Ma da dove nascono le buone idee?
“Nascono da una conoscenza approfondita di quello che è già stato. Nascono dai saperi manifatturieri e dalla comprensione di come l’oggetto è, di come è stato realizzato e qual è il sapere artigiano che ne ha fissato la differenza. Le buone idee nascono dalla curiosità e dalla voglia di contaminazione e di ibridazione. Nascono dall’umiltà e dalla capacità, a volte, di stare dietro le quinte e di intervenire, ove necessario, con garbo e leggerezza. Nascono dalla rilettura e dalla riconfigurazione di un sempre esistito bisognoso di ricomparire sulle scene del presente. Le buone idee nascono dalla capacità di ascoltarsi e nel ritrovare dopo intere settimane di progetto il mobile che hai sempre visto nella casa di montagna della nonna. Le buone idee nascono dall’analisi del particolare e al contempo dall’immediata valutazione che quel dettaglio ha sull’intera catena produttiva – e poi ancora quanto il sistema produttivo sia in grado di interagire con quello distributivo e poi ancora di come l’utilizzatore leggerà quel dettaglio….”
E allora nelle vetrine di via Brisa 2, via Gorani 3, via San Sisto 9, via Manzoni 29 appaiono i personaggi di un paesaggio emotivo, una serie di oggetti ripensati da una testa che li conosce bene e li ha montati e smontati n volte. Sono un tavolo Saliscendi di Ignazio Gardella ridisegnato attraverso la riconfigurazione del meccanismo che ne determina la funzione del cambio di altezza; l’immagine del Servomuto di Achille Castiglioni sviluppata di nuovo attraverso un’estetica determinata dal solo gesto di un utensile meccanico; o ancora un’intera famiglia di luci che trova i propri riferimenti nelle fotografie in bianco e nero di Jacques Fath: qui sono i corpi flessuosi di Alla e Victoire (le due mannequin preferite di Cristobal Balenciaga) e dell’immortale Bettina a tracciare forme e colori dell’idea.