Ecco i temi salienti emersi durante le Domusbreakfast@bocconi moderate dal direttore editoriale di Domus Walter Mariotti.
Venerdì 21 aprile
La quinta e ultima domusbreakfast@bocconi chiude il primo anno di questo format con un dibattito franco e scoppiettante, frutto dell’antica alchimia tra i relatori e delle loro visioni non conformi.
Ospiti di Walter Mariotti sono Mario Cucinella, Piero Lissoni, il presidente di Kartell Claudio Luti e Gabriella Lojacono, direttrice dell’Executive Master in Luxury Management (EMILUX) dell’università Bocconi. Tema chiave della tavola rotonda è stata la sostenibilità, vera o presunta. Secondo Cucinella, usiamo la parola sostenibilità in maniera ossessiva e quindi la sviliamo. ‘Sostenibile’ è diventato un aggettivo da attaccare ovunque e abbiamo perso di vista le situazioni nelle quali esso conta davvero. Concorda Lissoni, che parla di ‘mantra’, di uno strumento di marketing da utilizzare quando non si hanno contenuti e idee da comunicare.
La riflessione viene accolta dalla professoressa Lojacono che ragiona su come la sostenibilità sia un concetto intimamente legato all’innovazione, un campo ed una forma di pensiero in cui le aziende italiane del design sono all’avanguardia. Claudio Luti conferma: quasi tutti i prodotti di Kartell oggi provengono da materiali di riciclo, facendo del brand un leader di questo campo.
Altre riflessioni importanti e per nulla scontate sono emerse parlando della pratica progettuale. La parte più complicata di qualsiasi lavoro non è tanto il progetto quanto il processo, afferma Lissoni. Cucinella espande: nel fare architettura, spiega, bisogna avere, a volte, il coraggio di ammettere di aver sbagliato, buttare via tutto e ricominciare da capo. Parlando di redesign radicali, Luti ricorda come per primo abbia voluto trasformare i luoghi del design in showroom accoglienti e aperti al pubblico senza dover attendere l’intermediazione di designer o architetti. L’eccellenza è la forza del nostro Paese, riprende Lojacono: l’alto di gamma trasversale ai settori è ciò che noi italiani possiamo portare nel mondo e che dunque dobbiamo proteggere. Lissoni aggiunge il tema della tecnologia: solo possedendola possiamo essere artefici del nostro destino come sistema Paese.
L’ultima riflessione è sul prezzo della qualità. Tutti concordano che il ribasso non possa essere la soluzione. Cucinella riflette sulla sua esperienza negativa nell’ambito delle gare pubbliche, dove a vincere è il ribasso più forte sulle offerte economiche, che puntualmente va a colpire la componente di progettazione. Più radicale Lissoni: proprio sulla scorta di queste considerazioni, da anni ha deciso di lavorare solo con il privato e di non assumere cariche pubbliche.
Giovedì 20 aprile
La quarta mattinata di dibattito sul tema del design ha avuto come argomento chiave la ridefinizione degli spazi fisici e concettuali che la tecnologia consente e, in certi, casi obbliga. La tavola rotonda moderata da Walter Mariotti ha avuto come protagonisti Andrea Rurale, direttore del Master in Arts Management and Administration (MAMA) dell’Università Bocconi; Giuseppe Cornetto Bourlot, presidente di Luxy; Giulio De Carli, co-fondatore dello studio di architettura e ingegneria One-Works; e Umberto Cabini, presidente del museo ADI Collezione Compasso d’Oro.
Un panel d’eccezione per competenza e trasversalità che ha affrontato il tema da diverse angolazioni, anche le meno scontate.
Si è discusso dei nuovi spazi architettonici intelligenti e dei confini sempre più labili tra le discipline e gli ambiti concettuali. Si è affrontato – grazie ad Andrea Rurale – rapporto tra arte ed architettura, riflettendo su come sia necessario distinguere ciò che è davvero utile e ciò che è mera narrazione. E di conseguenza si è parlato della comunicazione sempre più disintermediata e pervasiva ma spesso incapace di andare al cuore delle cose. Essendo ospiti di Bocconi, poi, il dibattito ha toccato il ruolo fondamentale della formazione nel dare ai giovani gli strumenti necessari a navigare quella che Giulio De Carli ha definito un mondo di frontiera, a cavallo tra un paradigma al tramonto e quello nuovo che non ha ancora finito di emergere.
