Dopo Matera e Arezzo, città simbolo dell'impegno pratico e teorico dell'architetto romano, il
MAXXI di Roma ospita una mostra che per la prima volta presenta più di trentacinque disegni
ed il plastico originale del progetto per il quartiere di San Giuliano alle Barene a Mestre,
realizzato nel 1958 in occasione del concorso promosso dal Comitato di Coordinamento
dell'Edilizia Popolare (CEP) per un insediamento pilota su un'area di bordo della laguna veneta.
La mostra propone una selezione significativa di disegni e schizzi di un piccolo ma cruciale
progetto dell'architettura italiana del XX secolo. Il percorso espositivo, nel Centro Archivi del
Museo di Architettura, introduce il visitatore a una prima conoscenza dell'opera di Ludovico
Quaroni, per avvicinare un pubblico più vasto a un autore non sufficientemente indagato negli
ultimi anni e per mostrare l'incredibile ricchezza figurativa, di esperienze e di letture del gruppo
di progettisti che nel 1958 collaborarono con Quaroni.
Ludovico Quaroni al Maxxi
Nel centenario della nascita, la mostra a cura di Patrizia Bonifazio e Pippo Ciorra propone i disegni e gli schizzi per San Giuliano alle Barene a Mestre.
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- 10 dicembre 2011
- Roma
San Giuliano alle Barene è uno dei progetti più importanti della produzione quaroniana. Pur non essendo stato mai realizzato segna infatti una svolta importante per l'Italia degli anni Cinquanta e Sessanta: un'Italia che supera l'urgenza della ricostruzione e si apre con sguardo ottimista e opulento ad un futuro fatto non solo di case, ma finalmente anche di grandi progetti urbani, centri direzionali e insediamenti universitari. Nel caso delle Barene, il "grande disegno" del progetto di Quaroni si misura con uno dei contesti più delicati e intensi del paesaggio italiano: la laguna veneta e lo skyline della città lagunare. Redatto insieme a un folto gruppo di collaboratori, il progetto rappresenta un significativo esempio del "metodo" quaroniano, che parte dall'integrazione di intelligenze e creatività diverse, e giunge a una sintesi in cui l'architettura è allo stesso tempo consapevole della responsabilità urbanistica e ricca di immagini fortemente evocative.
Durante il periodo di esposizione della mostra il MAXXI ospiterà una serie di incontri sui temi dell'opera e sul ruolo di Quaroni. In particolare una giornata sarà dedicata alla presentazione dell'archivio dell'architetto romano, il Fondo Quaroni, di cui la Fondazione Adriano Olivetti è attualmente depositaria.
Nato a Roma il 28 marzo 1911, Ludovico Quaroni si laurea in Architettura nel 1934 ed è da subito assistente di Piacentini, Del Debbio e Plinio Marconi. Sempre in quell'anno, insieme con Fariello e Muratori, partecipa a diversi concorsi nazionali e internazionali, come quelli per l'Auditorium di Roma (1935), per il Piano di Aprilia e per le Preture romane unificate (1936), per il Palazzo dei Congressi e la Piazza Imperiale all'E42 a Roma (1938). Nell'immediato dopoguerra partecipa, insieme con Fariello e Ridolfi, al concorso per la Stazione Termini a Roma (1947). In quegli anni l'attività progettuale è fortemente caratterizzata dalla partecipazione al dibattito politico, che avviene sia attraverso l'impegno e la produzione di saggi e interventi che la realizzazione di progetti esemplari, come il Quartiere Tiburtino a Roma, datato 1947, emblema della ricostruzione italiana e manifesto del linguaggio neorealista. Dal 1947 al 1951 è vice-presidente dell'Istituto Nazionale di Urbanistica e sviluppa poi il suo impegno nella redazione di alcuni piani urbanistici, come quelli di Ivrea (1954), Roma (1954), Ravenna (1956-57), Cortona (1957) e Bari (1965). Oltre al lavoro di architetto e urbanista, Quaroni è impegnato nell'insegnamento universitario e forma diverse generazioni di architetti e urbanisti, dapprima a Napoli (1951-55) poi a Firenze dove insegna urbanistica dal 1957 al 1964 quindi a Roma dove consolida la sua attività accademica, insegnando dal 1965 al 1981. Ludovico Quaroni muore a Roma nel 1987.