Sono nel nostro immaginario collettivo le cerimonie di apertura e di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali e l’evento di lancio della nuova Fiat 500 a Torino, così come la cerimonia di chiusura dei giochi olimpici invernali a Sochi.
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Domus ha intervistato Marco Balich, autore di alcuni dei più spettacolari eventi degli ultimi anni e direttore creativo del Padiglione Italia e dell’Albero della vita a Expo Milano 2015.
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- La redazione di Domus
- 22 maggio 2015
- Milano
In questi mesi Marco Balich, presidente della Balich Worldwide Shows, sta lavorando all’apertura delle Olimpiadi a Rio de Janeiro del prossimo anno e ha da poco inaugurato in Expo il ciclo di spettacoli dell’Albero della vita oltre ad avere curato la direzione artistica del Padiglione Italia. Con lui abbiamo parlato del suo lavoro di event designer e dell’unicità di questa professione che con il dato temporale ha un rapporto unico.
Domus: Quante persone lavorano abitualmente alla progettazione di un evento d’inaugurazione delle Olimpiadi e quante sono le competenze coinvolte? Marco Balich: Si inizia con un gruppo di lavoro di dieci persone e si finisce in 950. Sono coinvolti registi, coreografi, set designer, props designer, direttori artistici, segment producer, direttori tecnici, operation, responsabili cast e tutti i fornitori audio, luci, scene. A questi si aggiungono poi migliaia di volontari – molte delle persone che si vedono in scena – senza i quali non sarebbe possibile realizzare spettacoli di questa portata.
Domus: Nel progetto di un evento complesso, come quelli ai quali lavora da molti anni, che aspetti non è possibile trascurare? Marco Balich: Si lavora per due o tre anni e si devono abbracciare una serie di temi diversi, dalla danza ai fuochi artificiali, dall’ingegneria al sogno, dai costumi alla filosofia; è come produrre un grande blockbuster che va in tutto il mondo, solo che si rappresenta una sola volta e non si può sbagliare.
Domus: Quale è l’evento più piccolo che avete progettato? Le competenze sono le medesime coinvolte in eventi a una scala maggiore? Marco Balich: Il compleanno dei miei figli, quattro e molto rumorosi! Piccolo o grande non vi è differenza, quello che conta sono la passione e le emozioni che vengono trasmesse in ogni parte dell’opera. Domus: La temporalità è un vincolo o è un mero dato di progetto? Marco Balich: Essere pronti per una data ora, di un dato giorno, è il nostro lavoro. Tutto è finalizzato a questo obiettivo, l’impegno progettuale e organizzativo e le competenze in campo.
Domus: Esiste una scuola nella quale imparare questa professione? Quali i paesi dove vi è una maggiore cultura? Marco Balich: Bisogna essere molto curiosi e cittadini del mondo. Questa la caratteristica principale per chi volesse intraprendere questa strada. Domus: Com’è stata l’esperienza con l’organizzazione di Expo2015? Quale programma avete condiviso? Marco Balich: Io ho avuto il compito di dare il brief del Padiglione Italia la cui idea portante è il tema del vivaio, metafora che l’Italia ha scelto per rispondere alla grande sfida di Expo 2015, “Nutrire il pianeta, energie per la vita”.
Domus: Ho letto che i disegni ispiratori dell’Albero della Vita sono quelli di Piazza del Campidoglio di Michelangelo e del mosaico di Otranto. Per il disegno degli scenari luminosi e dei giochi d’acqua si possono rintracciare dei riferimenti? Marco Balich: L’Albero della Vita è una macchina scenica di cui lo studio GiòForma ha curato il design. L’ispirazione degli show e dei giochi d’acqua viene da Las Vegas.
Domus: Quale il programma culturale di Padiglione Italia e delle performance diurne e notturne alle quali è possibile assistere durante Expo2015? Marco Balich: In qualità di direttore artistico invito tutti a visitare la mostra dedicata alla nostra identità all’interno di Palazzo Italia e poi gli spettacoli dell’Albero della Vita allo scoccare di ogni ora. Sono cinque le opere d’arte che sono state inserite nella mostra-percorso con il compito di simboleggiare la grande storia del genio artistico italiano: la Vucciria di Renato Guttuso, l’Ortolano di Arcimboldo, la Hora, statua in marmo del I secolo d.C. proveniente dagli Uffizi e, infine, il Sostegno di mensa con grifi (Trapezophoros) del IV sec. a.C., trafugata in uno scavo clandestino e recuperata dal nostro Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. A queste si aggiunge una scultura realizzata appositamente per Expo 2015 da Vanessa Beecroft, una delle più interessanti artiste italiane contemporanee.