Il grande fotografo Mimmo Jodice vive con la adorata moglie Angela a Posillipo, Napoli, una delle zone più affascinanti di una città in grado di far innamorare tanti. A giugno sono 60 anni di vita insieme, dedicata alla creatività, alla conoscenza, alla ricerca e alla scoperta del mondo. Non serve certo aggiungere nulla in questa sede sulla qualità e la bellezza degli scatti di Jodice, capaci di raccontare la realtà tutta in maniera personale e al tempo stesso universale.
In una palazzina residenziale anni ’70, il fotografo ha diviso due piani, sotto il lavoro e sopra la casa. Sulla porta di ingresso, in formica color azzurro carta da zucchero, appare il nome Mimmo Jodice attaccato semplicemente con uno scotch. “Viviamo qui dal 1990. Si tratta di una piccola stradina che dalla collina scende verso il mare, con muretti di tufo e antiche ville fine Ottocento, inizio Novecento. Solo la nostra palazzina e un’altra non sono state costruite in quel periodo. Non c'è accesso diretto dalla casa allo studio ma essendo un condominio di solo sei famiglie molto tranquille, ci si può spostare senza problemi”, commenta.
Lo studio è in sostanza incorniciato da una miriade di cassettiere e classificatori dove al centro regna sovrana una fantastica LC4, la chaise longue di Le Corbusier nella variante cavallino, oltre all’imponente tavolo art decò, di origine francese e dalle gambe dipinte in color oro, scambiato con un pezzo importante di un amico. “Abbiamo armadi con cassetti dove conserviamo i lavori stampati 50 x 60. E anche circa 200 cassette, che abbiamo fatto realizzare appositamente da un artigiano per conservare in modo perfetto tutti i lavori 20x30 e 30x40”, dice la coppia.
Amanti dell’arte, grandi conoscitori del panorama artistico italiano e non solo, in casa troviamo diversi pezzi d’arte contemporanee, tra cui la scritta rossa al neon “Red” a firma Joseph Kosuth, il bellissimo lavoro di Carlo Alfano o l’Azzurro di Ettore Spalletti.
Inoltre sulla parete del soggiorno c’è un “lavoro straordinario fatto a quattro mani da me e Vito Acconci, artista americano che è stato spesso in visita a Napoli – la galleria di Lucio Amelio era a Piazza Dei Martiri, a pochi passi di distanza dal nostro studio”, aggiunge il fotografo. Dalla camera da letto si intravede nel bagno un bellissimo albero di rame, creato per noi dal grande designer ed architetto Riccardo Dalisi, da poco scomparso, colui che lavorò a stretto contatto con i bambini più poveri del rione Traiano. Un altro grande amico di famiglia.
In tutta la casa dai lunghi corridoi prevale il legno; è stata disegnata al tempo “dall’architetto Ermanno Guida, nostro amico carissimo, professore alla Facoltà di Architettura di Napoli e designer.” Nell’ingresso non si può non notare uno splendido mosaico di Mimmo Paladino con inserti in oro. Al tempo del trasloco, “ci dispiaceva così tanto lasciare la nostra vecchia casa, quella dove erano cresciuti i nostri figli, ma per ragioni di salute di mia madre, oltre che a causa delle difficoltà di spostamento e di parcheggio, optammo per questa abitazione che rendeva la nostra vita meno stressante. E allora Paladino, per consolarci, creò per noi questo bel mosaico. Non ha un nome, era semplicemente per Angela e Mimmo. Infatti in alto, oltre ai nostri nomi intrecciati, c'è anche la pianta della casa.”
La casa dalle numerose librerie, anch’esse in legno, è piena zeppa di volumi, piccole statuette, oggetti curiosi. “Nello spazio che dall'ingresso porta allo studio troviamo una scultura rosa, si tratta di un corpo di donna in ceramica dell’artista Gianni Pisani. La ciotola nera è di Laura de Santillana. Nel piano sotto, c’è una ceramica di colore bianca, ricevuta come premio; si tratta della scultrice Ambra Selvaggia Caminito. Guardando a destra una piccola raccolta di oggetti di bachelite, dei quali eravamo collezionisti”, aggiungono Angela e Mimmo, anche appassionati di liberty; l’orologio nella libreria “ci fu donato dal nostro carissimo amico Giancarlo Cosenza, figlio di Luigi Cosenza, perché conosceva in nostro amore per questo stile.” Il soggiorno è ampio e luminoso, con un paio di poltrone che incorniciano il salotto, in angolo vicino alla grande finestra una scultura di Angela; “è in bronzo del grande scultore Augusto Perez, uomo gentile, amante della poesia e della musica. Era collega di Mimmo all’Accademia di Belle Arti a Napoli, dove Mimmo ha insegnato per circa 30 anni”, aggiunge la moglie. La casa è in realtà “costellata di Angela” in diverse forme, non solo sculture ma anche fotografie impeccabilmente incorniciate.
La vicinanza della coppia la si sente forte. È una casa fatta di ricordi di viaggio, memorie da toccare e esperienze vissute. Nel bagno sorride un pupazzo dai colori sgargianti vicino a piccoli raffinati contenitori in vetro: “lo abbiamo comprato al marché aux puces di Montreuil, a Parigi, durante le poche ore di svago che ci concedevamo nelle nostre intense giornate di lavoro. Il bimbo spiccava roseo e biondo su una bancarella, ed io me ne innamorai subito. Me lo sono portato in braccio per tutto il viaggio di ritorno. Poi ho scoperto che era una pubblicità del sapone Cadum, mentre il quadro che si vede sulla parete accanto è un lavoro di Lucio del Pezzo dedicato a me e Mimmo. Veramente sono due. L'altro non si vede.”
Gli Jodice sono infatti grandi estimatori della Francia, “abbiamo lavorato tanto sia a Parigi che in tutto il paese; abbiamo amici carissimi e grandi collezionisti del lavoro di Mimmo. Tra i più cari e geniali amici dobbiamo fare il nome di Jean Luc Monterosso, allora Direttore della Maison Européenne de la Photographie. Jean Luc e il direttore dell’Hotel Lutetia ebbero l’idea di dedicare le cinque lussuose suites a angolo con le due facciate dell’Hotel a cinque artisti per ciascun continente. A Mimmo fu dedicata la Suite Europa dove nel salottino di ingresso, nella camera studio e camera da letto erano esposte i lavori di Mimmo”, aggiunge Angela. Da qui la targhetta.
Devo aggiungere che la statura umana di questa coppia è impressionante. Si tratta di una vita passata insieme all’insegna dell’amore, del rispetto, della collaborazione e dell’armonia, anche nelle situazioni più difficili; Mimmo Jodice, 88 anni che si leggono tutti negli occhi “gentili”, Angela Jodice una vita di splendore. Più che della casa di questa coppia si dovrebbe parlare della loro storia, ossia la storia di un gentleman d’altri tempi che un giorno incontra, sulla porta della casa editrice Salani, una gentile signorina che viveva con la madre, e se ne innamora. Angela dopo più di mezzo secolo insieme commenta: “Mimmo è bello e gentile. Proprio come il primo giorno.”
Immagine in apertura: Mimmo Jodice. Foto Daniele Ratti