Ad oggi l’edificio più alto del mondo con i suoi 828 metri di altezza, la Burj Khalifa nasce come Burj Dubai — viene in seguito dedicata al presidente degli Emirati Arabi Uniti — commissionata dall’emiro di Dubai allo studio SOM – Skidmore, Owings and Merrill nel 2002, durante il rilancio dell’Emirato sulla scena finanziaria ed immobiliare. Assume infatti tra i vari primati della sua realizzazione, quello di primo esperimento urbanistico a Dubai di torre-icona (burj significa torre in arabo) come fulcro e motore di un masterplan di scala ineditamente grande.
La Burj Khalifa è un edificio ad uso misto che ospita un blocco di uffici, residenze ed un albergo di lusso, l’Armani Hotel, in un totale di 158 piani. Ogni blocco funzionale ha un suo padiglione d’accesso che ha anche la funzione di proteggere le persone dalle correnti di discesa provenienti dall’alto della facciata. L’edificio è circondato da un parco che accoglie diverse attrezzature per utenti e residenti, e da una promenade aperta sulla laguna adiacente (la scala è tale che il progetto è presentato come attorniato da veri e propri boulevard).
Burj Khalifa
La torre progettata da Skidmore, Owings and Merril nel 2002 e inaugurata nel 2010 è attualmente l’edificio più alto al mondo, e costituisce il simbolo dell’esplosione immobiliare di Dubai.
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- Dubai, Emirati Arabi Uniti
- Skidmore, Owings and Merrill - SOM
- 454.000 mq
- residenze, uffici, aree commerciali, hotel
- 2010
Veduta della Burj Khalifa circondata dalle nuove estensioni di Dubai
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Panorama urbano. Foto: Nick Merrick per Hedrich Blessing. Courtesy SOM
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Veduta dal contesto urbano. Foto: Nick Merrick per Hedrich Blessing. Courtesy SOM
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Sezione con schema degli ascensori e destinazioni d’uso. Courtesy SOM
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Schema funzionale assonometrico. Courtesy SOM
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Pianta piano tipo. Courtesy SOM
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Veduta esterna. Foto: Nick Merrick per Hedrich Blessing. Courtesy SOM
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Il sistema di facciata e il cluster di volumi cilindrici. Foto: Nick Merrick per Hedrich Blessing. Courtesy SOM
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Dettaglio dei sistemi di facciata. Foto: Nick Merrick for Hedrich Blessing. Courtesy SOM
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Veduta di una delle terrazze. Foto: Nick Merrick per Hedrich Blessing. Courtesy SOM
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. La vista della città dai livelli panoramici. Foto: Pxhere
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Veduta aerea della laguna antistante la torre. Foto: Pxhere
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Veduta interna dei livelli panoramici. Foto: Pxhere
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. La vista della città dai livelli panoramici. Foto: Pxhere
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Veduta dei giardini dalla torre. Foto: Nick Merrick per Hedrich Blessing. Courtesy SOM
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Veduta interna di un padiglione d’ingresso. Foto: Nick Merrick per Hedrich Blessing. Courtesy SOM
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Veduta interna della lobby residenziale. Foto: Nick Merrick per Hedrich Blessing. Courtesy SOM
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Veduta degli interni. Foto: Nick Merrick per Hedrich Blessing. Courtesy SOM
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Veduta degli interni. Foto: Nick Merrick per Hedrich Blessing. Courtesy SOM
Skidmore, Owings and Merrill, Burj Khalifa, Dubai, 2010. Veduta notturna.
Ziad Antar, Burj Khalifa, 2010. In Domus n. 946, novembre 2011
Lo sviluppo della massa della torre è guidato da diversi fattori, formali e funzionali: la ripresa delle forme frattali dei fiori del deserto, i pattern caratteristici dell’architettura araba islamica, l’articolazione in molteplici volumi in modo da massimizzare la superficie di facciata e, come dichiarato dai progettisti, le viste sul golfo. Nella fase precedente la crisi immobiliare di Dubai del 2009, il fattore vista aveva un valore doppio: la vista dal grattacielo conferiva a questo un asset in esclusività, e la vista sul grattacielo garantiva un valore immobiliare maggiore per gli edifici circostanti.
A caratterizzare radicalmente la forma sono in ogni modo le scelte in fatto di struttura e di sua convivenza con gli spazi abitati. La struttura è costituita da uno scheletro in calcestruzzo armato articolato attorno al sistema centrale del cosiddetto buttressed core, un nucleo rafforzato perpendicolarmente da tre contrafforti laterali, che si sviluppa fino al 156° piano, quota dalla quale si libera la struttura in acciaio che costituisce poi la guglia di 213 metri d’altezza. Attorno all’elevazione principale si articolano torri satellite che si innalzano da terra interrompendosi ad altezze differenti così da creare un movimento di spirale ascendente antioraria.
La cantierizzazione iniziata nel 2004 e conclusa nel 2009 viene coronata con la trionfale inaugurazione del gennaio 2010, momento in cui il grattacielo di SOM va a guadagnare la quantità di primati già citati, e a porsi come riferimento per la sua tipologia costruttiva. Se infatti può anche vantare il luogo di culto più alto del mondo (una moschea collocata al 158° piano), la Burj Khalifa ha costituito all’epoca della sua inaugurazione anche un esperimento costruttivo ( è la struttura in calcestruzzo armato più alta del mondo) e tecnologici: se già per garantire confort climatico su un simile sviluppo in altezza l’intero rivestimento è costituito da una facciata vetrata continua a doppia pelle, sono stati inseriti nel progetto anche un sistema di ventilazione naturale che immette aria meno calda e meno umida dall’alto dell’edificio, e un sistema di recupero delle acque di condensa superficiale che arriva a coprire circa il 20% del fabbisogno d’acqua dell’intero edificio.