Lo scorso 20 giugno, a Barcellona, ha avuto luogo la dodicesima cerimonia di premiazione del Mies van der Rohe Award, quest'anno in coincidenza con il venticinquesimo anniversario dell'inizio della ricostruzione del padiglione di Mies.
Premiato il Neues Museum di Berlino, realizzato da David Chipperfield Architects in collaborazione con Julian Harrap, e nella categoria Architetti Emergenti, la Collage House dello studio spagnolo Bosch Capdeferro.
Demolire, progettare, riparare, eliminare, ricostruire, imitare, incorporare, aggiungere: questi i termini delle riflessioni condotte da Ole Bouman, Yvonne Farrel, Tarald Lundevall, Pei Zhu e gli altri membri della giuria presieduta da Mohsen Mostafavi, dean della Harvard Graduate School of Design e moderatore degli stessi dibattiti.
Nel contesto privilegiato dell'Isola dei Musei, David Chipperfield affronta il tema delle rovine, intese come frammenti ancora in vita da cui prende forma il progetto. Le nuove annessioni si articolano abilmente ai volumi preesistenti, generando un sistema di percorsi fluido e continuativo. La minimale modernità dell'architetto si rapporta al passato evitando ogni logica di contrasto: i due layer che si sovrappongono nell'edificio, pur essendo chiaramente riconoscibili, non risultano essere separati, ma si fondono nella concezione di un edificio che vuole essere percepito come un unico gesto.
Mies Award to Chipperfield
La dodicesima edizione del Mies van der Rohe Award ha visto la premiazione del Neues Museum realizzato a Berlino da David Chipperfield, insieme alla Collage House dello studio spagnolo Bosch Capdeferro, all'interno della categoria Architetti Emergenti.
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- Fabrizia Vecchione
- 24 giugno 2011
- Barcellona
La Collage House di Ramon Bosh e Bet Capdeferro è un'architettura open source in cui ognuno ha apportato il proprio sapere, dagli abitanti alle maestranze, e ogni epoca ha lasciato il suo segno. La complessità che ne deriva è stata assorbita profondamente dagli architetti, trasferita sulle superfici murarie e soltato in parte coperta dai nuovi interventi. Il progetto, creato con tecnologie low-tech, predilige il riuso di materiali accumulati nel tempo sul sito, accostati ai nuovi per comporre un paesaggio artificiale che tenta di riprodurre l'eterogeneità presente in natura.
Rielaborazione intellettuale per il Neues Museum, che si pone in naturale continuità con l'ottocentesco edificio di Stüler, e spontanea gestualità compositiva per la Collage House di Girona, che si connette al passato tattilmente attraverso i colori di un'architettura materica. Entrambi gli edifici non sono determinati da processi di pura invenzione; l'idea progettuale interroga invece il passato e trova inaspettate soluzioni proprio nel rispondere ai bisogni del presente. Fabrizia Vecchione