Infine, il Salone del Mobile, definito da Giuseppe Cornetto Bourlot il perfetto esempio di come facendo sistema il nostro Paese possa raggiungere risultati straordinari sulla scena mondiale. Partendo da questa considerazione, Umberto Cabini ha concluso affermando come tra le sfide future dell’ADI ci sia la difesa del genio e dell’innovazione italiana contro la concorrenza sleale che viene da alcuni paesi.
Mercoledì 19 aprile
La terza domusbreakfast@bocconi ha avuto come tema portante le infrastrutture fisiche e concettuali, cioè quelle architetture della materia e del pensiero che sorreggono, potenziano e, in fin dei conti, realizzano la società che siamo o che vorremmo essere.
Protagonisti del talk ospitato nel Nuovo Campus SANAA e moderato dal direttore editoriale di Domus Walter Mariotti sono stati l’architetto Michele De Lucchi; il managing partner Europe west consulting di Enrst & Young Donato Ferri; la docente di Storia Medievale della Bocconi Stefania Gerevini; Federica Sala nelle vesti di responsabile del progetto di residenze d’artista Gen D di Dolce & Gabbana.
La tavola rotonda, stimolata da Mariotti e dall’interazione spontanea degli invitati, ha toccato molti temi, anche inaspettati. Le neuroscienze e ciò che ci insegnano di noi stessi; la necessità di ripensare un concetto di sostenibilità oggi troppo vacuo per essere efficace; l’iconografia e il suo ruolo nella politica, la bellezza quale valore sociale, l’importanza della mediazione tra culture e ambiti lontani. E, certamente, il ruolo del design quale “metacompetenza” – per usare le parole di Donato Ferri – capace di mettere in relazione skill e visioni differenti.
“Le neuroscienze spiegano che solo il 20% del nostro agire è determinato dal pensiero razionale, mentre il resto delle nostre azioni deriva, inconsciamente, da cultura, formazione, abitudini, consuetudini, schemi.
È una buona notizia: abbiamo la possibilità di ridisegnare l’80% dei nostri comportamenti”.
Michele De Lucchi
Martedì 18 aprile
Antonella Carù, prorettore Alumni e Fundraising, Università Bocconi
"Le domusbreakfast@bocconi sono un evento importante, molto importante, per noi di Bocconi perché, proprio nella settimana in cui Milano è al centro del mondo, vogliamo essere protagonisti assieme a Domus della centralità della nostra città.
Bocconi e Domus non sono soltanto due eccellenze che rendono Milano quello che è, sono anche accomunate dalla visione multidisciplinare. Come Domus fa dialogare le discipline del progetto con le altre scienze umane, noi da oltre 20 anni ci occupiamo di formazione in economia e managment nel campo dell'arte e dell'architettura.
Eventi come questi sono fondamentali strumenti e veicoli di contaminazione e incontro".
Andrea Paiusco, vicepresidente R&D e Category management, Franke Home Solutions
"La crisi pandemica ha messo la cucina al centro della casa. Proprio in cucina abbiamo riscoperto un nuovo senso di convivialità. Sulla scia di questa nuova tendenza, dai consumatori, emerge oggi un grande desiderio di estetica, funzionalità e sostenibilità.
La pandemia ha in generale accelerato la traformazione della cucina, oggi non è più solo un luogo operativo, ma, a tutti gli effetti il fulcro delle interazioni familiari. Cucinare di conseguenza non è più solo un’occupazione ma un’esperienza durante la quale ciascuno esprime la propria personalità.
Un altro tema fondamentale – strettamente collegato alla sostenibilità – è quella della durabilità. Oggi viene meno la gratificazione della sostituzione continua degli oggetti. Le persone vogliono soluzioni che durino nel tempo.
Il brand Franke Home Solutions ha sostituito Franke Kitchen Systems proprio per dichiarare anche nel nome l’obiettivo di aprire la cucina alla casa assecondando queste tendenze".
