In mostra da Plusdesign, i risultati di un progetto di cooperazione tra Italia, Haiti e Repubblica Dominicana che ha invitato dieci designer a progettare i banchi per i bambini delle escuelitas
La mostra Hispaniola-Design per solidarietà è una
sorta di concorso-non concorso, che
vede coinvolti dieci designer nella progettazione di
arredi, in particolare banchi, per le strutture
scolastiche, le così dette "escuelitas", create e gestite
dalla ONG dominicana OnéRespé in aree di
forte degrado della Repubblica Dominicana, che ospitano
ogni anno centinaia di bambini
dominicani e haitiani.
Il fine è duplice: da un lato riportare l'attenzione,
ormai sopita, sulla situazione del paese ancora
irrisolta; dall'altro contribuire concretamente
all'economia locale dando un impulso produttivo,
capace di innescare processi di sviluppo ad Haiti e nella
vicina Repubblica Dominicana, coniugando design e
artigianalità locale.
I designer sono stati scelti per i diversi approcci estetici,
funzionali e personali che potevano apportare al progetto:
alcuni hanno un stile più ludico altri più rigoroso, alcuni
sono italiani altri di diverse nazionalità, alcuni hanno figli
altri no, alcuni sono più giovani altri meno, alcuni
lavorano in coppia altri da soli; ma tutti hanno aderito
al progetto e dato vita a una riflessione non facile che
potesse portare a un prodotto, il banco da scuola, realizzabile
nel più semplice dei modi e utilizzabile nei modi
più diversi in modo da poter servire un pubblico di bambini
dai 3 agli 8 anni.
Hispaniola: i vincitori
I tre progetti che saranno realizzati per le esculeitas di Haiti sono quelli di Claudio Larcher, Matteo Ragni con Maurizio Prina e Simone Simonelli; + menzione speciale per Lorenz Kaz.
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- 13 gennaio 2012
- Milano
I progetti hanno dovuto rigorosamente attenersi a caratteristiche tecniche semplici ed essenziali, nel rispetto delle possibilità di produzione dei partner coinvolti a Santo Domingo. Tra i 10 prototipi di banchi, una giuria di esperti del settore (Mia Pizzi, caporedattore di Abitare, Lilia Laghi della Plusdesign Gallery Luisa Bocchietto, presidente Adi, Anty Pansera, critica di Design, Helga Sirchia, vicepresidente dell'associazione Coloresperanza, Benedetta Belotti coordinatrice del Laboratorio di Artigianato di Oné Respe, a Santo Domingo), ha individuato tre progetti che possano successivamente essere realizzati e messi in produzione, a partire da agosto 2012, nelle strutture di falegnameria locale dominicana, creando una linea di produzione che garantisca al contempo la fornitura di prodotti di qualità per i bambini dominicani e haitiani. Sono Paco y Paco di Claudio Larcher Modoloco design workshop (coordinatore dell'intera iniziativa), Brick di Matteo Ragni con Maurizio Prina e Costa di Simone Simonelli, con una menzione speciale per ABC di Lorenz, Kaz.
I risultati del progetto sono stati presentati in mostra giovedì 12 gennaio, in occasione del secondo anniversario del terremoto che ha devastato Haiti incidendo gravemente sulle condizioni economiche e sociali di un paese già fra i più poveri al mondo e determinando un aumento incontrollato dei flussi migratori di haitiani verso la Repubblica Dominicana.
Simone Simonelli: Costa
Il progetto propone un metodo costruttivo semplice ed intuitivo. La soluzione raggiunta, legata alla tradizione dell'autoproduzione, presenta una coppia di arredi minimi.
Il banco e la sedia, sono stati pensati esclusivamente in legno. Gli arredi possono essere costruiti semplicemente con una sega, un trapano, pochi bulloni e della vernice colorata.
Claudio Larcher: Paco y Paco
il banco da scuola come elemento semplice e flessibile, da montare e smontare a seconda delle esigenze. Nelle "escuelitas" delle baraccopoli della Repubblica Dominicana è importante avere uno spazio per diverse funzioni durante la giornata. Il banco e lo sgabello sono smontabili in modo veloce e semplice e si chiudono con un solo gesto, come uno zaino.
Lorenz Kaz: ABC
In tre parole: semplice, flessibile, giocoso. I banchi e le panchine sono in legno e non richiedono particolari lavorazioni tecniche. Le composizioni sono libere e praticamente infinite, i bambini stessi possono divertirsi nel creare gli assemblaggi. Le sedute sono regolabili in altezza e anche la distanza tra banco e panchina e modificabile a piacimento.
Matteo Ragni con Maurizio Prina: Bricks
Questo banco è stato pensato per essere facilmente costruito dalle falegnamerie locali: pochi pezzi di legno, qualche incastro e il gioco è fatto. La particolare forma e la solidità permettono di impilare i banchi facilmente e di creare moltissime combinazioni di disposizione. Pensato per le escuelitas dominicane, ma adatto a tutti i bambini…perché i bambini sono tutti uguali!
Elisabeth Vidal & Huub Ubbens:
Bo&Hio
Un insieme banco/sgabello in versioni monoposto e biposto. Oltre ad essere spostabile ed accatastabile, l'oggetto è costituito da un poggiapiedi e da un piano di lavoro entrambi inclinati per il conforto del bambino. Lo sgabello, di forma contrastante ma complementare a quella del banco, suggerisce gioco e dinamicità. «Bo&Hio» deriva del nome di una popolazione indigena di Haiti.
Inoda Sveje:
ScuolaX
una proposta incentrata sull'uso, il contesto economico e la disponibilità dei materiali, che ha portato alla progettazione di un tavolo smontabile dalla struttura in legno non trattato e il piano in laminato. L'aula scolastica viene immaginata con tavoli dai diversi colori, che quando non sono in uso, vengono appesi al muro (che possono fungere addirittura come isolamento dall'esterno nei momenti di riposo e relax)
Garth Roberts: Pequenos pasos
non solo una risposta alla funzionalità, ma anche una possibilità di abbellimento dell'aula, che mira a dare flessibilità al momento di interazione, pensando all'aula come spazio di "integrazione sociale", oltre al momento di studio. I tavolini in legno grezzo possono essere personalizzate a proprio piacimento dai bambini, la struttura è leggera e impilabile.
Giulio Iacchetti: abc
Il progetto integra nella struttura del banco la seduta a panchetta. Una particolarità: il banco cresce con il bambino! Sia il piano d'appoggio che la seduta possono essere posizionati ad altezze differenti, coprendo così le diverse fasce d'età sino ai 14 anni. Innoltre, il banco è pieghevole, così da poter essere rapidamente riposto e spostato.
Donata Paruccini: Body Part
Si tratta di un banco realizzato completamente in legno, assemblato solo da spine di legno e colla. È molto leggero, ma ha una forma che lo rende comunque resistente. E' impilabile. Da immaginare verniciato con colori chiari e intensi tipici del Paese che li ospiterà.
Filippo Protasoni:
L'amaca
Un'interessante rivalutazione del "sottobanco", da usare non solo per i libri, ma anche per il cibo o i giocattoli. Da qui l'idea di usare tecniche costruttive non esclusive della falegnameria, valorizzando le abilità delle comunità locali per realizzare il complemento del sottobanco, simili alle reti da pesca.
Fino al 26.01.2012
Hispaniola. Design per solidarietà
Plusdesign
Via Ventura, 6 Milano
Photo Kaisha.BD