L’idea di questi vasi è nata a seguito di un viaggio in Giappone, dove la designer e maker Lætitia Jacquetton ha visitato un giardino roccioso a Kyoto. Il lavoro si basa sulla complessa soffiatura del vetro intorno alle rocce raccolte in natura, che colleziona facendo attenzione a non creare disturbo all’ambiente da cui le preleva. Il risultato svela il delicato equilibrio tra le due materie costituito da forme rare e organiche.
La designer parigina negli ultimi anni ha affinato la sua attenzione sulla soffiatura del vetro, imparando a Murano, in Italia, e nell’est della Francia intorno a Nancy – entrambe località con una profonda cultura del vetro. Mentre la soffiatura del vetro è una forma d’arte che richiede molto tempo per imparare, solo pochi istanti nella soffiatura determinano l’espressione del pezzo. Questi brevi momenti di concentrazione richiedono anni di esperienza e soffiatori altamente qualificati. Spiega Jacquetton: “Sono necessarie pazienza e precisione tattile: il trasferimento di un vetro a 1000°c su una roccia fredda può romperlo e spesso collaborando con un altro soffiatore di vetro, non c’è tempo sufficiente per parlare o comunicare durante il processo – il contatto visivo detta il dialogo creativo.”