Anne Asensio, vice-presidente Design experience, Dassault Systèmes
"Il design è un atto semplice di umanità. Le crisi costanti degli ultimi anni ci insegnano che, a conti fatti, fronteggiare problemi per rendere migliore la nostra esistenza è una parte fondante delle nostre vite.
La tecnologia ci aiuta a trasformare la vita in qualcosa di degno di essere vissuto e non una mera sopravvivenza. Questo processo è design. Si tratta di un'operazione profondamente poetica, perché mira a creare qualcosa che non esiste.
Per questa ragione, i designer devono abbandonare i laboratori per uscire al mondo e parlare con le persone, con le università e smettere di disegnare semplicemente oggetti da vendere. L’obiettivo di domani non sarà disegnare oggetti ma parlare con loro e fare in modo che sempre di più essi rappresentino noi stessi.
La concezione secondo cui possiamo possedere la natura, utilizzarla e gettarla è finita: dobbiamo pensare e progettare un mondo più inclusivo che sappia tenere in considerazione tutte le differenze che esistono tra i singoli individui e tra le collettività. È importante che le tradizioni, le radici e le identità non vadano perse perché in esse è contenuta la vera natura di ciascuno."
Stefania Borghini, Direttrice BA in Economics and Management for the Arts, Culture, and Communication, Università Bocconi
"Le nuove generazione tengono in grandissima considerazione, almeno a livello di ideale, la sostenibilità. Chi si occupa di marketing non deve pensare solo a vendere oggetti ma anche ad andare incontro ai desideri e ai bisogni delle persone.
È senz'altro vero che alcuni valori sono universali ma essi vengono declinati in maniera diversa lungo le culture, le generazioni, gli spaccati sociali.
Studiando i comportamenti e le necessità di disabili e bambini mi sono accorta di come spesso anche un vocabolario condivisio non sia sufficiente a comunicare con efficacia, perché il senso che diverse categorie attribuiscono alla medesima parola cambia anche radicalmente.".
Lunedì 17 Aprile
Francesco Billari, rettore Università Bocconi
"La Design Week porta Milano al centro del mondo e la Bocconi vuole contribuire facendo incontrare, anche con le domusbreakfast, il meglio dei nostri due mondi. Da decenni siamo impegnati a migliorare il Paese formando i giovani e il loro pensiero e l'ambizione è aprirsi sempre di più all'estero.
Domus e la Bocconi sono accumunati anche dall'amore per il bello e il ben fatto. Questa sede ne è un esempio ma non ci fermiamo qui. Un po' come la Fabbrica del Duomo anche la Bocconi è un progetto che non finisce mai e continuerà sempre a migliorare la comunità e la città attorno".
Sofia Bordone, CEO Editoriale Domus
"Per Domus è motivo particolare di orgoglio essere partner di Bocconi per questo evento e venire ospitati nel Nuovo Campus SANAA.
Abbiamo molti punti in comune a partire dall’internazionalità, ormai decennale per entrambi. Anche Domus, poi, sta per inaugurare i lavori della nuova sede: avremo spazi più giusti e flessibili, pensati per contemperare sia lavoro in sede sia da remoto.
Infine, anche Domus oltre che informazione fa formazione, dato che ci rivolgiamo da sempre ai professionisti della progettazione e non solo.
Quanto al design, trovo che sia un argomento fondamentale, in quanto è parte sempre più decisiva nella vita di tutti noi. Siamo dunque onorati di poter, in un certo senso, inaugurare la Design week milanese con le domusbreakfast@bocconi".
Corrado Passera, CEO Banca illimity
"Cinque anni fa il settore bancario stava cambiando alla radice. Venivano meno i parametri base. Così ci si è trovati davanti a due vie: operare un normale redesign oppure ripartire da capo, riprogettando una banca da zero. Con illimity abbiamo scelto questa seconda strada. Abbiamo tolto dall’equazione i due principali vincoli che limitavano il progetto ovvero il paradigma tecnologico esistente e le filiali.
