banche dati e software.
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