Le opere digitali di Andrés Reisinger, artista e 3D designer classe 1990, sono facilmente riconoscibili: basta fare un giro sul suo account Instagram per essere trasportati in una dimensione onirica dai toni confetto. Uno dei suoi progetti più noti è la seduta Hortensia, nata inizialmente come concept digitale, oggi prodotta in edizione limitata in collaborazione con Moooi. Il progetto è stato finalizzato con Julia Esqué, product designer di stanza a Barcellona, che per l’occasione ha ideato Petal, un tessuto in poliestere rosa che, tagliato al laser, ha dato origine ai 30mila petali che compongono la seduta. Di questo e altro ancora abbiamo parlato con Andrés e Julia. Nella tua ricerca c’è un’attenzione costante verso palette dai toni neutri. Come avviene il tuo processo creativo?
Andrés Reisinger: Il corpo umano, la sua forma, il colore e la sua consistenza sono da sempre una delle mie principali fonti di ispirazione. È alla base della color palette dei miei lavori. Riguardo il mio processo creativo, solitamente comincio a sperimentare qualsiasi idea, visione e forma nel mio studio, senza pormi limiti al processo di creazione. Nello step successivo filtro e mi prendo cura del materiale che ne è venuto fuori. Durante l’ultimo anno la dimensione digitale ha assunto un ruolo cruciale nel mantere vive le relazioni. Qual è il tuo rapporto con l’online e con i social media?
AR
: Il mio lavoro è sempre stato focalizzato sul digitale che è per sua natura collegato al mondo dell’online e dei social media. Entrambi coesistono nella stessa realtà virtuale, il che rende logico fare amicizia con questa dimensione. In queste settimane si è parlato molto di NFT. Tu hai venduto 10 dei tuoi pezzi di arredo virtuale in un’asta online per un totale di 450,000 dollari. Quali sono secondo te le opportunità che gli NFT possono generare?
AR
: Per gli artisti, per esempio, sta generando la possibilità di creare un collegamento di prima mano e vendere un'opera d'arte in forma digitale direttamente a un pubblico globale di buyer senza ricorrere alle case d’asta o alle gallerie, il che permette di aumentare i profitti delle vendite. Le royalty possono anche essere programmate nel mondo dell’arte digitale in modo tale che l’artista possa ricevere una percentuale di profitti sulle vendite ogni volta che il suo lavoro è stato venduto a un nuovo acquirente. Oltre alle opportunità, il discorso sugli NFT ha sollevato anche una serie di critiche. Tra le altre, l’impatto ambientale provocato dalla transazione e la validazione dei processi. Qual è la tua opinione a riguardo?
AR
: Calcolare l'impronta di carbonio basandosi sul conteggio delle transazioni fraintende fondamentalmente il funzionamento di ethereum. I blocchi avvengono indipendentemente dal numero di transazioni. Un impatto ecologico generato dai processi di NFT è insignificante se messo a confronto con il danno che l’attuale sistema bancario provoca all’ambiente. Ogni argomento su questo concetto si basa su una percezione superficiale del modo in cui questi processi operano. La poltrona Hortensia è probabilmente la tua opera più conosciuta. Come è stata progettata?
AR: Lavoro con software 3D da più di dieci anni ormai. Con questi strumenti non ci sono limiti, mi danno la libertà di progettare qualsiasi cosa io possa immaginare, senza problemi di materia o sviluppo. E questo mi aiuta a sviluppare processi imprevedibili. Hortensia è nata così. Júlia Esqué: Quando Andrés ha chiamato per coinvolgermi nella sfida di realizzare la poltrona, non aveva idea di come avremmo fatto né di quanto tempo avremmo impiegato. Era tutta una questione di sperimentazione e iterazione; un dialogo tra tecniche, materiali e ciò che l’industria ha da offrire, ovvero metodi e processi. Mi sono mossa con intuito e attraverso la ricerca ho iniziato a ottenere delle risposte. Siamo andati avanti e indietro più volte, analizzando i risultati e le loro evoluzioni finché non abbiamo ottenuto un tessuto convincente.
Il brand olandese MOOOI la sta per produrre. Potete dirci di più su questa collaborazione?
AR
: Ho incontrato Marcel Wanders, co-fondatore di Moooi, diversi anni fa.  Da allora non ci siamo persi di vista e abbiamo seguito i lavori l’uno dell’altro. Quando io e Júlia abbiamo percepito la necessità di ampliare l’esposizione e l’accessibilità di Hortensia, la prima cosa che mi è venuta in mente è stato Moooi, proprio per la loro connessione tra il mondo dell’arte e il prodotto. Mi è sembrato esattamente quello che cercavamo per Hortensia. JE: La sedia si è evoluta attraverso diversi stadi. Non soltanto passando dal virtuale al fisico, ma anche dall’essere una Limited Edition artigianale a un prodotto industriale disponibile in tutto il mondo. Sembra essere il suo percorso naturale e non potevamo immaginare un brand migliore a cui presentarla nel 2019.