Abbiamo puntato su nuove tecnologie, in particolare sul cloud, e su un sistema on-line che riesce a essere molto più vicino al cliente rispetto all’agenzia fisica. E poi abbiamo puntato su quello che mancava tra i prodotti bancari: l’assistenza alle PMI.
Abbiamo scelto dunque di basarci sul cloud, sulla modularità delle architetture aperte e sulle competenze. Per farlo avevamo bisogno, anche e soprattutto, di persone che non c’erano nel settore bancario. Oggi abbiamo 900 professionisti da oltre 20 nazioni che in larga parte non avevano mai lavorato in una banca. Proprio tecnologia e diversity ci rendono capaci di cambiare e adattarci anche a stravolgimenti enormi e imprevedibile come Covid e guerra. Oggi tendiamo a pensare che il digitale sia già pervasivo ma in realtà siamo solo agli albori dell’era digitale, al primo strato. Il machine learning è il secondo strato, e lo abbiamo appena appena intaccato. È un territorio sconosciuto. Oggi Chat GPT è, tutto sommato, un super Google, ma domani non sarà così: l’intelligenza artificiale renderà inutili molti lavori e anche la scuola così com’è. La verità di cui tutti parlano troppo poco è che stiamo formando generazioni di disoccupati.
Abbiamo grandi sfide, grandi rischi e grandi possibilità. Dobbiamo essere in grado di interpretare questa enorme rivoluzione in ossequio ai bisogni della comunità a partire dalla scuola ma anche dal sistema del welfare che necessariamente dovrà essere radicalmente diverso".
Maria Porro, presidente Salone del Mobile
"Il Salone del Mobile non è solo una fiera di prodotto, bensì un catalizzatore economico, sociale e culturale, un evento capace di portare a Milano tutta la comunità del design, developer, buyer, aziende, progettisti, consumatori, studenti e appassionati.
Abbiamo pensato il redesign degli spazi fieristici tenendo al centro il concetto di incontro. Vogliamo far sì che, qui, tutti possano fare quello giusto. Che l’azienda possa trovare il buyer giusto, il progettista il fornitore giusto e il consumatore il prodotto giusto.
Il Salone è intelligenza collettiva. Coltiviamo il bello negli oggetti ma anche nella visione, nell’anelito verso la costruzione di qualcosa che oltre che bello sia anche giusto.
L’incontro dovrà sempre essere al centro di questa nostra visione. Se anche un domani la fiera dovesse essere concepita e disegnata dall’intelligenza artificiale, è fondamentale che la dimensione dell’incontro e dello scambio sia al centro dell’algoritmo".
David Kusuma, presidente World Design Organization
"Il settore del design sta attraversando enormi cambiamenti causati dalla tecnologia e dalla I.A.
Il compito della comunità del design è quello di massimizzare i benefici per le persone di questa rivoluzione tecnologica ed evitare che essa travolga le comunità.
Uno dei punti critici risiede nel fatto che governi centrali e locali non conoscono le potenzialità del design e ne sanno apprezzare solo la bellezza estetica. Ecco perché il WDO è impegnato nello spiegare ai policy maker quanto il design possa aiutarli nel progettare una società migliore.
Molti attori globali vogliono provocare grandi disruption, ma spesso le persone e le comunità non sono pronte. Sta a noi mediare questi stravolgimenti e allo stesso tempo cercare di modificare i comportamenti delle persone affiché tutti possiamo abbracciare la sostenibilità".
Stefano Caselli, dean SDA Bocconi School of Management
"Ogni processo di redesign ha molto a che vedere con le radici e con la tradizione: è fondamentale cambiare senza perdere la propria identità, ma senza neppure rimanere ancorati alle consuetudini e limitati alla propria zona di comfort.
La tecnologia consegna grande un potere agli uomini, ma ogni grande potere deve essere bilanciato. Il nuovo mondo che sta prendendo forma richiede di pensare nuove strategie di convivenza tra gli esseri umani, nuove regole, nuovi paradigmi. E di evitare giudizi mediocri e banali, incapaci di cogliere la grandezza di ciò che avviene.
La verità è che niente è più umano della tecnologia perché essa permette agli esseri umani di correre ed espandere i propri orizzonti".